Consiglio annuale: cambiare l’uso dei fondi

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Presentato il rapporto del tesoriere della Chiesa avventista mondiale. “Più finanziamenti dovrebbero essere diretti alle iniziative della missione in prima linea” ha affermato Paul H. Douglas.

 

Ridurre le spese amministrative per designare più fondi alle iniziative missionarie nel mondo. È l’idea che il tesoriere della Chiesa avventista mondiale, Paul H. Douglas, ha sottolineato più volte durante la presentazione del suo rapporto, intitolato “Investing in Mission”, al Consiglio annuale del Comitato esecutivo, il 10 ottobre.

“C’è un vecchio adagio che dice: ‘Metti i tuoi soldi dov’è la tua bocca’” ha detto Douglas ai delegati “Vorrei tradurre questo adagio per noi oggi dicendo: ‘Dobbiamo mettere i nostri soldi dove è la missione’”

 

Dalla strategia della missione ai risultati 
Douglas ha definito tre elementi che caratterizzano la strategia missionaria della Chiesa: intelligenza, integrazione e investimenti. “L’intelligenza è sapere dove andare, dove si trovano coloro che non hanno ancora conosciuto il vangelo e dove sono le opportunità, in modo da poterle trasmettere e trovare le persone che possono adattarsi a tali opportunità” ha affermato. La Chiesa ha anche bisogno di integrazione, ha detto Douglas, perché tutti devono lavorare insieme per una sola causa, un solo scopo, infine “abbiamo anche bisogno di investimenti delle nostre risorse finanziarie e umane per essere allineati alla strategia della missione”. Pensando a quanto fatto finora, ha aggiunto: “Dobbiamo riflettere se abbiamo avuto o meno l’intelligenza giusta. Abbiamo il giusto equilibrio di integrazione? Abbiamo il giusto equilibrio di investimenti per garantire un risultato efficace nella nostra strategia?”.

 

Focus sulla missione 
Come attuare il cambiamento e dedicare più fondi alla missione in prima linea?
Una cosa importante, ha affermato il tesoriere, è che l’informativa finanziaria evidenzi la missione. Attualmente, il rapporto della tesoreria presenta gli stanziamenti, i finanziamenti per i dipendenti internazionali (missionari), il rapporto dei servizi di auditing (Gcas), le spese amministrative della sede centrale della Chiesa. “A un occhio non esperto, niente di tutto ciò è dice nulla” ha spiegato Douglas “Dice chi ha ottenuto cosa, ma non ci dice cosa abbiamo fatto”.
Da gennaio 2023, la nuova rendicontazione finanziaria si concentrerà maggiormente sulla strategia e il supporto alla missione, sulle istituzioni educative, sui media e sulle pubblicazioni. Oltre alle normali operazioni d’ufficio, cercherà anche di concentrarsi sullo sviluppo e la responsabilità della leadership. “Abbiamo bisogno di un’informativa finanziaria che sia focalizzata sulla missione” ha affermato.

 

Aumento dell’autosostegno 
Un altro elemento chiave è promuovere livelli più elevati di autosostegno per le organizzazioni. Douglas ha spiegato che nei prossimi mesi la tesoreria della Chiesa mondiale inizierà uno studio sulle erogazioni, o risorse, distribuite al campo mondiale.
“Dobbiamo essere più mirati, più strategici nell’uso degli stanziamenti” ha detto il tesoriere, spiegando che ci sono alcune domande difficili che i dirigenti devono porsi come ad esempio: “Stiamo supportando l’amministrazione di una Regione o stiamo sostenendo le attività missionarie su quel territorio?”. Promuovere livelli più elevati di autosostegno consentirà una maggiore concentrazione sulla missione, perché le Regioni potranno vivere entro i propri mezzi e le risorse che ricevono saranno concentrate su un’area particolare.

Da un’analisi sui fondi attuali per la missione, ha spiegato Douglas, emerge che su 31 punti possibili, il punteggio medio mondiale è 8,1. Ciò evidenzia la deriva della missione della Chiesa e la necessità di riorientare le risorse verso di essa. “Dobbiamo passare da 8,1 a 31 punti ” ha ribadito.

Per aumentare l’allocazione dei fondi alla missione, è essenziale cambiare i criteri utilizzati. Concentrarsi sui Paesi della cosiddetta Finestra 10/40, gruppi di persone di religioni non cristiane e aree urbane con popolazioni superiori a un milione di residenti; sulle nazioni postmoderne e postcristiane; sul basso rapporto tra avventisti e popolazione in Paesi e regioni; ecc.

Negli anni ’30, al culmine dell’opera missionaria, la Chiesa avventista investiva 60 centesimi di ogni dollaro alle missioni nel mondo. Oggi, quella si è scesi a 3,5 centesimi. “Immaginate cosa avremmo potuto fare se avessimo mantenuto quel livello di stanziamenti” ha detto il tesoriere.

 

Enfasi sulla missione in prima linea 
Come ultimo elemento, Douglas ha parlato del notevole contributo arrivato alla sede della denominazione mondiale nel 2021 da parte di un membro di chiesa. “Quando abbiamo ricevuto questi fondi, avremmo potuto facilmente prenderli e usarli per sistemare il bilancio” ha affermato “Ma l’amministrazione della Chiesa mondiale ha deciso di mettere quei soldi là dove si trova la missione. Quindi, invece di inserirli nel bilancio, si è stabilito di destinare e rendere disponibili questi fondi alle chiese locali, per sostenere le loro iniziative di testimonianza.

Finora sono stati approvati 19 progetti per il 2023, ha rivelato Douglas, per un importo di 1.642.940 dollari. Eccone alcuni: una festa di quartiere a Denver, negli Stati Uniti, che offre rilevazione della pressione sanguigna, cucina, mercato contadino, sensibilizzazione sulla salute mentale e servizi dentistici; apertura e sviluppo di un centro di accoglienza a Ginevra, in Svizzera; costruzione di un centro per i giovani a Lomé, in Togo; progetto di coltivazione di patate per una dispensa alimentare, pasti nelle scuole pubbliche e istruzione a Moab, negli Stati Uniti; fornitura di Bibbie a due tribù di Harer, in Etiopia; costruzione di un centro ricreativo e diurno per i bambini di età compresa tra 2 e 5 anni a Musuing, in Zimbabwe.

“Quando metteremo insieme tutte le nostre risorse finanziarie e umane per predicare il vangelo, verrà la fine”, ha concluso Douglas, dopo aver citato il testo di Matteo 24:14.

 

Fonte: HopeMedia Italia

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