L’INFRANGERSI DI UN SOGNO!

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Tutta la stampa mondiale ne parla. Mentre la giovane squadra di calcio di Chapecò ( nel sud del Brasile) si preparava per la sua prima finale – nonché finale continentale – l’aereo che li conduceva verso il luogo della partita è precipitato in Colombia, in seguito alla mancanza di cherosene, secondo i primi risultati dell’inchiesta. Praticamente la squadra è stata decimata. Solamente tre giocatori, sui 22 presenti sull’aereo, sono ancora tra la vita e la morte all’ospedale.

Qualche ora dopo il dramma, le mogli dei giocatori e i loro figli si sono ritrovati nel centro di allenamento della squadra. Le une aggrappate alle altre, esse piangevano la morte dei loro mariti e padri dei loro figli, ormai orfani.

Come spesso accade dopo ogni tragedia aerea, sorgono le storie dei fortunati, dei superstiti, di coloro che avrebbero dovuto essere su quel tragico volo, ma che in fine non vi hanno partecipato. Un passaporto dimenticato per il figlio dell’allenatore, un ritardo per imbarcare un’altra persona e una partita dello staff logistico che non aveva voglia di viaggiare malgrado l’importanza dell’avvenimento quale la prima finale della squadra. In ogni caso, non sono entrati nell’aereo e sono scampati da questa morte tragica.

chapecoense

E Dio in tutto questo? Che posto occupa in tutta questa storia? Come interpretare tali avvenimenti alla luce di Colui che chiamiamo Dio d’amore? Quali lezioni possiamo trarre da un tal dramma?

La famosa domanda torna a galla, soprattutto in Brasile, nazione per la maggior parte credente: se Dio esiste, perché permette tanta sofferenza? Impossibile scamparne, l’interrogativo persiste e si accentua in tali circostanze. Per rispondere, non possiamo far altro che ripetere i tre principali insegnamenti che lascia la parola di Dio e la tragica storia della razza umana ch’essa racconta. Dio non aveva pianificato le cose così (Geremia 29:11), è un nemico che lo ha fatto(Matteo 13:28). Dio ha in serbo qualcosa di ben meglio, dopo questa vita, per coloro che lo amano (1 Corinzi 2:9). Il racconto biblico parla chiaramente di un Dio che aveva creato un mondo perfetto, poiché Egli desidera la felicità degli gli essere umani. E dall’intervento del male nel mondo, soffre con noi, per noi e più di noi. Dio non è indifferente. Egli è onnipotente e la Sua autorità sarà visibile agli occhi di tutti quando restaurerà questo mondo ad immagine di come era stato creato.

All’infuori di queste domande che sembrano essere legittime, questa tragedia può ugualmente essere fonte di insegnamento se guardassimo un istante al di là del dolore e dello shock che ha provocato.

Questo avvenimento ha toccato il mondo intero, poiché rimanda ciascuno alla fragilità della propria vita. L’uomo effettivamente non è che un passeggero su questo pianeta (Salmi 39:4).

Questa squadra, allenata da un giovane trainer, da poco in National League, aveva tutto per brillare. Era l’orgoglio della sua regione. Ciononostante, a causa della mancanza di cherosene, tutto è finito. Restano delle vite stroncate e sole, restano dei traumi nelle persone, familiari e amici delle vittime. La vita può offrire tutto e riprendersi tutto, senza preavvisi. Nessuno è immune. Tutti lo sappiamo, ma non ne prendiamo pienamente coscienza che attraverso degli avvenimenti scioccanti a tal punto.

E poiché la vita non è appesa che ad un filo, a qualche litro di cherosene, ad un passaporto dentro ad una borsa o a degli ingorghi sulla strada che ci fanno fare ritardo, sì, poiché la vita è così fragile, bisogna prendersene veramente cura, ogni giorno. Ed è, può essere, il più grande insegnamento per coloro che rimangono, coloro che sono spettatori di questo spaventoso incidente.

Saranno mancati qualche litro di carburanti all’aereo per distruggere delle vite. E se facciamo un attento esame della nostra vita, non stiamo distruggendo anche noi la nostra vita, poco a poco, per mancanza di cherosene? Non manca un po’ di cherosene nel serbatoio delle nostre relazioni, del nostro lavoro, dei nostri impegni, della nostra salute, della nostra spiritualità?

Attualmente siamo testimoni di altri “impatti”, che provocano molte più vittime. Famiglie frantumate dal divorzio, bambini distrutti da abusi da parte di adulti, persone sofferenti che pongono fine alla propria vita perché nulla ha più senso, persone che vivono una disgrazia morale costante legata all’indifferenza, alla freddezza e alla brutalità della nostra società.

Per tutto questo, una sola ed unica cosa è capace di donare il senso tanto ricercato, la forza per affrontare le tragedie della vita: la fede. Nessun argomento né statistica potrà cambiare le carte in tavola. Solamente una profonda credenza in un Dio personale che può ricostruirci, affinchè possiamo affrontare questa vita e può darsi, cambiare le circostanze. Personalmente, ci sono due promesse nella Bibbia che fanno la differenza quando attraverso dei momenti di sofferenza ed incomprensione:

“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.” Giovanni 3:16

 Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele:«Non temere, perché io ti ho riscattato,ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,i fiumi non ti sommergeranno;se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai,la fiamma non ti potrà bruciare,3poiché io sono il Signore, tuo Dio,il Santo d’Israele, il tuo salvatore. Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto,l’Etiopia e Seba al tuo posto. Isaia 43:1-3

Per coloro che rimangono, oggi stesso è il giorno di fare un esame approfondito della vita. Oggi stesso. “L’oggi” è la nostra sola certezza.

“Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio.” Salmi 90:12

La redazione di Adventiste Magazine, più largamente la Federazione delle chiese avventiste della Svizzera francese e del Ticino, si associano al dolore di tutte le persone in lutto per il disastro aereo in Colombia. Preghiamo che possano ricevere lo Spirito consolatore e che esso operi in ciascuno l’incredibile opera di restaurazione, di cui Lui solo è capace. Che la promessa di Dio li accompagni e li fortifichi:

“Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà.” Giovanni 11:25

Scritto da Rickson Nobre al 1 Dicenmbre 2016

Traduzione: Eleonora Ricciardo
Foto:Foxsports

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