Il giorno in cui il mio studente buddista chiese di pregare

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studente buddista prega

Quanto spesso vediamo le scuole avventiste come centri di evangelizzazione?

 

Mi ha colto di sorpresa. Non la sua preghiera, quella era stata breve e semplice: “Signore, benedicici in questa giornata e grazie per il nostro cibo”. C’era qualche altra parola che non ricordo, perché a quel punto ero profondamente sorpreso e grato per la sua semplice preghiera.

Sam* era arrivato alla scuola avventista quattro anni prima. Non aveva mai visto una Bibbia prima di quel momento, ma il primo giorno di scuola ne aveva una tra il suo materiale scolastico. Aveva difficoltà a dare un senso a quel libro. Aveva molte pagine e alcune strane parole, ma sembrava che le storie gli piacessero.

Un giorno, mentre la nostra classe concludeva il culto mattutino, Sam alzò la mano e chiese: “Potete pregare per mia nonna? È malata”. Presto iniziò a parlare di Gesù e della sua morte in croce per i nostri peccati.

Era consuetudine nella nostra classe pregare per il nostro pasto prima di recarci in mensa. Gli studenti sono invitati a pregare, ma solo alcuni si offrono occasionalmente come volontari; la maggior parte di loro è troppo timida. In questa particolare occasione, Sam alzò la mano, offrendosi. “Posso pregare?”, chiese.

Quel momento è stato sorprendente e significativo per me, perché la famiglia di Sam è buddista. Prima di entrare nella nostra scuola, Sam non sapeva nulla del Dio che adoriamo. Non sapeva nulla di Cristo o di come trovare libri, capitoli e versetti nella Bibbia.

Ma Sam era in un viaggio spirituale all’interno della nostra scuola avventista, il campo missionario rappresentato dal nostro piccolo istituto. E quel giorno scelse di partecipare a una delle pratiche più “preziose” della nostra fede: la preghiera. Parlare con Dio, come a un amico.

 

La missione dell’educazione avventista

Ci riferiamo spesso alla “redenzione” come obiettivo finale dell’educazione avventista, e quando parliamo di redenzione, parliamo di evangelizzazione, ovvero portare l’umanità ad avere una relazione con Dio. “Nel senso più elevato l’opera dell’educazione e quella della redenzione sono una stessa cosa, perché tanto nell’educazione quanto nella redenzione ‘…nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù’” (Ellen G. White, Principi di educazione cristiana, p. 19).

Ma quante volte vediamo le scuole elementari come centri di evangelizzazione?

Molti anni fa, ho partecipato a una riunione di pastori e presidi nell’Unione in cui servivo. Uno dei pastori si rivolse all’assemblea, esprimendo la sua opposizione al fatto che la sua chiesa deviasse fondi preziosi per sostenere la scuola locale piuttosto che investire nell’evangelizzazione della chiesa. La cosa è successa molto tempo fa, e sono contento che la maggior parte dei miei amici pastori consideri le nostre scuole come centri di evangelizzazione. Eppure mi chiedo ancora quanti membri di chiesa ben intenzionati continuino a vedere le scuole avventiste come oneri finanziari piuttosto che come i centri di evangelizzazione che sono veramente.

Due anni dopo che i genitori di Sam lo iscrissero alla scuola avventista, iscrissero anche sua sorella minore. Sam venne anche a conoscenza degli scout e volle unirsi al club. I suoi genitori accettarono. Non molto tempo dopo, anche sua sorella seguì il suo esempio.

La storia di Sam fa luce su una realtà avventista: siamo qui per una ragione, e quella ragione è portare il Vangelo in tutto il mondo. In altre parole, la nostra raison d’être come avventisti è l’evangelizzazione. Portare gli altri a conoscenza dei messaggi dei tre angeli. E quale posto migliore per iniziare se non nelle nostre scuole?

Non è un segreto che le nostre chiese stiano invecchiando e che stiamo lottando per “rimpiazzare” i membri che perdiamo. Alcune chiese sono diventate edifici vuoti, scarsamente occupati una volta alla settimana, il sabato mattina. È tempo che i nostri dipartimenti educativi e ministeriali si uniscano e si rendano conto che siamo una cosa sola. Affinché le nostre chiese possano prosperare, dobbiamo crescere insieme, e per questo dobbiamo investire nell’evangelizzazione dei giovani.

 

 

*Nome inventato.

 

 

Di José Reyes

Fonte: https://adventistreview.org/commentary/the-day-my-buddhist-student-asked-to-pray/

Traduzione: Tiziana Calà

La potenza della preghiera di intercessione
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