Tre in uno

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Trinità. Per la maggior parte di noi, questa è solo una semplice parola. Un toponimo, forse? In questo momento, un promotore immobiliare sta costruendo il porto turistico e il complesso residenziale Trinity Point non lontano da casa mia. Mia suocera frequenta la chiesa in un quartiere di Adelaide chiamato Trinity Gardens. E poi c’è Trinity, uno dei personaggi principali dei film Matrix, per non parlare dei famosi spaghetti di Trinità, un personaggio western degli anni ‘70.

Ma nessuno di queste accezioni indica il vero significato della parola né dà un accenno ai secoli di conflitto trascorsi prima che diventasse un tradizionale insegnamento cristiano. In parole povere, “Trinità” esprime che Dio è uno, oltre a essere contemporaneamente Padre, Figlio e Spirito Santo.

Ora, se avete la mente logica o matematica, leggerete quest’ultima affermazione e visualizzerete immediatamente un’equazione nella vostra testa che assomiglia a questa: 1 + 1 + 1 = 1. Che, naturalmente, non torna. Come può Dio essere sia Tre che Uno? Alcuni ricercatori spirituali scrivono a proposito del cristianesimo: se la sua stessa base non ha senso, come possono i suoi insegnamenti essere affidabili?

Ma se consideriamo Dio come infinito e al di fuori del nostro continuum spazio-temporale, non è così difficile cercare equazioni alternative ai margini della matematica. 0 + 0 + 0 + 0 = 0, per esempio, un’operazione corretta. O, meglio ancora, usando i simboli dell’infinito, ∞ + ∞ + ∞ = ∞. Sicuramente, qualsiasi Dio degno di essere venerato non può essere quantificato.

Il teologo Robert McIver nel testo intitolato Meaning for the New Millennium osserva che anche la fisica fornisce illustrazioni per la natura “Tre-in-uno” di Dio: “…si dice che gli oggetti hanno tre dimensioni: altezza, profondità, larghezza; ognuna di queste dimensioni è completamente separata e riempie totalmente l’oggetto, pur essendoci un solo oggetto. Oppure… la luce stessa, che secondo un insieme di dati agisce come onde e che secondo un altro insieme di dati agisce come un flusso di particelle. Sembra che sia due cose contemporaneamente”.

Molti insegnanti cristiani hanno preferito un approccio più casalingo alla spiegazione della Trinità, anche se tutti confessano che le loro metafore non riescono a cogliere la piena grandezza di Dio. Secondo la leggenda, San Patrizio, per esempio, ha attirato l’attenzione su una foglia di trifoglio, notando che si tratta contemporaneamente di tre foglie e di una sola foglia. Oppure, in tempi più recenti, ho sentito un predicatore su YouTube affermare che comprendere la Trinità è “semplice come una torta di mele”: si può tagliare la torta in tre fette, ma, mentre il bordo rimane separato, il ripieno di frutta che cola si riunisce non appena togliamo il coltello. Si tratta di tre fette ma è pur sempre un’unica torta.

 

Prove bibliche?

Ma questi sono solo astuti giochi di parole usati dai cristiani o la Bibbia insegna di fatto la dottrina della Trinità? Qui ci troviamo subito nei guai, perché la Bibbia non usa affatto la parola “Trinità”. Non include nemmeno una discussione focalizzata o una spiegazione della natura “Tre-in-uno” di Dio. Dobbiamo invece affidarci ad accenni e menzioni passeggere presenti nell’Antico e nel Nuovo Testamento, ricostruendoli insieme e identificando i modelli, senza diventare arroganti riguardo alle nostre conclusioni. Anche perché, chi pensiamo di essere da riuscire a spiegare Dio nella sua totalità? I nostri migliori sforzi sono solo un tentativo. Tenendo tutto questo bene a mente, proviamoci!

 

L’essenza dell’Unità

Ancora oggi, un ebreo ripeterà quotidianamente il credo conosciuto come Shema (la parola ebraica per “ascoltare”), che inizia con: “Ascolta, Israele: il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore” (Deuteronomio 6:4). Questo è solo un esempio dei molti riferimenti biblici all’Onnipotenza di Dio, una distinzione importante da fare nel mondo antico, dove si adoravano molte divinità. Ma, curiosamente, il primo nome di Dio usato nella Bibbia, proprio in Genesi 1:1, dove viene descritta la creazione dei “cieli e della terra”, è Elohim, che letteralmente significa “Dei”, al plurale. Ne riceviamo accenni nelle traduzioni moderne della Bibbia quando leggiamo versetti come: “Poi Dio [Elohim] disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine’”. (Genesi 1:26).

La complessità dell’unità è accennata anche in Genesi 2:24, dove si legge: “…l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne”. L’ideale intimità del matrimonio, dove una coppia di anziani finisce l’uno le frasi dell’altra, è una debole eco dell’unità e della trinità che vediamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.

 

Il Natale sta arrivando

Sì, è un po’ presto per iniziare a pensare a decorazioni e canti, ma non è niente in confronto ai millenni che gli antichi passavano in attesa della nascita del Messia promesso, il primo Natale. Come diceva il profeta Isaia, riportato poi nella composizione “Messiah” di Handel: “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” (Isaia 9:6).

In queste parole profetiche, scritte circa 700 anni prima della nascita di Gesù, vediamo chiaramente come il Figlio promesso sia anche chiamato “Dio potente” e “Padre eterno”. Il Messia non doveva essere solo il Figlio di Dio, ma Dio stesso, al punto che non diventa chiaro se Egli è Figlio o Padre.

Mentre Gesù era attento a ciò che rivelava di sé stesso durante il suo ministero terreno, i leader ebraici rigorosamente monoteisti del suo tempo erano sempre alla ricerca di un’opportunità per portarlo fuori strada, visto che si era identificato chiaramente come Dio. Prendiamo questa dichiarazione, per esempio: “In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono” (Giovanni 8:58). Il suo uso apparentemente sgrammaticato di “Io sono” invoca una storia cruciale dell’Antico Testamento in cui Dio articola il suo nome: “Mosè disse a Dio: ‘Ecco, quando sarò andato dai figli d’Israele e avrò detto loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi, se essi dicono: Qual è il suo nome? Che cosa risponderò loro?’ Dio disse a Mosè: ‘Io sono colui che sono’. Poi disse: ‘Dirai così ai figli d’Israele: l’Io sono mi ha mandato da voi’”. (Esodo 3:13-14).

Così, quando Gesù ha detto che Egli è “io sono”, insieme alla sua affermazione che Egli, un uomo sulla trentina, esisteva prima di Abramo, 2000 anni prima, affermava di essere Dio stesso, che esisteva al di fuori della scala temporale umana.

E sulla questione dell’unità, Gesù era di nuovo sorprendentemente chiaro: “Io e il Padre siamo uno”, disse ai giudei (Giovanni 10:30). E ai suoi discepoli: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Giovanni 14:9).

 

Consolatore

Ma la Trinità non include anche lo Spirito Santo? Sì. Genesi 1:2 menziona “lo Spirito di Dio” o, in ebraico, Ruach Elohim. Ruach significa “respiro” o “vento”. Anche in italiano, quando usiamo termini come “respirazione”, “ispirare” o “espirare”, entriamo a contatto con il significato letterale dietro alla parola “Spirito”.

Ma mentre l’Antico Testamento usa l’espressione “Spirito Santo” più di una volta, è nel Nuovo Testamento che vediamo più chiaramente il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo con ruoli distinti. Al battesimo di Gesù, per esempio: “Gesù, appena fu battezzato, salì fuori dall’acqua; ed ecco i cieli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dai cieli che disse: Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto” (Matteo 3:16-17). Così qui vediamo Gesù, un essere umano, identificato come Figlio dal Padre. Vediamo anche lo Spirito Santo, differenziato sia dal Padre che dal Figlio per la sua forma di colomba e per il fatto che è in contatto fisico con Gesù, in contrasto con la “voce dal cielo” del Padre. Ancora oggi, seguendo questo precedente e seguendo le istruzioni di Gesù (cf. Matteo 28:19), i cristiani battezzano con le parole: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Gesù cercò di spiegare i diversi ruoli del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ai suoi discepoli, che all’inizio non riuscirono a comprenderlo. Egli promise loro la presenza e l’aiuto del “Consolatore”. Si pensi a Giovanni 14:26, per esempio: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto”. Anche qui vediamo tutte e tre le Persone della Trinità: il Padre, il Figlio (Gesù che parla) e lo Spirito Santo.

 

Molto di più

Questo articolo è un’introduzione a ciò che la Bibbia dice della Trinità, non prendetelo come uno studio completo. C’è molto di più da esplorare. Il ruolo di Gesù come Creatore, Parola, Messia e Agnello di Dio, per esempio (cf. Giovanni 1, un capitolo che potreste facilmente analizzare per il resto della vostra vita); la prova biblica che lo Spirito Santo è davvero una Persona con sentimenti e sovranità, non una presenza o una forza nebulosa; o la verità di un Padre amorevole e con il cuore spezzato, piuttosto che il mito di un Dio vendicativo e assetato di sangue che aveva bisogno di essere placato dalla morte sacrificale di Gesù. Prendete una giusta traduzione moderna della Bibbia, pregate per una migliore comprensione e leggete, riflettete, confrontate, studiate e pregate ancora un po’. Cercate il consiglio di persone istruite e mature che possano aiutarvi nelle parti difficili. E non abbiate paura di non sapere. Il nostro Dio è un Dio del mistero infinito: possiamo passare l’eternità a conoscerlo.

L’apostolo Paolo ha concluso una delle sue lettere con la seguente benedizione trinitaria, particolarmente adatta in questo contesto: “La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (2 Corinzi 13:13).

 

 

Di Kent Kingston, redattore di Signs of the Times. Vive con la sua famiglia nella regione del lago Macquarie nel Nuovo Galles del Sud.

Fonte: https://signsofthetimes.org.au/2020/01/three-in-one/

Traduzione: Tiziana Calà

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