Confessioni di un giovane

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Abbracciare la forza dell’esperienza

 

Crescendo nella chiesa avventista, ho sentito spesso commenti come: “Sei così speciale! Gli adulti amano vedere un giovane che si infiamma per il Signore e lavora per lui”. “Quando parli delle profezie e fai studi biblici, la tua predicazione è così potente a motivo della tua giovinezza. Il Signore sta chiamando un esercito di giovani per portare avanti la sua opera!”.

Ho avuto la fortuna di far parte di molte organizzazioni giovanili che hanno avuto un’influenza incredibile sul mio cammino cristiano e sulla mia vita spirituale. Questi programmi avevano naturalmente un’enfasi particolare nell’ispirare e affidare il lavoro di diffusione del messaggio del Vangelo ai giovani della nostra chiesa.

I direttori e i dirigenti lavoravano duramente per sottolineare il messaggio di 1 Timoteo 4:12 di non permettere a nessuno di “disprezzare la vostra giovane età”. Questo è stato l’atteggiamento che ho portato nel ministero quando ho iniziato a lavorare formalmente per la chiesa, passando da volontario a operatore biblico a pastore. Ero, e resto tuttora, appassionato dei nostri giovani e credo ancora che ci sia un’opera speciale che sarà svolta da un esercito di giovani negli ultimi giorni della storia del mondo.

 

Pensiero errato

Nel mio modo di pensare, tuttavia, si era insinuata una falsità che continua a colpire molti e che avrebbe potuto privarmi di opportunità critiche di crescita. Ho acquisito una mentalità che riconosceva che la chiesa aveva alcuni leader incredibili che erano persone più anziane, pur considerando le loro opinioni, i loro metodi e il loro stile di leadership antiquati. Sentivo che tendevano a trattenere il “vero” lavoro che doveva essere fatto in una società veloce, complicata e tecnologicamente avanzata.

Continuavo ad avere un atteggiamento rispettoso nei confronti della generazione più anziana ed ero felice che facessero parte della chiesa, ma volevo che la leadership e il processo decisionale della chiesa locale fossero affidati a persone della mia età che agissero in modo efficiente e con energia, eliminando la burocrazia che spesso mi creava frustrazione. Poi una cara anziana mi prese da parte. Non si trattava di una semplice conversazione, ma di un momento di mentoring intenzionale, che non avevo riconosciuto nelle prime fasi della nostra amicizia. Questo mentoring relazionale si è rivelato vitale per il mio giovane ministero, e questa persona continua ad avere un forte impatto e a guidare dolcemente la mia vita e il mio ministero, ancora oggi.

Cominciai a riconoscere che i suoi consigli non avevano origine da banali dogmi del passato, ma consistevano in valori e competenze rilevanti. Dopo tutto, questi principi su come trattare le persone, condividere la fede personale e affrontare i conflitti non erano qualcosa che aveva letto in un libro di auto-aiuto. Si trattava di principi biblici che non aveva solo letto, ma che aveva sperimentato, messo in pratica e testimoniato attraverso una vita di servizio in chiesa, di conquista delle anime e di condivisione dell’amore di Gesù con chiunque fosse disposto ad ascoltarla. Non ha mai disprezzato la mia passione o minimizzato la mia frustrazione, ma ha pazientemente ascoltato e condiviso la Scrittura e le sue applicazioni pratiche.

 

Il valore del mentoring

In 1 Giovanni 2:14, Giovanni si rivolge alla chiesa e si complimenta non solo con i giovani ma anche con le persone con più esperienza. “Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto colui che è fin dal principio. Giovani, vi ho scritto perché siete forti, e la parola di Dio rimane in voi, e avete vinto il maligno”. I padri hanno ovviamente esperienza e i giovani ne sono privi, ma l’energia è dalla loro parte.

Temo che nelle nostre chiese locali abbiamo spesso perso questa opportunità. Spesso le rispettive fasce d’età si considerano più una minaccia che una risorsa e non valorizzano il potenziale che ogni gruppo porta con sé. Questo è un errore che è stato commesso sia dai giovani sia dagli anziani. Trasalisco quando sento le conversazioni nelle Scuola del Sabato per adulti che si dilungano a criticare la nuova generazione e tutti i suoi difetti e vizi. Ma conosco anche molti giovani che vedono i membri più anziani come obsoleti e senza grazia, e vorrebbero che “si togliessero di mezzo”. Il diavolo esulta nel sentire entrambe le conversazioni, perché continuano a causare divisione e a rubare la forza che l’unità porterebbe.

Rendo lode a Dio per Nancy, la mia mentore, e per la pazienza che ha avuto nell’insegnarmi ad ascoltare e a trovare la forza nell’esperienza. Questa abilità non solo mi ha salvato da errori dolorosi, ma ha permesso di sviluppare relazioni reali con i miei membri più anziani, che non solo apprezzo ma che amo sinceramente. Mi viene da pensare a quanto sarebbe stato sbilanciato il mio ministero e alle amicizie che non sarei riuscito a far nascere, se una cara donna non avesse trovato il tempo di essere paziente con un giovane lavoratore dalla testa dura. Ho scoperto che i fardelli con cui i nostri giovani lottano quotidianamente sono le stesse prove che combattono i nostri membri più anziani. Le domande sul legame con Dio sono le stesse per entrambe le categorie. Ci sono così tante cose in comune… che troppo spesso vengono tenute separate dal divario di età.

A coloro che leggono oggi e che si trovano nella categoria con più esperienza, rivolgo un appello: cercate i giovani nella vostra comunità locale e trovate valore nella loro vita. Non fermatevi al viavai della vita e a un superficiale “come stai?” del sabato mattina. Offrite un interesse reale per la vita spirituale e la sua crescita. Potreste non venire immediatamente accolti, o magari essere accolti con un certo sospetto, ma siate perseveranti. Siate aperti e vulnerabili. C’è un realebisogno di persone così.

D’altra parte, potreste ritrovarvi a leggere questo articolo e a immedesimarvi nelle mie frustrazioni giovanili. Siate pronti a ricevere consigli e insegnamenti. Ricordate di ascoltare, proprio come volete essere ascoltati. La vostra energia è necessaria, così come la vostra disponibilità a farvi guidare da una generazione che ha già commesso gli errori che rischiate di commettere. Quei capelli grigi sono il risultato di anni di lotta con Dio e di domande che forse vi state ponendo ora. Se siete alla ricerca di questa mentalità di cui avete disperatamente bisogno, non mancano persone di qualità proprio dove vi trovate. Fate domande, ascoltate le parole di saggezza, le parole di vita. Ringrazio Dio per avere una chiesa così diversa, per i mentori nella mia chiesa locale e per Nancy, che ha esposto e incarnato i principi pratici della vita di un discepolo di Cristo. Non vedo l’ora di invecchiare insieme in cielo, dove l’età non conoscerà separazione.

 

 

Di Garhett Morgan, pastore della Conferenza di Lake Union

Fonte: https://adventistreview.org/magazine-article/confessions-of-a-young-man/

Traduzione: Tiziana Calà

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