Il potere della nocciolina

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Definito il più importante scienziato afroamericano del XX secolo, George Washington Carver è un nome che molti americani conoscono. Conosciuto soprattutto per aver reso popolare l’uso dell’arachide, i contemporanei di Carver lo soprannominarono affettuosamente “l’uomo nocciolina”. A Carver è stato attribuito il merito di aver rivoluzionato e salvato l’industria agricola degli Stati Uniti del sud, promuovendo la rotazione delle colture per rigenerare il suolo, che si era impoverito di sostanze nutritive a causa della costante semina e raccolta del cotone. Sfidando la discriminazione e il razzismo che dilagava all’epoca, Carver divenne un personaggio pubblico. Sulla sua tomba è stato scritto: “Avrebbe potuto aggiungere la fortuna alla fama, ma non curandosi di nessuna delle due, trovò felicità e onore nell’essere utile al mondo”.

 

Origini umili

Carver iniziò la sua vita come schiavo. Vivendo in una piantagione degli Stati Uniti del sud, ebbe un inizio di vita non proprio illustre. Rapito da razziatori notturni, il bambino malaticcio non era in grado di lavorare nei campi, ma veniva comunque trattato come un essere inferiore all’uomo. I suoi primi anni di vita lasciarono molto a desiderare. Tuttavia, con l’abolizione della schiavitù e il cambiamento della cultura, i proprietari della piantagione allevarono Carver e suo fratello James come se fossero i loro figli. Sebbene le scuole pubbliche locali non permettessero ai bambini afroamericani di frequentarle, i genitori adottivi insegnarono ai due fratelli a leggere e scrivere. Dopo aver avuto un assaggio della conoscenza, Carver voleva di più. Come disse lui stesso:

“Quando ero solo un ragazzino in abiti corti, la mia anima aveva sete di istruzione. Vivevo letteralmente nei boschi. Volevo conoscere ogni strana pietra, fiore, insetto, uccello o animale. Nessuno aveva le risposte. Il mio unico libro era un vecchio libro di ortografia elementare di Webster. Cercavo qui le risposte senza trovare soddisfazione”.

Percorrendo 15 chilometri fino alla più vicina scuola per bambini afroamericani, Carver iniziò a studiare seriamente. Qui iniziò anche a liberarsi della mentalità della schiavitù. Dopo essersi presentato come “George di Carver”, gli fu detto che da quel momento in poi sarebbe stato George Carver, acquisendo un’identità propria e personale.

Dopo aver conseguito con orgoglio il diploma di scuola superiore, Carver cercò un’università che accettasse uno studente afroamericano. Dopo molte riflessioni e delusioni, Carver trovò finalmente la sua casa alla Iowa State University. Iniziò gli studi di musica e arte prima di venire indirizzato verso l’agricoltura quando uno dei suoi insegnanti notò e incoraggiò questo suo talento. Rimarrà per sempre grato per quella direzione, trovando lo scopo della sua vita nella terra e nelle piante che gli erano servite da conforto fin dai primi anni di vita, cosa che proseguirà fino al giorno della sua morte.

Questa passione diede il via allo studio dell’agricoltura e del lavoro agricolo che Carver portò avanti per tutta la vita e che lo portò a realizzare il suo lavoro migliore e più prezioso. Trovando usi creativi per l’arachide, dalla farina, alla carta, al sapone, reintrodusse l’umile prodotto agli occhi del pubblico come qualcosa di pratico e utile. Sperimentò anche un trattamento per la poliomielite, massaggiando l’olio di arachidi sugli arti dei pazienti. In seguito si scoprì che erano i massaggi, e non l’olio, ad avere gli effetti più benefici. Tuttavia, il metodo migliorò la vita di molti pazienti, riducendo il dolore e rafforzando i muscoli indeboliti dalla malattia.

 

Dalle arachidi alla politica

A 57 anni, Carver ebbe l’onore di testimoniare al Congresso per conto dei coltivatori di arachidi, i cui profitti erano stati intaccati da piante a basso costo importate dalla Cina. Il tempo a sua disposizione, inizialmente fissato a 10 minuti, venne continuamente prolungato mentre i membri del Congresso ascoltavano con attenzione. Al termine del suo intervento, Carver aveva quasi da solo spinto il Congresso ad aggiungere una tariffa sulle arachidi importate, preservando la fiorente industria. Fu questo evento che spinse Carver al centro dell’attenzione pubblica, dando vita al suo viaggio verso la notorietà. Il suo linguaggio e la sua prontezza di spirito rappresentarono sempre i suoi punti di forza, portandolo ad aiutare gli altri pur rimanendo umile anche nella sua fama.

Negli ultimi anni, l’ambientalismo è stato affrontato e dibattuto con forza e frequenza. Con il cambiamento climatico sotto i riflettori, la modifica dei metodi di coltivazione costituisce una parte essenziale della conversazione. Carver, un uomo in anticipo sui tempi, ha sostenuto il miglioramento dell’agricoltura attraverso una piccola agricoltura sostenibile e la ricostituzione del suolo. Questi metodi vengono utilizzati ancora oggi: il più importante è la rotazione delle colture, che è stata resa popolare grazie agli sforzi di Carver. Sebbene sia nato più di 150 anni fa, i suoi metodi sono ancora oggi utili.

Nonostante la sua popolarità e il riconoscimento dei suoi sforzi che vediamo oggi, Carver fu decisamente figlio della sua epoca. Guardato dall’alto in basso a causa del colore della sua pelle, subì gli orrori del razzismo fin da giovane. All’età di 12 anni assistette al rogo di un afroamericano, accusato di un crimine e trascinato a morte senza alcuna esitazione. Più di 60 anni dopo scrisse: “Per quanto fossi giovane, l’orrore mi perseguitava e mi perseguita ancora adesso”. Rifiutato dal suo primo college a causa del colore della sua pelle, anche dopo essere stato accettato e arrivato nel campus, Carver si sentì dire: “Non mi hai detto di essere un negro. L’Highland College non accetta negri”. Nonostante tutto questo, Carver continuò a impegnarsi nell’aiutare gli altri, anche quelli che lo avevano ferito. Come disse lui stesso: “L’idea principale di tutto il mio lavoro era aiutare il contadino e riempire il secchio vuoto del povero […]. La mia idea è di aiutare l’uomo più in basso”.

 

Ispirazione divina

Nel corso della sua vita, dalle umili origini alla fama e alla fortuna, Carver ha dato credito a Dio per i suoi successi. Come descritto da un articolo del Time pubblicato quando era ancora in vita, “quando [Carver] era più giovane, si alzava alle 4 del mattino… [per] comunicare con Dio”. Questa fede non vacillò, anche quando la sua fama crebbe e le sue fortune aumentarono. Ripeteva spesso la storia della sua prima esperienza con Dio: “Ero solo un ragazzo quando mi sono convertito, avevo appena 10 anni. Non c’è molto da raccontare. Dio è entrato nel mio cuore un pomeriggio. […] Un caro ragazzino bianco, uno dei nostri vicini […] mi disse che sarebbe andato alla scuola domenicale l’indomani mattina. Ero ansioso di sapere cosa fosse una scuola domenicale. Mi disse che cantavano inni e pregavano. Gli chiesi cosa fosse la preghiera e cosa dicessero. Non ricordo cosa mi disse; ricordo solo che appena se ne andò, salii in soffitta, mi inginocchiai vicino al barile di grano e pregai come meglio potevo. Non ricordo cosa dissi. Ricordo solo che mi sentivo così bene che pregai diverse volte prima di rialzarmi. Questa è stata la mia semplice conversione e ho cercato di mantenere la fede”.

 

 

Di Shea Standish, studentessa che studia legge all’Università avventista di Washington, negli Stati Uniti. Ha recentemente completato uno stage estivo presso Adventist Media a Wahroonga, in Australia

Fonte: https://signsofthetimes.org.au/2022/11/the-power-of-the-peanut/

Traduzione: Tiziana Calà

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