Quando il faraone si dimentica di Giuseppe, tu ricorda la tua storia

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Dobbiamo ricordare la nostra storia e mantenere vivo il nome di Giuseppe davanti al faraone.

 

Uno dei versetti più rilevanti e “preoccupanti” della Bibbia si trova in Esodo 1:8, che dice: “Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe”. Erano passati trecentocinquanta anni. Giuseppe e tutti i suoi fratelli erano morti, insieme a tutta quella generazione. Gli Israeliti aumentarono, si moltiplicarono e divennero una grande nazione nel paese d’Egitto. E il testo dice: “Sorse […] un re, che non aveva conosciuto Giuseppe”. Un nuovo faraone che non mostrava alcun debito verso Giuseppe o i suoi discendenti. Un faraone che non aveva alcuna fedeltà, lealtà o impegno per la causa degli israeliti.

 

Un semplice nome?

Per i figli d’Israele, il nome di Giuseppe rappresentava la speranza. Il nome di Giuseppe ispirava fiducia agli israeliti. Il nome di Giuseppe dava loro l’assicurazione costante di essere al sicuro, al sicuro e al riparo anche se si trovavano in terra straniera. Riferendosi al nome di Giuseppe, si sentivano protetti. Questo a motivo dell’impatto che Giuseppe aveva avuto sull’Egitto negli anni precedenti. Ma venne un giorno in cui un nuovo faraone salì al trono. La Bibbia nota che questo faraone non conosceva la storia di quanto aveva compiuto Giuseppe.

Anche se è vero che erano passati molti anni, la domanda resta: come poteva non conoscere Giuseppe? Giuseppe, che in prigione aveva interpretato i sogni e che era stato promosso per servire nel palazzo dell’allora faraone (cfr. Genesi 41). Come poteva non conoscere Giuseppe? Giuseppe, che aveva organizzato le procedure agricole e fiscali dell’Egitto, in modo che le grandi riserve di grano venissero riempite durante i sette anni di abbondanza, con conseguente presenza di cibo durante i sette anni di carestia. Come poteva non conoscere Giuseppe? Giuseppe, che il faraone ribattezzò “Safnat-Paneac”, un nome egiziano che significa “il Salvatore del mondo”. Come poteva un faraone salire al trono e non conoscere Giuseppe? La storia, le arti e le scienze dovevano far parte del curriculum egiziano. Se avesse rivisto la storia, avrebbe dovuto conoscere la storia di Giuseppe. Purtroppo, sembra che il riferimento abbia più a che fare con la mancanza di rispetto del faraone per la storia che con il suo ricordo della stessa.

 

Un tentativo di cambiare la storia

Gli psicoterapeuti hanno a lungo sostenuto che è possibile piantare falsi ricordi nella mente umana e che questi possono avere significativi effetti a lungo termine sul comportamento. È stato anche notato come false suggestioni di eventi passati radicate nella mente di una persona possano portare a persistenti credenze ingannevoli, con conseguenze comportamentali durature. Da questo, si può concludere che le informazioni fuorvianti piantate nella mente possono creare ricordi di interi eventi che non sono accaduti. In altre parole: le persone possono raccontarsi informazioni inventate fino a crederci. Anche con prove evidenti di motivi per ricordare, alcuni sono diventati così presi da ciò che raccontano a se stessi da risultare neurologicamente insensibili. Il faraone non voleva ricordare Giuseppe perché, se lo avesse ricordato, allora sarebbe stato obbligato a prendersi cura del popolo di Giuseppe.

Viviamo in un’epoca in cui le conquiste del movimento dei diritti civili vengono erose perché i proverbiali faraoni del nostro tempo non vogliono ricordare Giuseppe. No, il faraone non è desideroso di ricordare Giuseppe (Martin Luther King Jr) e le conquiste fatte per la giustizia e l’uguaglianza. No, il faraone non è ansioso di ricordare Giuseppe (John Lewis), che ha dedicato la sua vita a combattere per i diritti di voto degli afroamericani. No, il faraone non è ansioso di ricordare Giuseppe. Ricordare Giuseppe equivale a un richiamo di coscienza all’equità e all’imparzialità. Ricordare Giuseppe rappresenta una retrocessione dalla piattaforma immorale del razzismo. Ricordare Giuseppe implica liberare la presa del potere che mantiene le persone di colore sovvertite e confinate. Quindi, il faraone non ha un desiderio innato di ricordare Giuseppe. Ma Israele ha la responsabilità di riportare alla memoria la sua storia.

 

Costruttori di eredità

Ogni uomo o donna che è rimasto saldo durante i movimenti per il cambiamento è un simbolo di Giuseppe. Egli è rappresentato da coloro che non sono stati scoraggiati dalla forza degli idranti, resi inabili dai cani che abbaiavano o scoraggiati dai manganelli, ma hanno continuato a lottare per migliorare la vita delle generazioni successive. Dobbiamo ricordare e condividere l’influenza di Giuseppe, il suo impatto e la sua ispirazione. Ricordare Giuseppe significa che ricorderemo anche Dio perché Dio ha fatto prosperare Giuseppe. Ricordare Giuseppe significa che ci ricorderemo di Dio perché Dio ha protetto Giuseppe. Ricordare Giuseppe significa che ci ricorderemo di Dio perché Dio ha promosso Giuseppe. Dobbiamo ricordare la nostra storia e mantenere vivo il nome di Giuseppe davanti al faraone. Un giorno Giuseppe non ci sarà più, e si sentirà l’orribile frase: “Sorse […] un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe”. Dobbiamo ricordare la nostra eredità; dobbiamo ricordare le nappe degli schiavi; dobbiamo ricordare le rivolte degli schiavi; dobbiamo ricordare chi ha combattuto per la libertà. Tutti noi dobbiamo imparare, possedere e ricordare la storia delle figure iconiche di tutto il mondo. Essi rappresentano l’ispirazione e la motivazione per cambiare quello che ostacola la dignità umana. E già che ci siamo, dobbiamo anche imparare, possedere e ricordare la storia di coloro che hanno collaborato a favore del nostro patrimonio spirituale. Quando il faraone si dimentica di Giuseppe, tu continua a ricordarti la tua storia!

 

 

Di Ainsworth Morris

Fonte: https://www.messagemagazine.com/grow-your-faith/when-pharaoh-forgets-joseph-remember-your-story/

Traduzione: Tiziana Calà

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