Antico e Nuovo Testamento: l’unità della Scrittura

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La Bibbia conta 66 libri scritti da autori diversi nell’arco di circa 1.500 anni. Esiste un tema comune, un filo conduttore? Se sì, qual è? Esiste un Dio dell’Antico Testamento e un Dio del Nuovo Testamento?

 

Ognuno dei 66 libri della Bibbia riflette la personalità, il luogo, il tempo e la cultura in cui è vissuto il suo autore. A seconda di questi fattori, i libri differiscono per argomento, stile di scrittura ed espressione.

Nella Bibbia troviamo la storia (Genesi, Giosuè, 1-2 Samuele, Atti degli Apostoli), la legislazione (Levitico, Deuteronomio), la poesia (Giobbe, Salmi, Cantico dei Cantici), le lettere (di Paolo, Pietro, Giovanni), i vangeli, la profezia classica (Geremia, Osea, Zaccaria), le raccolte di massime e detti (Proverbi) e i libri apocalittici (Daniele, Apocalisse). Naturalmente, un singolo libro può includere prosa, poesia e profezia, come ad esempio i libri dei Numeri e di Isaia.

Nonostante la diversità menzionata, i libri della Bibbia possono essere riuniti sotto un unico ombrello tematico. Rivelano gli incontri di Dio con l’umanità, compiuti su iniziativa di Dio, al fine di guidare gli uomini verso la realizzazione del piano divino. In tutta la Bibbia si assiste a un continuo interrogarsi dell’uomo sulla sua posizione rispetto alle aspettative di Dio. Questo interrogarsi comporta una guida, un incoraggiamento, un avvertimento, una punizione e un recupero.

 

C’è una rottura tra l’Antico e il Nuovo Testamento?

Nel contesto della diversità culturale e storica da cui proviene il testo biblico, è difficile per il lettore moderno accettare disposizioni e azioni che provengono da Dio stesso. La distruzione del mondo con il diluvio (cfr. Genesi 7:10-23), la distruzione di Sodoma e Gomorra (cfr. Genesi 19:12-29), la distruzione dei popoli dell’antica Palestina (cfr. Deuteronomio 20:6,17) o le punizioni per la violazione di alcuni comandamenti non sono di facile comprensione per il lettore abituato ai diritti umani e alla legislazione protezionistica di oggi. Detto questo, questi racconti biblici hanno sollevato interrogativi fin dall’antichità.

Ad esempio, il teologo Marcione (†154) vedeva un così grande contrasto tra l’Antico Testamento e il messaggio di Gesù, da postulare l’esistenza di due divinità: “Il Dio dell’Antico Testamento non era lo stesso Dio del Nuovo Testamento; la divinità dell’Antico Testamento era un Dio d’ira, quella del Nuovo Testamento un Dio d’amore; l’Antico Testamento portava la schiavitù, il Nuovo Testamento annunciava la libertà attraverso Cristo; la legge dell’Antico Testamento era in contrasto con il Vangelo del Nuovo Testamento; il Messia predetto dell’Antico Testamento non poteva essere lo stesso Messia del Nuovo Testamento”.

Di conseguenza, Marcione eliminò l’intero Antico Testamento e buona parte dei libri del Nuovo Testamento dai libri di studio per i cristiani. La drastica proposta di Marcione non è una soluzione accettabile per la comprensione della Bibbia. La conoscenza del messaggio biblico nel suo contesto letterario immediato e lo studio della storia e della cultura in cui la Bibbia è stata scritta sono indispensabili per risolvere molte ambiguità di questo tipo. Inoltre, dobbiamo tenere presente che dietro le azioni punitive divine si possono dedurre alcuni principi dalla Scrittura, quali:

 

  • Dio non agisce per impulso, ma solo in base alla legislazione;
  • Dio rivela le sue aspettative, informa, educa e avverte;
  • Dio concede un generoso tempo di ripensamento;
  • L’umanità sceglie continuamente e deliberatamente di agire contro le istruzioni divine;
  • Dio non è di parte, ma ha la stessa misura per tutti gli individui;
  • Ogni volta che distrugge su larga scala, Dio salva coloro che accettano di fuggire (Noè, Lot, Raab, la città di Gabaon).

 

Che si tratti di popoli pagani o di persone fedeli, come Mosè o Davide, Dio ha lo stesso atteggiamento nei confronti dei peccati dell’umanità. Dobbiamo tenere presente che ognuno di loro ha peccato conoscendo bene le leggi e le disposizioni divine. Anche nel caso del diluvio (cfr. Genesi 5:5-7), di Sodoma e Gomorra (cfr. Genesi 18:16-33) o dei popoli cananei (cfr. Genesi 15:16), c’è stato un tempo di grazia e di controllo da parte di Dio e una decisione premeditata da parte degli uomini di opporsi alla volontà divina.

Tuttavia, anche i messaggi più veementi dell’Antico Testamento hanno la funzione di mettere in guardia e di prevenire azioni riprovevoli, piuttosto che di punire crudelmente le trasgressioni. A titolo di esempio, possiamo citare i casi dei re Acab (cfr. 1 Re 21:27-29) e Manasse (cfr. 2 Cronache 33:12-13), i quali, pur essendosi macchiati di gravi peccati, furono perdonati da Dio dopo essersi pentiti.

La Bibbia non è scritta come un manuale in cui si leggono in sequenza ipotesi, prove e conclusioni. È piuttosto un libro complesso, con alcuni significati che si rivelano immediatamente al lettore, mentre altri scoprono il loro significato nel tortuoso svolgersi della narrazione e degli eventi descritti. Il fatto che per millenni sia stata una fonte di conoscenza per l’umanità, continuando ad essere attuale per i contemporanei, dimostra che la Bibbia porta con sé risposte a domande che l’individuo non può fare a meno di porsi.

 

 

Di Iosif Diaconu, ritiene che lo studio della Bibbia sia affascinante, in primo luogo, per ciò che ci insegna e, in secondo luogo, perché ci aiuta ad abbandonare ciò che erroneamente credevamo sulla Bibbia, sui suoi autori e sulle sue tematiche.

Fonte: https://st.network/analysis/top/old-testament-and-new-testament-the-unity-of-scripture.html

Traduzione: Tiziana Calà

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