VEGLIATE!

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È molto di più che una questione sul quando.

State attenti, vegliate e pregate, perché non sapete quando sarà quel momento. È come se un uomo, andando in viaggio, lasciasse la propria casa, dandone l’autorità ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e al portinaio ordinasse di vegliare. Vegliate dunque, perché non sapete quando il padrone di casa verrà; se di sera, a mezzanotte, al cantar del gallo o al mattino; perché, venendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!». (Marco 13:33-37)

Negli anni venti del secolo scorso il Colonello William “Billy” Mitchell dell’Esercito degli Stati Uniti, avendo visto l’efficienza dei bombardamenti aerei durante la Prima guerra Mondiale, ha rilasciato un terribile avvertimento: la flotta navale americana di Pearl Harbor, Hawaii, potrebbe essere attaccata da aerei imperiali giapponesi potenzialmente in ogni momento essi lo desiderino. (Una citazione spesso ripetuta ma difficile da documentare attribuita a Mitchell è che l’attacco potrebbe avvenire “una bella domenica mattina alle 7:30.”)

Più di 15 anni dopo la profezia di Mitchell divenne realtà, quasi al minuto preciso: il bombardamento giapponese di Pearl Harbor iniziò domenica 7 dicembre 1941, alle 7:55.

Tra gli anni venti e gli anni quaranta l’avvertimento di Mitchell fu sminuito; il colonello stesso fu processato davanti alla corte marziale e dichiarato colpevole di presunta “insubordinazione”, così si dimise dal suo incarico. Nel 1946 Mitchell ricevette postumo la Congressuale Medaglia d’Onore (morì nel 1936), essendo stato provato che aveva ragione sull’importanza da dare alla forza aerea militare.

Combattendo il compiacimento

Vale la pena ricordare la storia di “Billy” Mitchell non come motivo di incitamento alla guerra – proibita dal cielo – ma per far notare come molte voci importanti sono ignorate o attivamente scoraggiate a dispetto della realtà. La correttezza di Mitchell su cosa la forza aerea potrebbe fare era abbondantemente chiara a chiunque stesse osservando oggettivamente; i leader dell’America hanno ignorato le sue parole a loro rischio.

Due mila anni fa Gesù disse ai Suoi seguaci, tra cui me e te: “Veglia!”. Noi dobbiamo vegliare per i segni del Suo ritorno, essere coscienti di cosa stia succedendo intorno a noi. Lo stiamo facendo?

Molte cose ci distraggono: la casa e le necessità familiari, le pressioni del lavoro (nonostante il sabato settimanale che ci dà riposo!), e molte attività di piacere. Se le nostre circostanze fossero meno agiate, potremmo trovarci lavorando tutti i sei giorni su sette, faticando a provvedere per quelli che amiamo.

Per altri, potrebbe essere una questione di compiacimento o addirittura disdegno: alcuni di noi hanno sentito da quando erano molto giovani che “Gesù sta tornando presto!”. Anni, forse decenni, sono passati, e il mondo può non sembrare più vicino alla realizzazione della “beata speranza – l’apparizione nella gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Gesù Cristo,” come la rappresenta Paolo in Tito 2:13. Perché dovremmo essere eccitati per questo ora, quando le nostre speranze sono state infrante così tante volte finora?

Nessuno conosce il giorno né l’ora del ritorno di Cristo, e coloro che hanno provato a stabilire una data – da William Miller, un antenato del movimento degli Avventisti del Settimo Giorno, a Harold Camping, ultimo in ordine cronologico, un ingegnere e presentatore radio – sono stati delusi amaramente. Ma poiché non sappiamo esattamente quando, noi dovremmo rimanere focalizzati sul fatto che sta per succedere, e presto.

Perché lo dico? Perché così tanti dei segni di cui Gesù parlò in Matteo 24 stanno avvenendo: guerre e rumori di guerre, disastri naturali, carestia, conflitti interfamiliari e persecuzioni religiose. Proprio recentemente, se lo puoi credere, il presidente della Commissione sui Diritti Civili degli USA ha compilato un report dicendo che leggi non-discriminatorie devono – devono – avere la precedenza sulle credenze religiose profondamente osservate. Ha detto che “la libertà religiosa” è almeno fino ad un certo punto “un codice per…la supremazia cristiana” e l’intolleranza.

Diventare Pratici

In che modo veglieremo? Ecco qui alcuni suggerimenti:

Impara a conoscere il mondo intorno a te. Non molto tempo fa ho conosciuto una giovane donna della piccola nazione di Malawi, in Africa. Era meravigliata che io sapessi che il suo paese era relativamente giovane, piccolo e pure senza sbocchi sul mare. Quanto bene conosci tu le nazioni del mondo?

Impara a conoscere le persone e le culture. Potresti trovare l’opportunità di farlo in chiesa o a lavoro. Però cerca di trovare altri che potrebbero aiutarti a capire cosa sta succedendo nel mondo. Sarai più ricco così, te lo prometto.

Rimani vicino a Dio, a Gesù, e alla Parola. Solo attraverso lo studio della Bibbia e attraverso i consigli ispirati che noi chiamiamo Spirito di Profezia gli Avventisti del Settimo Giorno manterranno la loro comprensione degli eventi finali.

Ellen G. White, quella straordinaria donna alla quale Dio diede così tanta comprensione, disse bene: “Le parole di Cristo ai primi discepoli sono applicabili ai Suoi seguaci alla fine dei tempi: ‘Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!’ Marco 13:37.”

MARK A. KELLNER

Fonte: http://www.adventistreview.org/1611-66

Traduzione: Dragan Bjelic
Foto: unsplash

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