UN CAMMINO NONOSTANTE LE PROVE

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Sono nata in un piccolo villaggio del cantone di Vaud. Quando ero piccola niente mi predisponeva ad avere una relazione con Dio. Sono nata infatti in una famiglia non cristiana ma, nonostante ciò, in tenera età sono stata battezzata nella chiesa protestante. A quell’età, era un fatto che non mi diceva niente. In seguito, durante la preadolescenza, ho ricevuto delle chiamate molto forti verso la fede. Durante una visita da una zia lontana, benedisse il cibo e mi parlò di Gesù. Fu in quel momento che iniziai a pregare da sola, la sera in camera mia. Ero l’unica della famiglia ad avere una relazione con Dio.

Continuavo ad andare al catechismo, ma ritenevo che ciò avesse poco senso per me, poiché avevo una relazione molto più profonda con Gesu. C’era un divario netto. Per esempio, non si facevano delle preghiere in queste occasioni, e ciò che si imparava era molto “scolastico”. Il seguito logico di tale percorso era la conferma e lo feci: dissi si a Gesu e non ad una organizzazione umana. Volevo essenzialmente dare la mia vita a Dio; il resto era ancora poco chiaro per me. Sfortunatamente, dopo la conferma i giovani non vengono più seguiti e io ero impegnata con le occupazioni abituali degli adolescenti della mia età.

Sono cresciuta e ho costruito la mia vita, sempre in un piccolo villaggio. Ho incontrato il padre di mio figlio e, in seguito alla nostra separazione, ho cresciuto mio figlio da sola. È stato durante questo periodo che sentivo un bisogno importante di sostegno. Volevo un appoggio diverso da quello dei miei amici o della mia famiglia: era un bisogno in verticale. Spesso è nei momenti di difficoltà che ci si rende conto della complessità della vita adulta, e per questo si cerca l’essenziale. L’essenziale era Gesù. È quindi grazie a Dio che ho potuto andare avanti. Senza di lui, sarebbe stato completamente estenuante come per coloro che contano solo su se stessi. Io ho contato su di Lui e mi ha dato la forza.

 

Un giorno, una persona del mio entourage mi propose, senza impegno,  di andare a pregare con lei e con altre persone.  Accettai e fu in quel momento che capii e imparai che si può pregare in gruppo. Fu molto bello e, grazie a questo, ho potuto dare risposta a molte domande che mi ponevo da tempo. Successivamente, era il mese di ottobre 2012 quando cominciai a pregare da sola. Avevo capito che le preghiere funzionavano anche quando preghiamo da soli. Durante questi momenti di preghiera solitaria e a due riprese, ricevetti un messaggio molto forte, come se dovessi purificarmi nel sangue di Gesù.

Questa frase mi venne in mente istintivamente a due riprese. Non capivo assolutamente il significato di questo messaggio, e mi sembrava molto strano. Sentivo che questi pensieri erano importanti e che dovevo chiarirli. Per questo decisi di contattare un pastore per farmi aiutare a capire ciò che da sola non riuscivo ad interpretare. Ormai era diventata una cosa necessaria. In quel momento del mio percorso, non conoscevo bene la Bibbia e mi sembrava troppo complicato capire un tale messaggio senza alcun fondamento biblico.

Grazie a questo incontro con il pastore potei avere delle risposte molto più chiare. Capii che il bisogno della purificazione con il sangue significava la morte di Gesu in croce. Così inizia a cercare pentimento. Non si trattava di chiedere perdono ingenuamente, ma cercare il perdono in modo vero e sincero. Da quel momento cominciai a studiare la Bibbia. Mi interessai profondamente a questo libro. Trovai delle ricchezze molto importanti che mi hanno permesso di continuare il mio percorso di fede e, per così dire, divorai la Bibbia. Questo bisogno di continuare a capire, a imparare non ebbe fine.

Cominciai ad interessarmi a ciò che gli altri pensavano, e feci delle ricerche su internet che sbocciarono con degli incontri online che mi aiutavano a crescere nella fede e nella conoscenza della Bibbia. Potevo fare delle domande andando subito a verificare nella Bibbia l’esattezza delle risposte che mi davano. Facevo molte ricerche e provavo come potevo ad approfondire le mie conoscenze.

Un giorno si pose la domanda sul battesimo. Fu difficile per me chiedere del battesimo, visto che ero già stata battezzata da piccola e non potevo quindi farmi ribattezzare in una chiesa protestante. Inoltre, non vedevo la possibilità di farmi battezzare senza far parte di una comunità. Per questo pregai per un anno. Chiedevo a Dio una soluzione per poter dargli la mia vita. Dopo circa un anno incontrai un pastore che faceva parte dell’ “Azione Biblica”, un concetto evangelico, che mi ha offerto il battesimo senza fare parte della sua comunità. Così mi feci battezzare in compagni di altri giovani il 20 settembre 2015. Nonostante fossi battezzata secondo le condizioni che io volevo, c’era ancora qualcosa che non mi sembrava assimilata. Dopo varie domande e ricerche su internet, la questione del sabato mi sembrava molto pertinente e volevo seguire questo giorno così importante. Dopo qualche settimana in preghiera, cominciai a rispettare il sabato con mio figlio, all’inizio da soli in casa.

Sfortunatamente, circa un anno dopo il mio battesimo, una grande difficoltà ci aspettava. Mio figlio si ritrova in una situazione molto complicata a causa di un problema familiare: ciò mise a dura prova la mia fede. Tuttavia, mi attaccai a tutto ciò che avevo capito negli ultimi anni. Mi aggrappai fortemente alla parola. Allo stesso tempo, con il lavoro e la vita in generale, mi sembrava sempre più difficile praticare il sabato e andare la domenica a una assemblea. Per questo cominciai a cercare delle comunità che praticavano il sabato. Avevo già sentito parlare degli avventisti del 7° giorno, ma pensavo che si basassero essenzialmente sugli scritti di Ellen White. Questa idea fu rapidamente smentita da un articolo che mi confermava che gli avventisti avevano la Bibbia come referenza principale. Decisi quindi di andare nella chiesa avventista di Losanna. Fu una bella esperienza, in cui sentii un grande amore proveniente dall’alto.

Ciò che vorrei trasmettere oggi è che bisogna sempre chiedere a Dio di darci la Sua verità e non quella degli uomini. Non bisogna avere paura di andare avanti. Anche se bisogna fare delle rinunce di un certo modo di fare o di pensare. Lui ci dà la verità, qualsiasi cosa accada. Infine, bisogna che siamo perseveranti nella preghiera soprattutto per i nostri figli, poiché oggigiorno anche loro sono soggetti a delle difficoltà.

 

Intervista a cura di Adriana Stasi.

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