Nelle fiamme

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Possiamo scegliere di non essere mai soli.

 

Quattro membri della nostra chiesa hanno perso un genitore nella stessa settimana. Due giovani madri che conosco stanno affrontando un cancro aggressivo. Un’altra sta combattendo contro un cancro al cervello. Un uomo è morto inaspettatamente per un aneurisma cerebrale. Un adolescente si è suicidato. Un altro, vittima di un grave incidente stradale, potrebbe non camminare più. Un ministro di culto non si è più svegliato. Un bambino nato prematuro ha lottato invano per rimanere in vita.

Questa lunga lista di sfortunati eventi si è verificata nello stesso anno, tutti nell’arco di due settimane. In ogni circostanza le persone erano cristiane. Immagino che ognuno di noi possa fare un elenco di circostanze che coinvolgono persone che conosciamo, membri della famiglia o anche sconosciuti che incontriamo scorrendo i nostri feed sui social media. Poiché viviamo in un mondo malvagio, non siamo sorpresi che accadano cose brutte, ma quando accadono vicino noi, rimaniamo scossi.

Una delle storie bibliche preferite dai bambini, e forse anche da tutti noi, si trova in Daniele 3. Qui troviamo Nabucodonosor, con la sua famosa statua d’oro circondata da una folla di potenziali adoratori. Scopriamo che tre amici di Daniele, Sadrac, Mesac e Abed-Nego, stanno in mezzo alla folla mentre gli altri si inchinano come richiesto. Mentre la situazione degenera, il re minaccia e la punizione per i disubbidienti compare nelle vicinanze sotto forma di una fornace, con il fumo nero che scompare nell’aria mentre il fuoco viene alimentato a temperature sempre più elevate.

 

Riscrivere la storia

Se mi fosse consentito, potrei facilmente riscrivere la storia dei tre ebrei. Nella mia versione, i tre giovani si sarebbero persi durante il viaggio verso la pianura di Dura. Oppure si sarebbero svegliati con la versione biblica dell’influenza. Oppure la fornace si sarebbe inaspettatamente rifiutata di accendersi quella mattina. O ancora, un vento impetuoso dal nulla avrebbe spazzato via la statua e l’evento sarebbe stato annullato. Ognuna di queste situazioni avrebbe impedito ai giovani di trovarsi nel luogo in cui si trovavano: tra una fornace più che calda e un re estremamente arrabbiato.

Per fare un paragone, esaminiamo brevemente un’altra storia biblica, che preferisco di gran lunga, che si trova in 2 Re 6. Qui troviamo l’esercito siriano accampato intorno alla casa di Eliseo. Il servo di Eliseo vede l’enorme esercito ed entra nel panico. Ma poi Eliseo chiede a Dio di aprire gli occhi del suo servo. Quando questi lo fa, rivela un esercito ancora più grande formato da carri di angeli. Questo è esattamente ciò che voglio vedere. Voglio abbracciare pienamente il Salmo 34:7: “L’angelo del Signore si accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera”. Voglio immaginare che ovunque andiamo, o ovunque va la mia lunga lista di familiari, amici, colleghi e membri di chiesa, tutto andrà bene perché siamo seguaci di Cristo. Voglio credere che il male perda sempre perché siamo circondati da un esercito di carri di angeli. Ma le cose brutte accadono. Cancro, incidenti, suicidi, tragedie inaspettate e inspiegabili. Perché la fornace invece dell’esercito?

Giovanni Calvino, il noto teologo, sottolinea che Dio avrebbe potuto facilmente spegnere le fiamme per salvare i tre uomini, ma egli [Dio] li salvò nel fuoco, non dal fuoco. Dio ha scelto di preservare le loro vite, non spegnendo le fiamme o evitando l’intera esperienza, ma unendosi a loro nella fornace. Così facendo, i giovani ebrei divennero una testimonianza di un Dio più grande per un re pagano e per coloro che circondavano la statua. Essere gettati nel fuoco non è ciò che chiunque sceglierebbe, ma essi furono salvati nella situazione che stavano vivendo.

Anche se possiamo accettarlo, non è del tutto soddisfacente. A volte non siamo salvati dal fuoco. A volte il cancro vince. A volte le persone non si svegliano. A volte gli incidenti sono fatali. Può sembrare che alla fine vinca il fuoco.

 

Completare il pensiero

Ma ascoltate cosa dicono Sadrac, Mesac e Abed-Nego prima della loro esperienza nel fuoco: “Sadrac, Mesac e Abed-Nego risposero al re: O Nabucodonosor, noi non abbiamo bisogno di darti risposta su questo punto. Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai fatto erigere” (Daniele 3:16-18).

Avete capito? Cinque semplici parole: anche se questo non accadesse. Scegliamo di adorare Dio a prescindere dalle circostanze difficili che questo mondo peccaminoso ci propone. L’aspetto fondamentale è che Sadrac, Mesac e Abed-Nego hanno preso questa decisione prima del loro cammino verso Dura. L’hanno deciso prima di vedere la fornace ardente. È stata una scelta e un impegno presi molto prima e messi in pratica ogni giorno.

Possiamo essere d’accordo sul fatto che i carri degli angeli sono preferibili alle fornaci ardenti. Ma a un certo punto anche noi dobbiamo accettare Dio come onnisciente e onnipotente. Dobbiamo scegliere di servirlo nonostante le circostanze. Anche se ciò che accade provoca un dolore incredibile, accettiamo il suo piano. Possiamo essere gettati nella fornace, ma non siamo mai soli. Quando scegliamo di servirlo, Dio cammina sempre in mezzo al fuoco. Queste parole che scrivo sono molto più facili da pronunciare in mezzo alla calma che in mezzo alla tempesta. Quando accadono cose brutte, è facile perdere la concentrazione. È facile guardare in basso nella nostra disperazione, ma dobbiamo ricordare e mettere in pratica ogni giorno l’Emmanuel, “Dio con noi”, in modo che quando arrivano i problemi non abbiamo paura, anche se veniamo assaliti dalle fiamme. Forse non sempre sentiamo la sua presenza, ma che la percepiamo o meno, Gesù c’è e ci sarà sempre, per salvarci dalle fiamme o nelle fiamme, se non oggi, per l’eternità.

 

 

Di Merle Poirier, direttore operativo di Adventist Review Ministries

Fonte: https://adventistreview.org/feature/in-the-flames/

Traduzione: Tiziana Calà

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