“La tavola delle nazioni”

Shares

In Genesi 10 c’è uno strano elenco di nomi e di popoli. Dopo il racconto del diluvio, i figli di Noè prendono sul serio il comandamento di “crescere e moltiplicarsi” (cfr. Genesi 9:7). Sem, Cam e Iafet hanno dei figli. Poi i loro figli hanno dei figli e, nel corso di una serie di generazioni, le coppie diventano famiglie, le famiglie diventano tribù e le tribù diventano nazioni. In questa “tavola delle nazioni” ci sono personaggi come l’Egitto, Assur (l’Assiria), Elam (la Persia) e Canaan, per citarne solo alcuni. Se avete letto gran parte della Bibbia, riconoscerete questi nomi: sono i cattivi della storia. Sono gli aggressori pagani e tribali che portano drammi e conflitti al popolo di Dio. Tuttavia, una lettura più attenta rivela una verità sconvolgente: i nostri eroi sono in realtà imparentati con queste persone.

Nel corso della storia abbiamo visto una tattica efficace usata dai guerrafondai e dai costruttori di imperi: disumanizzare il nemico. Durante la Prima Guerra mondiale, gli alleati chiamavano i tedeschi “gli unni”, come peggiorativo. Alcuni decenni più tardi, la campagna di propaganda era in pieno uso sia contro la Germania nazista che contro il Giappone imperiale. Alimentate dalla paura reale, queste campagne spesso capitalizzavano i peggiori stereotipi.

Vedere un nemico come “altro”, “non come noi” o, nel peggiore dei casi, “appena umano” è pragmatico: aiuta a mobilitare intere nazioni in tempo di guerra. Tuttavia, gli effetti di queste campagne di propaganda si fanno spesso sentire molto dopo la fine della guerra. Mio nonno, che ha combattuto sull’isola di Bougainville nella Papua Nuova Guinea durante la Seconda Guerra mondiale, aveva un atteggiamento di disagio nei confronti dei giapponesi anche decenni dopo la fine della guerra, come molti della sua generazione.

Quando vediamo gli assiri, i babilonesi, gli egiziani, i cananei, i moabiti e altri nei testi biblici, è facile vederli come mio nonno vedeva i giapponesi: corrotti, malvagi e meno umani dei nostri nobili eroi israeliti.

La “tavola delle nazioni” in Genesi 10 rivela che questi “mostri” discendono in realtà dalla stessa stirpe (quella di Noè, per essere precisi), il che significa che sono tutti fratelli, sorelle e cugini. Quando me ne sono reso conto, la storia è cambiata. Invece di vederla come una storia in bianco e nero di eroi contro cattivi, questa nuova prospettiva mi ha aiutato a vedere il conflitto biblico per quello che è realmente: un tragico dramma familiare. Il fallimento della famiglia di Abramo si aggrava quando consideriamo il loro scopo: essere una nazione attraverso la quale tutte le nazioni della terra verranno benedette. Certo, Gesù arriva diverse migliaia di anni dopo per adempiere a questa promessa messianica, ma c’è da chiedersi quali opportunità geopolitiche si siano perse lungo il cammino.

La riconciliazione può essere disordinata. I sociologi stimano che oggi esistano circa 930 gruppi etnici. In una tale diversità, è facile considerare “altro” o “alieno” chi non ti somiglia, non parla come te o non condivide la tua visione del mondo. Tuttavia, se crediamo (come io credo) che siamo tutti discendenti di Noè, allora dobbiamo anche credere che ogni persona, indipendentemente dalla razza o dalla cultura, sia un fratello o una sorella perduta da tempo. Se è così, allora tutto ciò che possiamo fare per portare maggiore dignità, autonomia o giustizia a gruppi di persone emarginate non è un atto di “io” contro “te”; è in realtà un atto di riconciliazione familiare. Sono incoraggiato dal fatto che alla fine dei tempi le nostre differenze non saranno cancellate, ma celebrate. Parlando della nuova Gerusalemme e dell’Agnello, Giovanni scrive: “Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria” (Apocalisse 21:24). In seguito, egli porta alla nostra attenzione l’albero della vita, le cui foglie sono “per la guarigione delle nazioni” (Apocalisse 22:2). È bello pensare che tutte le brutture della civiltà umana troveranno la loro redenzione nei nuovi cieli e nella nuova terra. Fino a quel giorno, cerchiamo di essere persone volte alla riconciliazione.

 

 

Di Jesse Herford

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2023/06/01/table-of-nations/

Traduzione: Tiziana Calà

Nelle fiamme
Il tesoro trovato

Avventista Magazine

La rivista ufficiale della Federazione Chiesa Avventista del Settimo Giorno della Svizzera romanda e del Ticino.

E-MAGAZINE

ADVENTISTE MAGAZINE TV

Top