Sei abitudini che uccidono le relazioni

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Sostituite le abitudini che danneggiano le relazioni con altre abitudini sane.

 

“Prendeteci le volpi, le volpicine che guastano le vigne” (Cantico dei Cantici 2:15). Queste erano le parole d’amore di Salomone, re d’Israele, alla sua sposa. Il re era noto per la sua grande saggezza e aveva capito che sono le piccole abitudini a corrodere le nostre relazioni e a tenerci bloccati in cicli di infelicità. Queste “volpicine” si aggirano ancora oggi nelle nostre relazioni, e devono sparire. Ma riusciremo a liberarcene solo se le sostituiremo. “Le sei volpicine” più comuni nelle relazioni sono la critica, la violenza, l’annullamento dell’altro, la difensiva, il fare un passo indietro e l’interpretazione errata. Spesso queste cose diventano abitudini di cui ci accorgiamo a malapena, ma una volta che siamo consapevoli delle nostre tendenze, possiamo formare abitudini migliori.

 

La critica

Alcune critiche sono prevedibili, ma troppe, nel tempo, esauriscono il “serbatoio emozionale” della relazione. I modelli di critica eccessiva prevedono il divorzio e la rottura della relazione. Il comportamento sostitutivo delle critiche è l’affermazione. Questo include aspetti come l’incoraggiamento, le lodi e i complimenti. Per passare alla zona di affermazione, ponetevi la domanda: “Cosa c’è di giusto nel mio partner e nella mia relazione?”.

Il rapporto ideale tra affermazioni e critiche è stato individuato da molti, tra cui la Harvard Business Review, in almeno cinque a uno: cinque affermazioni per una critica. Nella Bibbia si legge il consiglio di “consolarsi ed edificarsi gli uni gli altri” (cfr. 1 Tessalonicesi 5:11). La parola edificare deriva dalla stessa radice di “edificio” e significa, letteralmente, costruire. Costruite basi solide e ne trarrete beneficio.

 

La violenza

Quello che chiamiamo “perdere le staffe” comporta esplosioni come urla, grida, lanci di oggetti e, Dio non voglia, aggressioni fisiche. La rabbia provoca un “allagamento” emotivo e compromette le funzioni cerebrali. Quando ci arrabbiamo, possiamo pensare che stiamo finalmente “dicendo la nostra verità”, ma in realtà spesso stiamo distorcendo la verità. “Vediamo rosso” dalla rabbia, quando in realtà la realtà è rossa, blu, gialla, arancione, verde e viola. E di conseguenza diciamo cose che causano danni, a volte anche a lungo termine.

La causa più comune della rabbia è il luogo del controllo esterno. Si tratta della sensazione che “tutto ciò che mi riguarda è fuori di me”. Dimentichiamo che, pur odiando ciò che fa il nostro partner, abbiamo la possibilità di scegliere come reagire. La preghiera è un ottimo modo per ripristinare un luogo del controllo interno. Nel momento della tentazione, “andate in verticale”, rivolgendo una preghiera al cielo.

Un sostituto della violenza, in ogni sua forma, è prendersi una pausa. Una coppia può concordare in anticipo che quando il problema inizia a degenerare, uno dei due può “chiedere una pausa”. La persona che chiede una pausa accetta di assumersi la responsabilità di riprogrammare la conversazione. In questo modo nessuno dei due partner si sentirà abbandonato.

 

L’annullamento dell’altro

L’annullamento dell’altro può essere descritto come uno sminuire l’altra persona, di solito in riferimento ai sentimenti e alle esperienze del partner. Per la sua natura sottile, l’annullamento dell’altro può essere difficile da spiegare. Vediamo quindi alcuni esempi:

 

  • Ordinare: “Sorridi!”. “Sii felice!”.
  • Isolare: “Sei l’unico che si sente così”. “Non dà fastidio a nessun altro, sai?”.
  • Ridicolizzare: “Stai scherzando?”. “Non puoi essere serio!”.
  • Avere ragione: “Non c’è motivo di sentirsi così”. “Non sei razionale”.
  • Giudicare ed etichettare: “Sei come un bambino che piagnucola”. “Sei troppo sensibile”.
  • Dovere: “Dovresti essere felice”. “Dovresti essere grato”.
  • Esercitare sarcasmo e derisione: “Oh, poverino. Ho ferito i tuoi sentimenti?”. “Beh, vorrei avere i tuoi problemi”.
  • Puntare sui sensi di colpa: “Non pensi anche agli altri oltre che a te stesso?”. “E i miei sentimenti allora?”.
  • Mettere in atto filosofie e luoghi comuni: “Il tempo guarisce tutte le ferite”. “Ogni situazione ha un lato positivo”.
  • Portare avanti il tema della religione: “Dio ti aiuterà”. “Il Signore sa”.

 

La verità è che molte di queste affermazioni possono rivelarsi vere e preziose se pronunciate al momento giusto (e con il tono giusto). Si trasformano invece in espressioni dell’annullamento dell’altro quando chi parla non ascolta con attenzione e non entra in empatia con l’altro. Saltando la fase dell’ascolto, si finisce per trasformare un input potenzialmente utile in un annullamento dell’altra persona. Il sostituto dell’annullamento è l’ascolto attento e la convalida di ciò che prova l’interlocutore prima di lanciarsi in una risposta.

 

La difensiva

L’autodifesa ha un suo ruolo ben preciso, per esempio quando veniamo accusati ingiustamente o quando le nostre parole vengono travisate. A volte dobbiamo alzarci e far sentire la nostra voce. Ma come per la maggior parte delle cose, esageriamo. L’esperto di matrimonio John Gottman definisce la difensiva uno dei “quattro cavalieri dell’Apocalisse” che distruggono il matrimonio.

La difensiva è un modello di autoprotezione, una disponibilità a sfidare o evitare le critiche… e le critiche possono effettivamente essere difficili da ricevere. Ciò che la persona sulla difensiva può non rendersi conto è che il suo comportamento danneggia anche chi la critica, perché quest’ultimo si sente inascoltato.

Spesso ci mettiamo sulla difensiva perché abbiamo delle convinzioni di fondo sbagliate come: “Dovrei essere perfetto”, “Le persone non dovrebbero mai trovare qualcosa di sbagliato in me”, “Nessuno dovrebbe mai criticare un’altra persona” o “Ogni critica è un attacco al mio carattere”. Queste aspettative irrealistiche gettano una base che rende quasi impossibile ricevere un feedback ragionevole con gentilezza.

Il sostituto della difensiva è l’apertura. Avete sentito bene. Lo stesso attacco che percepite come distruttivo per la vostra felicità può essere una benedizione sotto mentite spoglie. Prendete quello che vi dice la persona in questione ed estraetene la parte più preziosa.

 

Il fare un passo indietro

A volte abbiamo bisogno di una pausa dalle relazioni. Il problema è che il fare un passo indietro può diventare rischioso. Piccoli periodi di silenzio possono trasformarsi in un muro altissimo. In casi estremi, alcuni coniugi vivono in un isolamento totale e cronico.

Che tristezza quando questo accade. I coniugi si trovano ai lati opposti del legame spezzato, incapaci di unirlo nuovamente. Cosa manca in questo scenario? Un solido sistema di riparazione nella relazione. La riparazione è il sostituto del fare un passo indietro: una conversazione calma, completa di buon ascolto e scuse appropriate. Una volta stabilita l’abitudine alla riparazione, diventa più facile andare avanti.

 

L’interpretazione errata

Un uomo disse alla moglie: “Sei bellissima vestita di blu”.

Lei rispose: “Ah, quindi pensi che io sia brutta vestita di rosso?”.

Lui replicò: “No, ma adoro le tue curve”.

Lei ribatté: “Quindi pensi che io sia grassa?”.

E lui, ancora: “Dicono che gli uomini preferiscono le bionde, ma io adoro i tuoi capelli lunghi e scuri”.

E lei: “Quante volte pensi alle bionde?”.

Lui continuava a cercare di fare complimenti alla moglie, ma lei continuava a interpretarli negativamente. Alla fine, lui smise di provarci.

 

Il sostituto dell’interpretazione errata è “il controllare di aver capito bene”. Il controllare di aver capito bene consiste nel verificare se il modo in cui state interpretando le parole del vostro coniuge sia effettivamente corretto. Se il vostro partner vi dice: “Sei bellissima vestita di blu”, potreste dire: “Stai dicendo che non sto bene in altri colori?”. E il vostro partner avrebbe l’opportunità di correggere questa idea sbagliata. “No, no, non sto affatto dicendo questo. Sei bellissima vestita di tutti i colori, è solo che mi piaci soprattutto col blu perché fa risaltare il colore dei tuoi occhi e io amo i tuoi occhi”.

 

Un ulteriore aiuto

Sono sicura che tutti noi siamo colpevoli di questi comportamenti di tanto in tanto. Ma più siamo consapevoli di queste abitudini e di come ostacolano la qualità delle nostre relazioni, più passi possiamo fare per avere relazioni più sane.

Tenete presente che abbiamo solo scalfito la superficie delle soluzioni che possiamo iniziare ad applicare alle nostre relazioni. Molte coppie avranno bisogno di una consulenza per attuare questi cambiamenti.

 

 

Di Jennifer Schwirzer, musicista, consulente, moglie, madre e appassionata di Gesù. È un’oratrice internazionale, ha scritto 14 libri e tiene seminari per migliorare le relazioni tra le persone

Fonte: https://signsofthetimes.org.au/2024/04/six-habits-that-are-killing-your-relationships/

Traduzione: Tiziana Calà

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