Il fatto che rivendichiamo e proclamiamo Gesù, cambia il nostro modo di operare o siamo come tutti gli altri?
Il fariseo Saulo (religioso bigotto) si è trasformato nell’apostolo Paolo (appassionato missionario) perché ha incontrato Gesù sulla via di Damasco. Il persecutore di Gerusalemme è diventato il perseguitato di Gerusalemme. I dettagli di questa storia mi sorprendono sempre.
In Atti 7, la folla ascolta con attenzione Stefano mentre parla di come Dio ha guidato il popolo d’Israele; lo ascoltano fino a quando non parla di Gesù; poi si rivoltano contro di lui, un evento che ispira Saulo a perseguitare tutti i cristiani.
In Atti 21 e 22, Paolo torna a Gerusalemme con la notizia delle meraviglie che Dio ha compiuto, portando il messaggio di Gesù ai gentili. A Gerusalemme, migliaia di persone seguono Gesù, ma i leader cristiani chiedono a Paolo di purificarsi al tempio.
Lì, Paolo viene riconosciuto dagli ebrei mentre compie questo rituale. La folla di Gerusalemme si rivolta contro l’apostolo dopo averlo accusato di non insegnare la legge ebraica. Le guardie romane lo salvano e permettono a Paolo di parlare alla folla.
La folla di Gerusalemme ascolta attentamente l’esperienza di Paolo e il suo incontro con Gesù. Questa notizia non li fa sentire coinvolti. La folla era cambiata in trent’anni, o no? Paolo dice loro che Dio lo ha chiamato proprio in questo tempio per portare il messaggio di Gesù ai pagani. La folla esplode, gridando per mettere a morte Paolo. Il persecutore è diventato il perseguitato.
A distanza di una generazione, la folla di Gerusalemme ha accettato di sentir parlare di Gesù, ma ha condiviso la stessa cultura bigotta e persecutoria del passato. Quanto abbiamo permesso a Gesù di cambiare la nostra cultura? Le nostre chiese, le nostre scuole, le nostre istituzioni e i nostri uffici… il fatto che rivendichiamo e proclamiamo Gesù, cambia il nostro modo di operare o siamo proprio come tutti gli altri? Vale la pena pensarci e pregare “Gesù, salvaci!”
Di Glenn Townend
Fonte: https://record.adventistchurch.com/2020/02/27/cultural-change/
Traduzione: Tiziana Calà
