La potenza della preghiera di intercessione

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preghiera intercessione

Mi sono seduta in silenzio, ascoltando quello che, per me, è stato uno dei commenti più tristi mai sentiti.

“Non credo nella preghiera di intercessione”, disse.

Il suo viso era segnato da rughe profonde e sembrava più grande di quanto fosse in realtà. Anche se non era una mia superiore, occupava una posizione più alta di me all’interno della chiesa. Avevamo discusso di un problema che aveva bisogno di una soluzione, e al più presto. Avevo suggerito di pregare affinché Dio intervenisse e prendesse in mano la situazione.

“Non credo proprio nella preghiera di intercessione”, ripeté, questa volta in modo un po’ più enfatico. Forse era stato lo sguardo scioccato sul mio viso o il mio silenzio che l’aveva portata a ripetere l’affermazione. “Ho provato e non funziona”, aggiunse.

“Hai chiesto qualcosa di specifico?”, mi azzardai a chiedere.

“Sì, e ti ho detto che non funziona”. La sua faccia era ormai severa, tanto da convincermi a riportare la conversazione sul tema originale.

Questa conversazione mi è rimasta in testa per molto tempo; non solo perché è stato un momento emotivamente intenso, ma perché ha presentato un’immagine tristemente imprecisa del nostro Dio onnisciente e onnipotente.

Gesù promette: “Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Giovanni 14:14).

“Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato” (Luca 11:9). “Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa” (Giovanni 16:24).

Ho preso queste promesse per mostrare quello che dicono, per far capire che ci sono stati alcuni risultati che ci invitano ad avere fede.

Anni fa, la mia cagnolina di 10 anni, Fluffy, si ammalò; soffriva molto. Una visita dal veterinario, una diagnosi di grave pancreatite e la parola “eutanasia” mi spinsero alle lacrime. Il veterinario la spostò delicatamente verso di lui, sul tavolo d’acciaio inossidabile. “Sarebbe meglio farlo ora. Sta soffrendo”, suggerì.

“Lo so, lo so”, ho detto, “ma devo abituarmi all’idea e anche mia madre deve dirle addio”. La feci scivolare di nuovo verso di me.

Mia madre non stava bene e pensai che se la cagnolina fosse stato abbattuta, la guarigione di mia madre sarebbe stata ostacolata. Portai Fluffy a casa, e io e mia madre pregammo vicino alla nostra cagnolina, chiedendo che non soffrisse e che venisse guarita.

Poi ho fatto tutto ciò che era umanamente possibile fare per “aiutare”. A Fluffy fu permesso di dormire all’interno della camera da letto di mamma: due pazienti, una stessa stanza. La sua storia di indiscrezione alimentare (un termine medico che indica come un cane si nutra di qualsiasi cosa) faceva ormai parte del passato e le facevo seguire una dieta a basso contenuto di grassi e vitamina B12. Chiunque abbia mai dovuto somministrare compresse a un cane che non le vuole, capirà le difficoltà che ho dovuto affrontare. Abbiamo pregato, ancora e ancora.

Fluffy, una “semplice” cagnolina, ha ricevuto sette anni in più dal Creatore dell’universo. È morta tranquillamente nel sonno in un momento in cui sia io sia mia madre eravamo in grado di affrontare meglio la situazione. Ringrazio Dio per questo.

E poi mi è successo un episodio, un anello che avevo perso…

Erano circa le 10 di sera ed era abbastanza “fresco”, nonostante i 30 gradi, per camminare i due isolati fino al negozio all’angolo per fare un po’ di spesa. Quando sono uscita dall’appartamento, indossavo diversi anelli. L’anello di smeraldo e diamanti di solito andava sull’anulare destro, ma il caldo del deserto mi aveva fatto gonfiare le dita, quindi quell’anello andava sul mignolo. Ho fatto i miei acquisti con calma, visto che c’era l’aria condizionata, prendendomi il mio tempo per tornare indietro, dato che il sentiero era abbastanza sconnesso, le borse pesanti e il caldo snervante. Quando sono arrivata a casa, ero fradicia di sudore. Solo dopo aver sistemato tutta la spesa e messo le buste monouso nel cestino, mi sono accorta di aver perso l’anello di smeraldo e diamanti.

Ho perquisito la cucina, compreso il frigorifero, gli armadi e il cestino, fino alla porta d’ingresso, il corridoio, l’ascensore, l’atrio. Ho parlato con il concierge, niente. Ero ormai disperata.

Sono tornata sui miei passi fino al negozio, cercando senza speranza, nelle strade buie e sconnesse, il più piccolo barlume, il minimo luccichio. Mi sono fermata. Ho pregato. Vedere la gente pregare per strada in un paese musulmano non era insolito. Non mi sono sentita fuori posto, provavo un senso di calma. Dio aveva tutto sotto controllo. Gli ho detto che sapevo che l’anello non era una questione di vita o di morte; non era un cimelio, ma era costoso. Se era andato perso, ormai era fatta. Non l’avrei sostituito. Ero in pace con qualsiasi decisione il Signore avrebbe preso.

Sono tornata a casa in pace, pronta però a fare tutto ciò che era umanamente possibile per “aiutare”. Ho perquisito nuovamente la cucina, compreso il frigorifero, gli armadi e il cestino. Stavo cercando nell’ultima delle buste per la spesa quando ho notato un luccichio. L’anello era incastrato nella piega in fondo alla busta. Non so quando era caduto lì, ma so che avrebbe potuto cadermi dal dito per strada, nel negozio o in qualsiasi punto del nostro palazzo, ma che invece era caduto dove potevo ritrovarlo. L’ho raccolto, ringraziando il Signore per la risposta a questa mia preghiera.

Alcuni hanno suggerito che il mio “aiuto” dimostra una mancanza di fede, ma se non avessi cercato ancora non avrei mai trovato l’anello. I servi al banchetto di nozze riempirono le giare d’acqua in modo che Gesù potesse compiere il suo primo miracolo. Io voglio fare la mia parte in modo che lui possa continuare a compiere miracoli per portare gloria al suo nome.

“E quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio” (Giovanni 14:13).

 

 

Di Maria Simon, è andata in pensione tre volte, ma ora gestisce un negozio di articoli sportivi nel Queensland.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2022/03/02/a-loved-dog-and-a-lost-ring/

Traduzione: Tiziana Calà

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