La rivelazione incompleta

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Esistono argomenti che nemmeno la Sacra Scrittura spiega completamente? Se sì, perché Dio lo ha permesso?

 

Si è tentati di pensare che, trattandosi di una rivelazione, la Bibbia sia un libro in cui ciò che è rivelato viene anche pienamente spiegato. Dopo tutto, se lascia domande e incertezze, perché chiamarla rivelazione, no?

Tuttavia, l’idea che la Scrittura sia una rivelazione completa e che non lasci nulla di inspiegabile è un’esagerazione. È importante affermare che le cose riportate nella Bibbia “sono state scritte per ammonire noi” (1 Corinzi 10:11), ma soprattutto “sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Giovanni 20:31).

Da ciò comprendiamo che gli autori umani della Scrittura hanno cercato di raggiungere soprattutto questo obiettivo finale (la fede in Gesù come Salvatore). A volte, però, abbiamo descrizioni o affermazioni che non vengono pienamente chiarite nel modo in cui l’individuo contemporaneo si aspetterebbe.

Ecco alcuni esempi. Non ci vengono spiegate le ragioni per cui il male è sorto in un mondo perfetto. Non sappiamo come mai ci fosse dell’acqua sulla superficie del pianeta quando il sole non era stato ancora creato (cfr. Genesi 1:2) e la temperatura doveva essere molto al di sotto dello zero, rendendo così la terra verosimilmente circondata da ghiaccio.

Non ci è dato sapere da dove provenisse la luce del primo giorno (cfr. Genesi 1:3) prima della creazione del sole durante il quarto giorno. Non è chiaro chi sia l’angelo del Signore, che compare nell’Antico Testamento e che sembra essere un essere divino, distinto da Dio Padre (cfr. Giudici 6:22; 13:21-22). Non sappiamo nemmeno perché Dio abbia portato in cielo alcune persone (Enoc, Elia, Mosè). Non sappiamo perché anche persone innocenti muoiano nelle catastrofi. Non sappiamo come sia avvenuto il concepimento da parte dello Spirito Santo nel caso di Maria (cfr. Matteo 1:18,20). La Scrittura tace sul giorno del ritorno di Cristo (cfr. Matteo 24:36).

Perché Dio permette che ci siano domande senza risposta? Ci sono almeno tre motivazioni.

 

La prima ragione è pragmatica. Dobbiamo dire che la mancanza di spiegazioni come quelle citate nei paragrafi precedenti non impedisce alla Scrittura di presentare Dio al lettore in modo tale che questi arrivi a credere in lui attraverso Gesù Cristo. Sembra che il tema di fondo sia quello che conta prima di tutto. Innanzitutto, la Scrittura è stata scritta per scopi pratici.

È importante che le persone si trasformino interiormente, che cambino prospettiva, che arrivino a credere in Dio a livello pratico, confidando in lui nelle circostanze della vita. Devono essere consapevoli della loro condizione immutabile (“il salario del peccato è la morte”, dice Romani 6:23) per poter apprezzare la salvezza completa (“ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”, conclude il versetto).

 

La seconda ragione è culturale. La Bibbia è stata scritta per un pubblico con una visione del mondo e una prospettiva di vita diverse. Per esempio, la prospettiva orientale sul tempo non confonderà il lettore sul fatto che Gesù ha promesso di ritornare ma non ha specificato una data e un’ora ben precisa. Ci frustra, perché viviamo nell’era del post-orologio. Ma la Scrittura è scritta in accordo con la ricchezza culturale dei primi destinatari.

 

La terza ragione è spirituale. Gli autori dei libri biblici chiariscono che a Dio piace essere avvolto nel mistero e che noi esseri umani ci troveremo sempre di fronte a cose a cui non abbiamo accesso. In Deuteronomio 29:28 leggiamo: “Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge”.

Nemmeno la sapienza salomonica è sufficiente: “È gloria di Dio nascondere le cose; ma la gloria dei re sta nell’investigarle” (Proverbi 25:2). La non scoperta o l’assenza di spiegazione di tutte le cose richiede la fiducia in Dio e la dipendenza dalla sua sapienza. Questi atteggiamenti favorevoli a Dio non sono privi di sostanza. Si basano sulla promessa biblica che Dio è amore, conoscenza e giustizia.

 

 

Di Laurențiu Moț, che ha completato gli studi di dottorato nel campo del Nuovo Testamento nelle Filippine. È docente universitario e rettore dell’Università avventista di Cernica, in Romania.

Fonte: https://st.network/religion/the-incomplete-revelation.html

Traduzione: Tiziana Calà

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