Dirigenti avventisti degli Stati Uniti chiedono la grazia per un condannato

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Un membro di chiesa nel braccio della morte sarà giustiziato il 16 maggio. I presidenti Wilson e Jackson chiedono anche di pregare per il detenuto che ha conosciuto la fede in carcere.

Notizie Avventiste – I leader della Chiesa avventista mondiale hanno chiesto clemenza per un avventista nel braccio della morte in Tennessee. Chiedono anche ai membri della denominazione di pregare per Donnie Edward Johnson, la cui esecuzione è prevista per giovedì 16 maggio.

Johnson si trova nel braccio della morte per aver ucciso la moglie nel 1984. L’uomo, 68 anni, ha scontato 33 anni nella prigione di massima sicurezza nei pressi di Nashville, a circa 16 chilometri dalla comunità avventista “Riverside Chapel”, dove Johnson è stato consacrato anziano da oltre dieci anni. L’uomo ha conosciuto la denominazione mentre era in carcere.

In una lettera consegnata a mano al governatore del Tennessee, Bill Lee, il 13 maggio, il presidente della Chiesa avventista mondiale, Ted N.C. Wilson, scrive: “Mi è stato detto che [Johnson] ha aiutato altri detenuti a conoscere Cristo, guidandoli verso la piena conversione a Dio, e questo ha un’influenza positiva in tutta la prigione e oltre”.
Wilson chiede a Lee di “considerare attentamente la possibilità di concedere la grazia a Johnson, risparmiando la sua vita in modo che possa continuare a svolgere questo importante ministero spirituale”.

Anche il presidente della Chiesa avventista nordamericana, Daniel R. Jackson, ha inviato una lettera al governatore, in cui riconosce il “vile crimine” di cui l’uomo si è macchiato e per il quale è stato condannato, ma aggiunge che “ha cambiato vita, ora è diventato un mentore cristiano per i suoi compagni di prigionia… Le numerose persone che ha contribuito a trasformare attraverso il suo operato nel penitenziario sono solo uno spaccato delle tante potenziali vite che potrà ancora toccare e aiutare a cambiare”.

In un articolo del quotidiano Tennessean del 9 maggio, la giornalista Holly Meyer riporta che le due lettere fanno parte di una serie di appelli inviati da avventisti e leader religiosi a favore del condannato, in cui affermano che l’uomo si è pentito del suo crimine ed è una persona diversa. Fanno parte di questo gruppo anche i vescovi episcopali del Tennessee centrale e orientale.

Meyer racconta che Johnson è cresciuto in una famiglia cristiana ma “ha trovato la religione” nel 1985. Cinque anni dopo, ha conosciuto la Chiesa avventista grazie a due detenuti, uno è stato scarcerato nel 2007, l’altro è da poco in libertà condizionale. Inoltre, Johnson studia la Bibbia con i carcerati all’interno della prigione e ha iniziato un programma radiofonico intitolato “What the Bible Says” (Cosa dice la Bibbia). Lavora insieme a una decina di persone della chiesa “Riverside Chapel”, che si occupano di visitare i detenuti.

Anche il pastore della comunità avventista locale afferma di aver visto Johnson parlare della Bibbia all’interno della prigione.
“In generale, è un po’ difficile, per me come cristiano, tralasciare il consiglio di Gesù nel capitolo 8 del Vangelo di Giovanni” ha affermato “Questo non significa che dovremmo ignorare un crimine, o che non ci debbano essere conseguenze, ma penso che ci debba essere posto per il perdono e la grazia. La situazione di Don, per come la vedo io, va proprio in questa direzione”.

[Fonte: Nad Newspoint. Foto: Getty image] via https://news.avventisti.it

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