Udire/ascoltare

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L’ebraico è una lingua d’azione, quindi le frasi sono normalmente strutturate intorno al verbo. Per Dio e per l’antico Israele è più importante cosa (l’azione o l’evento) sia accaduto rispetto a quando (il momento) sia accaduto. Per questo motivo, il verbo è spesso posto all’inizio delle frasi in ebraico. L’enfasi viene così posta sul verbo o sul predicato (azione) e sul soggetto (il nome o l’esecutore dell’azione) della frase. Tuttavia, quando il soggetto (nome) è posto per primo nella frase, indica uno spostamento dell’enfasi sul soggetto al posto dell’azione (verbo).

Il verbo ebraico shema è una parola significativa nella Bibbia ebraica, che ha il significato di base di “ascoltare”. Questo significato è evidente nelle 1.474 occorrenze della sua radice smh nell’intera scrittura ebraica. Un principio centrale della preghiera e del culto ebraico si basa su tre passaggi di Deuteronomio 6:4-9, 11:13-21 e Numeri 15:37-41 ed è noto come Shema. In Deuteronomio 6:4, il verbo shema è un imperativo, un comando: “Ascolta (shema) o Israele: Il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore”. Questa parola è ricca di significati pratici e profondi per l’antico Israele e per noi oggi.

“Ascoltare” è il primo e principale significato di shema. Sottolinea l’importanza di ascoltare la Parola di Dio. In Deuteronomio 6:4 e per tutta la durata della loro peregrinazione nel deserto, all’antico Israele veniva costantemente comandato di comportarsi “davanti a lui con cautela (shema)” e di ubbidire “alla sua voce” (Esodo 23:21). La prima occorrenza di questo verbo si trova nell’incapacità di Adamo ed Eva di “udire” (shema) la Parola di Dio nel giardino dell’Eden (cfr. Genesi 3:8,10). Il consiglio di ascoltare è accentuato nelle lettere alle sette chiese dell’Apocalisse: “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese” (Apocalisse 2:7,11,17,29; 3:6,13,22; cfr. Romani 10:17).

L’ascoltare segue l’udire. Si possono udire molte cose senza però ascoltare. Questo era uno dei problemi dell’antico Israele: udire senza ascoltare; “Ora, dunque, Israele, da’ ascolto (shema) alle leggi e alle prescrizioni […] affinché viviate ed entriate in possesso del paese” (Deuteronomio 4:1; 11:13,27; 12:28). In un mondo in cui c’è una moltitudine di voci e rumori, il popolo di Dio è chiamato a udire (e riconoscere) la Parola di Dio e ad ascoltarla con attenzione, senza dar retta al nemico e ai suoi falsi profeti (cfr. Genesi 39:10; Deuteronomio 13:3).

Il passo successivo è quello di prestare attenzione alla Parola di Dio. Israele deve prendere a cuore la Parola di Dio. La presunzione deve essere evitata come la peste (cfr. Deuteronomio 17:12-13). Adamo fu accusato di aver ascoltato più la moglie che le istruzioni di Dio (cfr. Genesi 3:17). L’ascolto della Parola di Dio è seguito dall’ubbidienza volontaria (cfr. Giacomo 1:22). Dio benedisse Abramo per la sua ubbidienza: “Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito (shema) alla mia voce” (Genesi 22:18). Mosè ricordò ai figli di Israele di “ubbidire” (shema ta) al Signore e di “osservare tutti i suoi comandamenti” (cfr. Deuteronomio 13:18; 15:5; 30:8).

Infine, se il popolo di Dio ode, ascolta, presta attenzione e ubbidisce alla sua Parola, la comprensione porterà i suoi frutti, è garantito. Nella generazione di oggi, la comprensione della ragione di Dio per la sua Parola può essere desiderata per prima, ma arriva sempre per ultima. È una prova di fede. Dio è fedele e nessuna delle sue promesse viene meno (cfr. Giosuè 21:45; 23:14; 1 Samuele 3:19). Shema significa quindi ascoltare, prestare attenzione, ubbidire e comprendere la Parola di Dio, il tutto in quest’ordine!

 

 

Di Tabua Kotobalavu Tuima, docente di teologia presso il Fulton Adventist University College.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2022/09/29/what-in-the-word-hear-listen/

Traduzione: Tiziana Calà

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