Parole che cambiano la vita

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Siamo stati creati per essere creature sociali

 

Ogni volta che affrontiamo una nuova esperienza, i collegamenti del nostro cervello cambiano. Nell’ambito delle neuroscienze, chiamiamo questo fenomeno plasticità, ed è una delle tante funzioni assolutamente meravigliose create da Dio per il nostro cervello; da quando è stata formalizzata la sua scoperta, qualche decennio fa, questa funzione ha provocato alcune divergenze all’interno della comunità di ricerca sul cervello e sul comportamento.

In effetti, quando si interagisce con gli altri, parti microscopiche dei neuroni subiscono un graduale cambiamento giornaliero: i dendriti ramificati diventano più folti e le connessioni neurali associate diventano più efficienti nella trasmissione dei segnali. In altre parole, le interazioni con gli altri, siano essi amici, familiari o persino estranei, svolgono un ruolo significativo nel contribuire alla struttura e alla funzione del cervello e sono essenziali per la nostra completezza come esseri umani.

Siamo stati creati per essere creature sociali e ciò che siamo, come agiamo e ci comportiamo e ciò che diciamo può avere un effetto importante su chi ci circonda. Per esempio, se si alza la voce quando si interagisce con qualcuno, si può influenzare ciò che accade all’interno del corpo dell’altra persona, come la sua frequenza cardiaca e le sostanze chimiche trasportate nel suo flusso sanguigno. Allo stesso modo, se una persona cara soffre, si può alleviare la sua sofferenza semplicemente tenendole la mano.

Ellen White descrive vividamente la tenerezza del volto di Gesù e le sue parole d’impatto quando si avvicinò all’uomo alla piscina di Betesda: “Il malato era sdraiato su una stuoia e ogni tanto sollevava il capo per guardare la vasca. All’improvviso, un volto dall’espressione dolce e misericordiosa si chinò su di lui, e la frase: Vuoi essere risanato?attirò la sua attenzione. Nel suo cuore si risvegliò la speranza. Sentiva che in qualche maniera sarebbe stato aiutato” (La speranza dell’uomo, p. 142).

Con le azioni e con le parole capaci di cambiare la vita, Gesù ha catturato l’attenzione dell’uomo paralizzato e alla fine lo ha guarito.

Le nostre parole possono avere un profondo effetto sugli altri. Infatti, come rivela Lisa Barret, psicologa sperimentale e neuroscienziata, ci regoliamo a vicenda con le parole. Per esempio, una parola gentile può tranquillizzare, mentre una parola negativa e iraconda può far percepire al cervello una potenziale minaccia. In entrambi i casi, la respirazione, la frequenza cardiaca e il metabolismo vengono influenzati, perché le numerose regioni cerebrali che elaborano il linguaggio regolano anche la frequenza cardiaca, sono coinvolte nella regolazione del glucosio che entra nel flusso sanguigno e che alimenta le nostre cellule, guidando il cambiamento del flusso di sostanze chimiche che sostiene il nostro sistema immunitario.

Secondo Barret: “Il potere delle parole non è una metafora; è nel nostro cervello”. Si tratta di un’affermazione che fa riflettere e che la Scrittura ci ha insegnato da tempo attraverso la saggezza di Salomone: “Le parole gentili sono un favo di miele; dolcezza all’anima, salute alle ossa” (Proverbi 16:24).

 

 

Di Daniel Bruneau, ha conseguito un dottorato di ricerca in interazione uomo-computer.

Fonte: https://adventistreview.org/magazine-article/life-changing-words/

Traduzione: Tiziana Calà

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