Cosa deve sapere il vostro pastore

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Se un pastore ha fatto (o sta facendo) una differenza significativa nella vostra vita, diteglielo.

 

La porta d’ingresso si chiuse con un sonoro tonfo. Ero ancora nella mia stanza e stavo infilando il mio quadernino nello zaino. Con movimenti misurati chiusi la cerniera, presi il mio pranzo e mi diressi verso la porta che si era chiusa poco più di cinque minuti prima. Aprendola, lanciai un’occhiata al vialetto vuoto: il mio stomaco fece un balzo. Mia madre aveva finalmente fatto ciò che aveva minacciato molte mattine di scuola: mi aveva lasciata a casa.

Era la preside e spesso doveva arrivare in anticipo per aprire il cancello della scuola. E sebbene io non fossi del tutto una studentessa delle medie pigra, ero il motivo per cui non sempre riusciva ad arrivare prima del primo studente. Quella mattina ero stata debitamente avvisata dell’orario di uscita, oltre a un ultimo avvertimento gridato mentre lei usciva dalla porta.

Mi sedetti sui gradini d’ingresso, valutando la mia situazione e le mie opzioni. Sentii il rumore di un tosaerba dall’altra parte della strada. Da dietro l’angolo della sua casa spuntò il nostro pastore, che spingeva un tosaerba in quella calda mattina di primavera. Grata che abitasse dall’altra parte della strada, lo salutai con la mano e mi avvicinai di corsa.

“Mia madre mi ha lasciato a casa perché non ero pronta per tempo. Potresti accompagnarmi a scuola quando hai finito?”, chiesi tutto d’un fiato, mentre lui premeva un pulsante per far spegnere il suo tosaerba.

Asciugandosi la fronte sudata con uno straccio che aveva tirato fuori dalla tasca posteriore, il pastore fece spallucce. “Beh, posso accompagnarti adesso”, mi rispose. “L’erba può aspettare. Porto il tosaerba sul retro e ci vediamo davanti a casa tra un paio di minuti”.

Ringraziando, tornai di corsa a casa nostra, chiusi accuratamente la porta a chiave e aspettai davanti alla portiera del passeggero della macchina del pastore. In due minuti netti apparve con una camicia pulita, i capelli bianchi pettinati e le chiavi in mano. Arrivammo presto a scuola e, dopo aver pronunciato diversi e profondi “grazie”, entrai mentre lui se ne andava.

Questo è solo uno dei miei ricordi di pastori che hanno fatto la differenza nella mia vita. Dal coordinamento di lavori, alle serate in palestra, alla scrittura di articoli profondi; dalla consulenza prematrimoniale, alla presentazione al tempio dei miei figli; dalla richiesta e dall’ascolto delle mie idee per la grafica dei sermoni, alla gestione di programmi di servizio in favore della comunità; dalla celebrazione di importanti traguardi, alla condivisione del lutto, sono tanti i pastori che hanno avuto un impatto profondo nella mia vita.

Sebbene non ricordi molti dei loro sermoni, ricordo la loro gentilezza, la loro passione, la loro dedizione, il loro spirito simile a quello di Cristo.

 

Tenere le mani in alto

Ellen G. White scrive del rapporto tra i pastori e i loro membri di chiesa: “Il tempo così guadagnato sia speso per lottare con Dio per i vostri ministri di culto. Tenete le loro mani in alto, come fecero Aronne e Ur con le mani di Mosè”.

L’autrice avverte che il rapporto è reciproco: “La negligenza dei ministri ha scoraggiato il popolo, e la mancanza di interesse, abnegazione e apprezzamento del lavoro da parte del popolo ha scoraggiato i ministri”.

La White ci ricorda che dobbiamo lavorare insieme. “Che si veda che Cristo, non il ministro di culto, è il capo della chiesa. I membri del corpo di Cristo hanno una parte da svolgere e non saranno considerati fedeli se non svolgono la loro parte. Che l’opera divina si compia in ogni anima, finché Cristo non vedrà la sua immagine riflessa nei suoi discepoli”.

So che la mia esperienza non è quella di tutti. Ci sono storie tragiche di abusi da parte del mondo pastorale e nessuno di questi comportamenti deplorevoli dovrebbe mai essere permesso o tollerato nella maniera più assoluta. Ci sono pastori narcisisti e arroganti e i danni che provocano sono catastrofici.

Sono stata davvero benedetta dal fatto che i pastori della mia vita sono stati riflessi impegnati e premurosi dell’amore di Dio. Non sono stati perfetti, ma ho visto Dio in loro e attraverso di loro. E voglio prendermi del tempo per riconoscere la gratitudine che sento.

Conoscete dei pastori che hanno fatto (o stanno facendo) una differenza significativa nella vostra vita? Fateglielo sapere (cfr. 1 Tessalonicesi 5:12-13). Diteglielo, dimostrateglielo.

Il loro lavoro non è facile. Hanno bisogno di sapere che quello che hanno fatto vi ha in qualche modo toccati.

 

 

Di Kimberly Luste Maran

Fonte: https://adventistreview.org/commentary/what-your-pastor-needs-to-know/

Traduzione: Tiziana Calà

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