Tre motivi per cui dovremmo smettere di urlare ai nostri figli

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Mi dispiace di aver gridato ieri.

Ho perso la testa quando hai iniziato a sbattere le punte affilate delle tue nuove matite colorate sul tavolo duro. Ti avevo detto più volte di fare attenzione alle tue cose e che le matite servono per i fogli di carta e non per altro… non che questo sia un buon motivo per urlarti contro.

Conosco la vera ragione del tuo comportamento: volevi che ti prestassi attenzione, che giocassi con te. Invece sia la mamma che il papà stavano cercando di lavorare da casa, guardando lo schermo del loro computer e non te.

Dimentico che hai solo tre anni e che stai ancora imparando a giocare in maniera indipendente. E che è particolarmente difficile quando mamma e papà sono nella tua stessa stanza. Perché mai dovremmo essere interessati a qualcosa di diverso che non sia tu?

E così, quando il chiedere con gentilezza, le suppliche e i piagnistei non hanno funzionato, hai pensato di sbattere le matite.

Questo ha attirato la mia attenzione, ma sono sicura non nel modo che ti aspettavi. Ti ho tolto le matite e ti ho urlato contro. Sovrastandoti, mentre le lacrime ti rigavano il viso, ho continuato a gridare.

Mi dispiace che tu abbia il triste “privilegio” di avere una mamma che urla. Non è mai stato quello che volevo essere, non è mai stato quello che pensavo di diventare. Non sono una persona che urla. Anche quando io e tuo padre non siamo d’accordo, arriviamo a parlare animatamente, senza mai urlarci addosso. Non sono nemmeno il tipo di persona che direbbe in modo assertivo a qualcuno di andarsene a quel paese se mi supera mentre siamo in coda.

Eppure, ti urlo contro. A te, mio prezioso, caro figlio. Il mio amore, la mia luce.

E mi rivedo in te. Noto che hai imparato a gridare quando sei arrabbiato perché il tuo amico ti ha rubato un giocattolo, quando sei frustrato perché i tuoi blocchi non si impilano come vorresti, quando sei arrabbiato perché mamma e papà non ti ascoltano.

Gridi e questo perché mi hai sentito gridare.

Cerco di insegnarti a gestire la rabbia, ma so di essere un’ipocrita. Sono la tua prima insegnante di questo sbaglio, proprio io che ti ho insegnato a gridare.

Mi dispiace di essere una mamma che urla. Di certo non merito i fiori che hai raccolto per me mentre eri a passeggio con papà, più tardi nel pomeriggio. È per questo che sono scoppiata a piangere quando me li hai dati e per questo ho pianto ancora di più quando hai cercato di stringermi tra le tue piccole braccia, come faccio io quando sei triste. Quando mi sono scusata per aver gridato, hai accettato le mie scuse e mi hai perdonato con tutto il cuore. Hai tanto amore e tanto bene in te.

Mi dispiace di averti urlato contro ieri.

Oggi è un nuovo giorno e cercherò di fare meglio.

 

Gli effetti delle urla sui bambini

Urlare contro i bambini, soprattutto quelli più piccoli, sembra essere efficace. Smettono di fare qualsiasi cosa (che non dovrebbero fare) e iniziano a ubbidire.

Come osserva Collett Smart, psicologa del progetto “Mums At The Table”, “i genitori sono esseri umani e ci saranno giorni in cui ci ritroveremo a essere esausti o sopraffatti e le nostre emozioni potranno essere un po’ difficili da gestire. Per di più, quando i piccoli non seguono un’istruzione o una richiesta, possiamo scattare contro di loro nella speranza di spingerli all’azione”.

Anche in questo caso, perché gli esperti raccomandano di riservare le urla solo ai casi in cui è necessario proteggere i bambini da un danno o da una minaccia imminente (come quando stanno per correre in mezzo al traffico)?

 

  1. È una soluzione a breve termine

Sebbene le grida possano produrre un risultato immediato, in realtà non risolvono il problema comportamentale. Uno studio condotto su ragazzi di 13 anni ha infatti scoperto che le grida provocano un aumento dei comportamenti scorretti nel corso dell’anno successivo.

  1. Smettono di ascoltare

Immaginate una persona grande il doppio di voi, con il volto contorto dalla rabbia, che vi parla a voce alta. Sicuramente l’unica cosa che vorreste fare è scappare e nascondervi. Peggio ancora, questo insegna semplicemente al bambino a temervi.

  1. Gridano a loro volta

La dottoressa Laura Markham è psicologa clinica e autrice di “Peaceful Parent, Happy Kids: How to Stop Yelling and Start Connecting”. “Le grida spaventano i bambini. Li spingono a indurire il loro cuore nei nostri confronti. E quando urliamo, i bambini entrano in una fase di lotta, fuga o blocco, quindi smettono di imparare ciò che stiamo cercando di insegnare loro. Inoltre, quando tendiamo a urlare, i bambini si allenano a non ascoltarci finché non alziamo la voce. E li educa a urlare a loro volta”, scrive sul suo sito web.

 

Il lato positivo

Nella disperazione di assicurarmi di non aver causato a mio figlio un danno irreparabile, mi sono imbattuta in un’intervista con il dottor Kyle Pruet, uno psichiatra infantile. Una cosa che ha dichiarato mi ha dato speranza:

“Pensare di aver causato un danno duraturo sgridando il proprio figlio è una visione un po’ narcisistica dell’essere genitore. Perché ci sono tonnellate di altre forze in gioco, tra cui i loro progressi nello sviluppo neurale”.

La dottoressa Smart è d’accordo, sottolineando che “i bambini non hanno bisogno di una madre perfetta. Cercare di essere perfetti può far credere ai nostri figli che commettere errori significhi essere un fallimento. Invece, sbagliare significa avere l’opportunità di imparare, crescere e cambiare, e questo vale anche per gli adulti”.

Se è vero che non dovremmo gridare contro i nostri figli, l’importante è quello che facciamo dopo aver urlato loro contro (perché, diciamocelo, probabilmente ci capiterà, prima o poi).

“Se riusciamo a fare da modello chiedendo scusa quando abbiamo fatto la cosa sbagliata e dicendo ai nostri figli i passi che faremo per migliorare e cambiare il nostro comportamento la volta successiva, loro impareranno a crescere”, afferma la dottoressa Smart.

Sembra che la salvezza delle grida sia il fatto che mi sono sempre scusata con lui subito dopo, spiegandogli le mie motivazioni. Grazie alla mia determinazione a smettere di essere una mamma che urla e ai suggerimenti della dottoressa Smart, spero di non dovermi più trovare nella situazione di sbagliare, urlando, per poi chiedere scusa.

 

8 modi per smettere di urlare contro i vostri figli

La dottoressa Knost, autrice pluripremiata di molti libri per genitori, dichiara: “Quando i piccoli sono sopraffatti da grandi emozioni, è nostro compito condividere la nostra calma, non unirci al loro caos”. Questo non è sempre semplice, facile né un qualcosa che possiamo fare sempre, ma potrebbe essere qualcosa su cui lavorare.

Le strategie della dottoressa Smart comprendono:

 

  1. Conoscere i propri fattori scatenanti

Può trattarsi dell’essere in ritardo, del sentirsi stanchi o di un ambiente rumoroso o disordinato. Riconoscere cosa vi spinge a urlare può spesso aiutarvi a pianificare come agire in maniera differente la volta successiva.

  1. Ricordare che sono solo bambini

Ricordatevi che i vostri figli non stanno cercando di infastidirvi di proposito. Verificate i comportamenti adeguati allo sviluppo per essere sicuri di non pretendere più di quanto un bambino non sia in grado di fare. Sono bambini e stanno ancora imparando a controllare se stessi e le proprie emozioni. Ricordate che i bambini possono essere spaventati e scossi dai loro stessi sfoghi.

  1. Trovare un momento migliore

Cercare di parlare con un bambino che sta avendo una crisi può far aumentare lo stress anche nelle mamme. Aspettare che il bambino si sia calmato può essere un momento migliore per parlare, fare una richiesta o dare un’istruzione.

  1. Prendersi una pausa

Se avete bisogno di spazio e di andare in bagno, in camera da letto o in giardino per respirare e concedervi qualche minuto prima di reagire, va bene, fatelo!

  1. Ignorare i giudizi

Se vostro figlio ha una crisi in pubblico, ricordatevi che molte madri sono in silenziosa solidarietà nei vostri confronti, pensando: “Va tutto bene mamma, ci sono passata anch’io”. Ignorate i pensieri e i giudizi che avete in testa sul fatto di essere un cattivo genitore, perché possono far aumentare i vostri livelli di stress.

  1. Fare più bene che male

Per ogni momento difficile con vostro figlio, cercate di fare due gesti o attività amorevoli e premurose. Ricordate a voi stessi che state facendo un buon lavoro scrivendo questi momenti da qualche parte, per riuscire a ricordarli.

  1. Annotare

Annotate le volte in cui riuscite a gestire bene qualcosa che vi ha provocato frustrazione e come lo avete fatto. Poi cercate di ripetere sempre più spesso questo comportamento.

  1. Parlare con qualcuno

Trovate un/a amico/a a cui potete rivolgervi, sfogarvi o con cui potete condividere le vostre strategie genitoriali. A volte parlarne ad alta voce può aiutarci a capire di cosa ha bisogno nostro figlio.

 

Come farsi ascoltare da vostro figlio

Spesso urliamo perché ci accorgiamo che nostro figlio non ci ascolta. La dottoressa Smart ci dà alcuni suggerimenti su come fare in modo che un bambino ci ascolti per davvero:

  • Abbassarsi fisicamente al livello del bambino
  • Toccarlo sul braccio con tranquillità
  • Guardarlo negli occhi
  • Chiedere loro di guardarvi
  • Parlare con un tono di voce pacato e calmo
  • Spegnere qualsiasi dispositivo che costituisca un’ulteriore distrazione
  • Sedersi vicino al bambino (in modo che sappia di essere al sicuro), senza però intervenire finché non ha iniziato a calmarsi
  • Lasciare al bambino un po’ di spazio. Se sapete che è al sicuro, e se sapete che lui (così come voi) si calma meglio da solo, potete uscire dalla stanza e dire: “Sarò qui quando sarai pronto per parlarne”
  • Concedete sempre forti abbracci e siate pronti a sistemate le cose non appena il bambino sarà pronto

 

Figlio mio, mi dispiace di averti urlato contro ieri, ma sto cercando di fare meglio. Ora ho delle strategie per migliorare, in modo che potrai sempre sapere quanto bene ti voglio.

 

 

Di Melody Tan, responsabile del progetto “Mums At The Table”. Vive a Sydney.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2022/08/04/three-reasons-why-we-should-stop-shouting-at-our-kids/

Traduzione: Tiziana Calà

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