Dentro al tunnel

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Abbiamo fiducia in Dio, quando ci troviamo nell’oscurità?

 

Durante la mia infanzia mi piaceva entrare per gioco dentro al “tunnel”; di solito si trattava di grandi scatole vuote disposte con cura, o a volte sedie, allineate e drappeggiate con coperte. Più lungo e buio riuscivamo a fare il nostro tunnel, più era divertente. Ancora meglio se riuscivamo a renderlo più stretto e più impegnativo da attraversare, strisciando.

In questo momento, ci troviamo ad attraversare un tunnel lungo e buio chiamato pandemia COVID-19. È tutt’altro che divertente. Quanto è lungo questo tunnel? Non lo sappiamo ancora. In qualche modo, i nostri sforzi collettivi possono essere d’aiuto. Il contributo di ogni persona conta, non solo per accorciare la lunghezza del tunnel, ma anche per dissipare l’orribile oscurità del terrore e della disperazione. In quanto avventisti, possiamo svolgere un ruolo in questo ambito, facendo risplendere un po’ di luce in questa oscurità.

Il mondo intero lo sta affrontando insieme, quindi facciamo luce non solo sugli aspetti “lavorativi” della crisi, ma anche sui suoi effetti su di noi come individui. È possibile per noi uscire da questo difficile passaggio trasformandoci in persone diverse. Potremmo uscire da questo tunnel più vicini al Signore di quanto non lo siamo mai stati, dopo aver rivendicato il testo di Filippesi 4:19, confidando completamente in Dio per ogni necessità. Possiamo finalmente interiorizzare ciò che significa veramente il testo di Colossesi 3:11, che dice: “Cristo è tutto e in tutti”. Con un po’ di fortuna, avremo imparato alcune importanti lezioni di sacrificio e abnegazione, avendo cercato di aiutare gli altri a sopravvivere, invece di pensare solo ai nostri interessi personali.

D’altra parte, cosa succederebbe se superassimo questo calvario in modo allarmante, restando più ancorati alla nostra condizione laodicea: tiepida, compiacente e auto-ingannata? Ammalarsi di COVID-19 sarebbe chiaramente orribile. Ma finire più incantati dalle cose mondane, più affascinati dall’egocentrismo, e più a proprio agio con un superficiale legame con il cielo, sarebbe peggio, soprattutto pensando all’eternità.

Per uscirne al meglio, possiamo iniziare seguendo il monito di Paolo in 2 Corinzi 13:5 che dice: “Esaminatevi”.

 

Ecco alcune domande su cui possiamo riflettere:

  1. Come ho gestito il mio tempo in questo periodo di stress? Le mie paure e le mie ansie sono state anestetizzate dal divertimento? Oppure sono andato alla ricerca di Dio e ho scoperto che “il momento del più grande scoraggiamento è proprio quello in cui l’aiuto di Dio è più vicino”? (1)
  1. Sto piangendo sulle mie finanze più che sulla perdita di cose molto più importanti, come le vite umane? Oppure sto trovando il modo di raggiungere altre persone, portando loro il messaggio di Gesù, durante questo periodo di quarantena imposta?
  1. Ho approfittato di questo tempo per “fermarmi e riconoscere chi è Dio” (Salmo 46:10)? O sono stato troppo preso dal panico per fermarmi davanti a Lui?

 

Se ci sono alcune aree in cui possiamo migliorare, non tutto è perduto. Potenziati dallo Spirito Santo, possiamo ancora scegliere di fare alcuni cambiamenti decisi e positivi. Non possiamo comprendere le vie di Dio. Ma forse nella difficoltà di questi giorni, Dio ci chiama a sé e ci dà un prezioso “periodo dentro al tunnel” da passare in comunione con Lui. Se è così, non lasciamo che vada sprecato.

 

(1) Ellen G. White, La Speranza dell’uomo, p. 400.

 

 

Di Sharlene Reyes, scrive da Puerto Princesa City, Palawan, Filippine

Fonte: https://www.adventistreview.org/tunnel-time

Traduzione: Tiziana Calà

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