Non la mia volontà, ma quella di Dio

Shares

Perché gli esseri umani lottano così tanto con l’autocontrollo?

 

Presto Gesù sarebbe stato crocifisso. Quando il giorno si avvicinò, Gesù era profondamente angosciato e si ritirò con i suoi discepoli nel Getsemani per pregare.

Istruì Pietro, Giacomo e Giovanni di pregare e di vegliare.

Mentre Gesù pregava, però, essi si addormentarono.

Trovandoli addormentati, Gesù si lamentò: “Così, non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è prono, ma la carne è debole” (Matteo 26:40-41).

 

La lotta

La carne è davvero debole. Vi siete mai sentiti come se doveste affrontare una guerra all’interno della vostra mente? Paolo descrive così questa lotta: “Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l’uomo interiore, ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra” (Romani 7:22-23).

Perché gli esseri umani lottano così tanto con l’autocontrollo e cosa possiamo fare a riguardo?

La risposta alla prima parte di questa domanda è semplice. Dalla caduta dell’umanità nell’Eden, siamo vulnerabili agli inganni e agli attacchi del serpente, “il diavolo”, che “va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (1 Pietro 5:8), ed ereditiamo una tendenza o inclinazione al peccato, ciò che Paolo ha definito “la legge del peccato che è nelle mie membra”.

Vi è mai capitato di provare due desideri contrastanti allo stesso tempo?

Forse volete mangiare un altro piatto di un pasto delizioso, ma non volete farlo perché non volete ingrassare. Su un certo livello desiderate mangiare di più (un desiderio di primo ordine), ma su un altro livello desiderate non desiderare di più (un desiderio di secondo ordine).

Di fronte alle tentazioni reali, abbiamo solo bisogno di una forza di volontà più forte, giusto? Se mi impegno abbastanza, forse riesco a imporre la mia volontà sulle mie inclinazioni minori. Potrei ottenere qualche successo con la sola forza di volontà. Tuttavia, nella misura in cui i miei desideri e le mie inclinazioni interiori continuano a spingermi nella direzione opposta, affidarsi alla pura forza di volontà equivale a predisporsi al fallimento, prima o poi.

Ciò di cui abbiamo bisogno, quindi, non è semplicemente resistere a queste inclinazioni, ma trasformarci a livello dei nostri desideri interiori più profondi, perché prima o poi le nostre azioni seguiranno ciò che desideriamo più profondamente, consciamente o inconsciamente.

Cosa possiamo fare, allora?

In breve: rivolgere lo sguardo a Gesù.

Più precisamente, guardare a Gesù, “colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12:2), come nostro perfetto esempio e intercessore.

 

Gesù, il nostro esempio perfetto

Gesù fornisce l’esempio supremo di autocontrollo.

Nel Getsemani, Gesù affrontò la prova suprema.

Mentre i suoi discepoli dormivano, egli pregò affinché, se possibile, il Padre lo liberasse dalla sofferenza e dalla morte sulla croce, ma pregò anche, dicendo: “Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta” (Luca 22:42).

In questo modo ha rinunciato alla sua volontà per allinearsi a quella del Padre.

Su un certo livello Gesù voleva vivere piuttosto che soffrire e morire. Non era un desiderio peccaminoso, ma era in conflitto con il suo desiderio più profondo di salvare il mondo, in accordo con la volontà del Padre.

Ha scelto di non evitare la croce come desiderava, ma “per la gioia che gli era posta dinanzi [Cristo] sopportò la croce” (Ebrei 12:2).

Quando Cristo ha affrontato la croce, non ha potuto vedere attraverso le nubi delle tenebre. Non poteva quindi sentire la gioia che sarebbe derivata dal suo sacrificio per noi. Non poteva affidarsi con sicurezza alle sue emozioni, ai suoi impulsi corporei o ai suoi desideri immediati. Invece, si è affidato alla verità della rivelazione divina sulla volontà di Dio, che ha rivelato ciò che era davvero meglio nel lungo periodo, anche quando le circostanze sembravano dire altrimenti.

Gesù ha vinto grazie alla preghiera fervente e all’abbandono della sua volontà alla volontà del Padre.

Al contrario, i suoi discepoli fallirono.

Non molto tempo prima, Gesù aveva predetto che Pietro lo avrebbe rinnegato tre volte, avvertendo che Satana pretendeva di “vagliare” Pietro come “grano” (cfr. Luca 22:31). Pietro protestò, ma dopo che Gesù venne arrestato, Pietro fece proprio come Gesù aveva predetto, maledicendo e negando con veemenza di conoscere Gesù (cfr. Matteo 26:69-75).

Anche gli altri discepoli si allontanarono, proprio come aveva predetto Gesù (cfr. versetto 31).

Al contrario, grazie alla preghiera fervente e all’abbandono alla volontà del Padre, Gesù rimase saldo di fronte alla prova più dura, tanto da sudare persino gocce di sangue (cfr. Luca 22:44).

Non è stato un compito facile per Cristo. Sebbene Gesù non avesse alcuna inclinazione al peccato, le tentazioni che ha affrontato erano molto più grandi di quelle che affronteremo mai noi. Egli portava sulle sue spalle il peso di tutti i peccati del mondo. Come disse Ellen White: “L’uomo non dovrà mai affrontare tentazioni forti quanto quelle che assalirono il Cristo” (Consigli sull’economato cristiano, p. 152).

Immaginate la tentazione nel Getsemani e oltre. Immaginate la tentazione di andarsene.

Pur essendo divino, Gesù non doveva usare la sua potenza divina per se stesso, quindi non la impiegò per resistere a questa o ad altre tentazioni. Invece, pregò il Padre per ottenere forza e sostentamento, consegnando la sua volontà al Padre.

L’autocontrollo di Cristo era indissolubilmente legato al suo abbandono alla volontà del Padre e all’affidamento al potere dall’alto attraverso la preghiera.

 

L’addestramento in preparazione alla prova

Gesù, tuttavia, non iniziò a pregare e ad arrendersi alla volontà del Padre nel Getsemani. Entrambi gli elementi rappresentavano una pratica continua durante il suo ministero. Quando arrivò la dura prova, era già preparato.

In precedenza, quando Satana lo aveva tentato nel deserto, Gesù aveva risposto a ogni tentazione con la Scrittura: “Sta scritto” (cfr. Matteo 4:4,7,10).

Se vogliamo resistere, soprattutto durante la crisi finale degli ultimi tempi, dobbiamo seguire l’esempio di Cristo, che ha pregato con continuo fervore, si è arreso completamente alla volontà del Padre e ha interiorizzato e seguito gli insegnamenti della Scrittura, vivendo “di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (versetto 4).

Per fare ciò, però, non basta una lettura superficiale della Scrittura. Anche il nemico può citare la Scrittura, come fece quando tentò Gesù nel deserto (cfr. versetto 6). Ma Satana ha citato la Scrittura fuori contesto, distorcendola. Anche noi possiamo farlo o essere tentati di farlo se trascuriamo uno studio attento e profondo della Parola di Dio, se trascuriamo di comprendere ogni parte della Scrittura alla luce di tutto ciò che questa insegna.

Il gran conflitto è soprattutto un conflitto a livello delle nostre menti, relativo a ciò che crediamo e vogliamo, che alla fine si riduce nel chi amiamo e di chi ci fidiamo.

Per questo Paolo sottolinea la necessità di “fare prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo” (cfr. 2 Corinzi 10:5). Questo non si ottiene semplicemente allontanando i pensieri corrotti; il discepolato della propria mente richiede di riempire la propria mente di cose buone, attraverso la Scrittura e la preghiera.

Ciò richiede disciplina e pratica regolare, come un atleta che si allena per una gara. Non ci si sveglia un giorno e si corre una maratona alle Olimpiadi senza prima essersi allenati a lungo e duramente. La gara che i discepoli di Cristo devono affrontare, tuttavia, è molto più grande di qualsiasi maratona, soprattutto negli ultimi tempi.

Utilizzando la metafora dell’allenamento per una gara, Paolo scrive: “Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato” (1 Corinzi 9:27).

Con l’avvicinarsi della fine, questo “allenamento” diventa più importante. Durante il gran conflitto, il nemico conduce una guerra di disinformazione, cercando di inebriare le persone con gli insegnamenti e le pratiche di Babilonia (cfr. Apocalisse 12:7-9; 14:8). Prima della fine, sul mondo si abbatteranno potenti illusioni e prove che, se fosse possibile, farebbero cadere anche gli eletti.

Ellen G. White scrisse: “La battaglia finale sarà caratterizzata da una violenza senza precedenti. Gli inganni di Satana risulteranno più sottili, i suoi attacchi più precisi e tali da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti” (Il gran conflitto, p. 19).

Con l’avvicinarsi della fine, l’autocontrollo, soprattutto in termini di abbandono alla volontà di Dio, diventerà sempre più controcorrente. Già oggi il mondo predica regolarmente l’autoindulgenza: fare ed essere ciò che si vuole, ciò che ci fa sentire bene. La Scrittura, al contrario, invita all’abnegazione e all’autocontrollo, cercando di conoscere e seguire la verità.

In un’epoca di autoindulgenza, l’autocontrollo è più che mai fondamentale.

Come scrive Pietro: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo” (1 Pietro 5:8-9).

Come abbiamo visto, Pietro sapeva di cosa stava parlando.

Sebbene all’inizio fosse sicuro di sé e convinto che non sarebbe mai caduto come gli altri (cfr. Matteo 26:33), Pietro imparò che si può resistere agli attacchi di Satana solo grazie alla potenza di Dio, e così aggiunse: “Il Dio di ogni grazia, […], dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente” (1 Pietro 5:10).

Dobbiamo quindi guardare a Cristo non solo come esempio perfetto, ma anche come intercessore continuo.

 

Gesù, il nostro perfetto intercessore

Anche ora Cristo intercede per i credenti come sommo sacerdote nel santuario celeste, operando per e in tutti coloro che lo accettano come Salvatore e Signore. Egli “può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro” (Ebrei 7:25).

Allo stesso modo, abbiamo bisogno dell’opera dello Spirito Santo, che “intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili” (Romani 8:26).

Anche se il tempo dell’influenza del nemico si sta esaurendo (cfr. Apocalisse 12:12), egli rimane un nemico potente, contro il quale nessuno deve pensare di poter resistere con le proprie forze.

La vittoria duratura in questo conflitto può arrivare solo attraverso Cristo e la potenza dello Spirito. Infatti, “il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine” e, ultimo ma non per importanza, “autocontrollo” (Galati 5:22).

Man mano che ci avviciniamo alla fine della storia del mondo, le insidie e le tentazioni del nemico non faranno che aumentare, soprattutto contro il popolo di Dio.

Alcuni hanno l’idea sbagliata che seguire Cristo sia facile. Ma la Scrittura insegna che i discepoli di Cristo dovranno affrontare gravi prove. Come Gesù stesso ha predetto: “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16:33).

 

Quando il giorno si avvicina, quindi, dobbiamo essere più diligenti e vigili:

(1) pregando e vegliando con fervore,

(2) rinunciando alla nostra volontà in favore di quella di Dio,

(3) disciplinando noi stessi e facendo prigioniero ogni pensiero secondo la Parola di Dio e

(4) restando sobri e preparati a resistere agli inganni e agli assalti del nemico in questo conflitto cosmico.

 

Tutto questo richiede una continua fiducia nell’opera di Dio per e in noi, riconoscendo che Cristo e lo Spirito Santo intercedono continuamente per noi. Come disse Ellen White: “Se non ci affidiamo a Dio non saremo mai al sicuro. Vegliando e pregando potremo conservarci integri” (Profeti e re, p. 54).

Il nostro autocontrollo è indissolubilmente legato alla nostra resa alla volontà di Dio e alla fiducia nella sua potenza. Come il tralcio muore se staccato dalla vite, anche noi non possiamo fare nulla senza Cristo (cfr. Giovanni 15:5). Ma con Cristo la vittoria finale è assicurata. Cristo non ci lascerà mai né ci abbandonerà. Ci aiuterà sempre. Affidiamoci a lui e confidiamo in lui: solo così troveremo l’autocontrollo, nel lasciare tutto nelle sue mani.

 

 

Di John Peckham, redattore associato di Adventist Review Ministries e professore di teologia e filosofia cristiana alla Andrews University

Fonte: https://adventistreview.org/magazine-article/not-my-will-but-gods/

Traduzione: Tiziana Calà

Una moderna famiglia missionaria segue le orme dei pionieri
La scoperta del Sabato

Avventista Magazine

La rivista ufficiale della Federazione Chiesa Avventista del Settimo Giorno della Svizzera romanda e del Ticino.

E-MAGAZINE

ADVENTISTE MAGAZINE TV

Top