Dio opera ancora al giorno d’oggi?
Io e mia moglie avevamo sognato di essere missionari all’estero. In effetti, questa è stata una delle cose che ci hanno attratto l’uno verso l’altra quando ci siamo incontrati per la prima volta alla Southern Adventist University. Sognavamo di servire Dio e di dedicare la nostra vita alla sua causa. Sognavamo la romantica chiamata al servizio, portando il messaggio dei tre angeli a gruppi di persone che non l’avevano mai sentito prima. Ma ora questo? Un’offerta di volontariato? Com’era possibile? Mi ero preparato per una chiamata, conseguendo un master come infermiere, studiando e lavorando per il servizio. Mia moglie aveva conseguito due lauree: una in infermieristica e una come igienista dentale. Eravamo pronti a essere medici missionari, a condividere l’amore di Dio e a servire le persone. E ora ci veniva proposto di servire come volontari? Volontari? Davvero?
Per me è stato relativamente facile scartare questa possibilità. Voglio dire, come marito e capofamiglia, avevo bisogno di un reddito garantito per prendermi cura di mia moglie e del mio primogenito. Ero sicuro che Dio non mi avrebbe chiamato a fare un sacrificio così “imprudente” come quello di andare a servirlo come volontario. Ma mia moglie non era così pronta a dire di no. Mi incoraggiò a prendere un po’ di tempo e a pregare. Pregammo, ma ero abbastanza sicuro di conoscere già la risposta.
Strane vecchie verità
Mentre pregavamo e leggevamo, Dio cominciò a farci venire in mente molte cose. Nella nostra lettura quotidiana della Bibbia abbiamo letto il testo di Matteo 10, dove Gesù invia gli apostoli per il loro primo incarico. Qualcosa di strano ci ha colpito: “Non provvedetevi d’oro, né d’argento, né di rame nelle vostre cinture, né di sacca da viaggio, né di due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché l’operaio è degno del suo nutrimento” (Matteo 10:9-10). Avevamo già letto questo capitolo molte volte, ma improvvisamente la mia mente si fermò e si fissò su quei versetti. Perché Gesù li avrebbe mandati senza nulla? Voglio dire, oggi prepariamo e pianifichiamo tutto ciò che facciamo nei minimi dettagli. Ci prendiamo del tempo per pensare a tutto ciò di cui potremmo avere bisogno prima di metterci in viaggio. Si tratta di essere responsabili. Fare di meno potrebbe essere da irresponsabili. Ma qui ho scoperto che Gesù li mandava in giro senza le necessità fondamentali per la loro missione. E per togliere ogni dubbio su quale fosse l’esito del loro viaggio, Luca riporta una breve interazione che ebbe luogo tra Gesù e i suoi discepoli durante l’ultima cena. Mentre cenano e Gesù si rivolge loro per l’ultima volta, pone loro una domanda: “Quando vi mandai senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi è forse mancato qualcosa? Essi risposero: Niente” (Luca 22:35).
Era così. Gesù aveva mandato i suoi discepoli in missione e aveva insegnato loro che lui stesso era sufficiente a provvedere ai loro bisogni. Gesù voleva insegnare loro, e a noi oggi, che la chiamata a servirlo ci permette anche di confidare in lui per provvedere ai nostri bisogni primari. È così controcorrente rispetto al nostro modo di pensare di oggi. Vuoi dire che devo confidare che Dio provveda a me?
La mia lotta con Dio continuava. Sì, Dio, pensavo, so che ti sei preso cura degli apostoli ai tempi della Bibbia. Ma è davvero così che operi oggi? Mi chiederesti di fare un sacrificio come quello di essere un volontario?
Dio ha modi misteriosi di operare. E se riempiamo la nostra mente con la sua Parola e le cose celesti, egli le userà per parlare al nostro cuore al momento giusto. Dio ha iniziato a fare proprio questo nella mia mente. Da bambino, mia madre mi aveva letto le storie dei grandi pionieri missionari. Crescendo, ero rimasto ispirato e incuriosito da uomini e donne che sacrificavano tutto per portare il Vangelo in terre straniere e difficili da raggiungere. Ho letto dei missionari che hanno attraversato le giungle per mesi e mesi, dormendo nelle tende, lottando contro le malattie e i pericoli. Ho letto di missionari che vivevano su barche e viaggiavano a volte per mesi nella giungla, senza contatti con il mondo esterno, rischiando tutto per trovare persone a cui portare la conoscenza dell’amore di Dio. Ho letto storie di missionari che hanno accolto orfani da sfamare e ospitare senza avere nemmeno i soldi per comprare il cibo, ma miracolosamente Dio ha provveduto a loro ogni volta. E poi ho ricordato ancora di più. Leggere i libri ed essere ispirato mi ha ricordato l’inizio dell’opera editoriale stessa. Ellen White ebbe una visione nel 1848, dopo la quale disse a suo marito James che Dio voleva che stampassero un piccolo giornale da inviare in tutto il mondo. Ellen vide che questo giornale sarebbe iniziato come qualcosa di piccolo, ma che alla fine avrebbe brillato in tutto il mondo. Ma questo primo giornale non fu un compito facile. James sacrificò il suo tempo e il suo denaro per scriverlo, pubblicarlo e spedirlo. Dovette persino percorrere otto miglia solo per portare i primi fogli all’ufficio postale e spedirli singolarmente. Un sacrificio personale, un impegno personale per portare avanti la causa di Dio.
Chiamata confermata
Dio stava chiamando me e mia moglie a fare lo stesso: sacrificarci per la sua causa. Abbiamo parlato con Dio e abbiamo accettato. Eravamo disposti a trasferirci nelle giungle brasiliane del Sud America e a lavorare con la chiesa in un ministero in barca, utilizzando l’evangelizzazione medica per condividere l’amore di Gesù. Eravamo disposti a farlo… anche come volontari. Io e mia moglie decidemmo che eravamo disposti a partire. Ma io avevo ancora bisogno di una conferma da parte di Dio.
Per aiutarvi a capire meglio e a mettere le cose in prospettiva, io lavoravo a tempo pieno nella medicina d’urgenza come infermiere professionista. Mia moglie lavorava come igienista dentale. E avevamo un figlio di un anno. Come abbiamo fatto a lasciare due lavori ben pagati per fare i volontari? Come avrei fatto a prendermi cura di mio figlio come volontario? Avevo quindi bisogno che Dio mi confermasse qualcosa in più. Mi sono ricordato dei dialoghi di Gedeone con Dio per chiedere conferma. Ho parlato anche con Dio, ricordandogli che ero disposto a partire, ma che per un sacrificio del genere volevo una conferma in più. Come potevo essere sicuro che egli ci chiamasse ad andare a fare i volontari?
“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8).
Dio è attivo oggi come lo è stato in passato. Poco dopo la nostra preghiera di sottomissione a Dio e la richiesta di una conferma in più, quest’ultima è arrivata. Abbiamo ricevuto una telefonata da un uomo dall’altra parte del paese che ci chiedeva della nostra chiamata in missione. Aveva saputo da un amico in comune che stavamo pregando per trasferirci in Brasile per servire la chiesa nella giungla. Era curioso di saperne di più su questo ministero in barca. Dopo averci parlato dell’opera, ci ha raccontato la sua storia. Ha raccontato che lui e sua moglie erano andati in pensione anticipata e avevano costruito una barca, uno yacht. L’avevano equipaggiato con tutte le comodità e si stavano preparando a vivere la loro vita navigando da un paese all’altro, vivendo insieme una vita di benessere e di piacere. Il sogno si era realizzato. Avevano viaggiato attraverso il Canale di Panama, intorno ai Caraibi e lungo le coste delle Americhe. Ma il loro sogno si era bruscamente interrotto quando alla moglie era stato diagnosticato un cancro; era morta più velocemente di quanto avessero mai potuto immaginare. Dopo aver affrontato la perdita della moglie, si era convinto che avrebbe dovuto usare i suoi beni terreni per la causa di Dio. Mi disse che aveva cercato di vendere il suo yacht e poi mi chiese se ero interessato alla barca.
Ero un po’ titubante nel dirgli che la nostra chiamata in Brasile era di essere volontari. Ero titubante nel dirgli che stavamo ancora cercando chiarezza da parte di Dio se questo era davvero ciò che dovevamo fare. Ma ho continuato a dirgli che non avevamo i soldi per acquistare uno yacht completamente attrezzato. Lui allora ha risposto: “Non vi ho chiesto se volevate acquistare la barca. Vi ho chiesto se eravate interessati alla barca”. Quella telefonata si è conclusa con la comunicazione che Dio aveva posto sul suo cuore di donarci la barca per portarla in Amazzonia e utilizzarla al servizio di Dio.
“Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo” (Efesini 3:20). Dio opera ancora in modi che superano le nostre più rosee aspettative.
Dio ha posto nel mio cuore e in quello di mia moglie una chiamata a una vita di impegno totale per la sua causa. Ci ha mostrato che ci stava guidando. Ci ha ricordato che può ancora oggi prendersi cura dei nostri bisogni, proprio come si è preso cura dei bisogni dei discepoli.
I veri beni
Io e mia moglie abbiamo prestato servizio per 13 anni nella giungla del Brasile. Per i primi nove anni siamo stati volontari. Il nostro secondo figlio è nato a Manaus, mentre prestavamo servizio come volontari. Per nove anni siamo stati testimoni in prima persona di ciò che i discepoli avevano detto a Gesù nella camera alta: a noi, come a loro, non mancava nulla.
Ricordo di aver visitato la casa di un amico nel sud del Brasile dopo aver prestato servizio come volontario per circa sette anni. Mentre mi avvicinavo a casa sua, ricordo di aver visto la sua costosa automobile parcheggiata davanti alla sua casa a due piani. Ricordo di essermi guardato intorno e di essermi improvvisamente reso conto che, mentre lui aveva una vita agiata, io non possedevo quasi nulla di personale. Vivevo in una minuscola casa di legno sulla riva del fiume e non avevo quasi nulla. Feci qualche rapido calcolo e mi resi conto che se avessi continuato a lavorare al pronto soccorso in quei sette anni, avrei guadagnato quasi un milione di dollari. Eppure ero qui, un volontario, con quasi nulla a mio nome.
Ma prima che potessi sentirmi davvero dispiaciuto per me stesso, Dio mi ha ricordato e mi ha parlato tutte le cose che aveva compiuto in quegli anni. Mi ha ricordato la scuola che avevamo costruito nella giungla per i bambini, dando loro l’opportunità di studiare e conoscere Dio. Mi ha ricordato le numerose barche che ora servivano in aree non raggiunte della giungla. Mi ha ricordato le molte chiese che ora ospitavano piccoli gruppi che adoravano il vero Dio dove prima non c’era nessuno che conoscesse la verità. Mi ha ricordato che il nostro piccolo sacrificio di oggi poteva produrre un’eternità di gioia per qualcun altro.
Ho imparato a misurare il sacrificio non in base a ciò che non abbiamo, ma in base a ciò che gli altri possono avere per l’eternità. Possa Gesù dare a ciascuno di noi il potere di servire, di sacrificarci, di rimanere impegnati e di vedere i frutti prodotti per l’eternità. Oggi Dio vi chiama a servire? Ricordate che missione non significa lasciare il proprio paese, ma impegnarsi pienamente per Dio e per la sua opera! Usate ciò che Dio ha messo nelle vostre mani affinché le persone intorno a voi possano conoscere Gesù.
Di Connor Campbell (pseudonimo), medico infermiere con un master in pastorale, è stato in missione per quasi 18 anni con la moglie e i due figli.
Fonte: https://adventistreview.org/experiences/missions/the-same-today/
Traduzione: Tiziana Calà