Il bilancio delle vittime dei due terremoti di magnitudo 7.8 e 7.5, che hanno scosso la Turchia sud-orientale e la Siria nord-occidentale lunedì 6 febbraio, continua a salire. […] Si trovano ancora persone vive sotto le macerie, ma la speranza svanisce con il passare dei giorni e delle ore. […] I testimoni della catastrofe in Turchia affermano di sentire le urla della gente intrappolata, ma non possono fare nulla. Non riesco a immaginare la frustrazione, la sofferenza, la disperazione, di sapere che lì sotto c’è qualcuno, e non poter spostare le pietre per tirarlo fuori. È un senso di impotenza!
Allo stesso tempo, la gioia è indescrivibile quando si riesce a soccorrere una persona intrappolata tra le macerie, come nel caso della bambina di cinque anni soccorsa questo martedì nella provincia turca di Hatay.
Migliaia di morti, ma anche migliaia di persone soccorse. La speranza non muore, non può morire, anche se passano le ore! La speranza è il motore delle squadre di soccorso, che continuano a lavorare sul territorio.
E qualcuno potrebbe chiedersi: “Dov’è Dio in momenti come questo? Dov’è in ogni guerra, in ogni disastro? E dov’è quando muore un bambino? Dove, quando milioni di persone muoiono di fame?
Dov’è Dio?
Dio è proprio lì, soffre con noi e vuole aiutarci. È in ogni mano tesa, in ogni soccorso; in ogni persona che aiuta un’altra.
Il colpevole dietro guerre e disastri naturali non è Dio. Il male non ha niente a che fare con lui. È il suo antagonista. E, inoltre, siamo noi esseri umani che stiamo sconvolgendo il mondo, maltrattandoci a vicenda, sfruttando e contaminando la natura… Cerchiamo i colpevoli e ingiustamente lo additiamo. Dio ci ha dato la libertà e noi l’abbiamo trasformata in licenziosità.
Il Signore ci avverte, nella Bibbia, di ciò che sta arrivando. E mentre è vero che ci sono sempre state guerre, malattie, disastri e carestie, sappiamo che alla fine dei tempi si intensificheranno.
“Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi” (Matteo 24:7).
“Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in vari luoghi; vi saranno carestie. Queste cose saranno un principio di dolori” (Marco 13:8).
“vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie; vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo” (Luca 21:11).
I terremoti della nostra vita
Il male è reale. E Dio non ha niente a che fare con esso. Nella nostra stessa vita subiamo terremoti che ci devastano totalmente. Morte, malattia, sofferenza… Possiamo incolpare Dio, ma lui non ha nessuna colpa. A volte non ne abbiamo nemmeno noi. A volte ciò che fanno gli altri ci colpisce e ci arreca danno. Un guidatore ubriaco che sale con l’automobile sul marciapiede e uccide una persona, non è colpa della vittima, ma ne subisce le conseguenze. Non è giusto, ma così è la vita in un mondo che ha deciso di voltare le spalle al suo Creatore.
È assurdo cercare giustizia nell’ingiustizia di un mondo ingiusto. (Sì, lo so, sembra uno scioglilingua, ma è così, no?) Abbiamo cacciato Dio dalle scuole, dalle case e dalla società. Abbiamo attaccato falsi cartelli alla religione e l’abbiamo dipinta di nero con le azioni di presunti religiosi che non lo erano. Non possiamo rifiutare il Signore quando Egli è, in realtà, tutto ciò che cerchiamo: Amore, giustizia, felicità, pace, concordia, bontà… Cristo era (ed è) tutto questo, e la vera religione e i veri cristiani ne sono un riflesso. Il nemico ci inganna e punta il dito contro Dio, la religione, i falsi religiosi.
Questo mondo è ingiusto e pieno di sofferenza. Ma in mezzo ai terremoti della vita la speranza non muore, non può. E non importa quante ore passano. La speranza è il nostro motore. Ci fa andare avanti, ci aiuta a vivere e ci spinge ad aiutare gli altri.
La nostra speranza è in Dio, perché questo mondo ha una data di scadenza, ma la vita eterna che ci propone non passerà mai.
Vivere qui con o senza speranza è molto diverso. La speranza ci fa andare avanti. Ecco perché dobbiamo vivere con speranza e condividerla con gli altri. Anche in mezzo al dolore, la speranza è ciò che ci aiuterà ad andare avanti, dalle macerie di qualsiasi terremoto della vita. E se periamo, abbiamo la speranza di una vita migliore. Ecco perché… viviamo con speranza!
Speranza nella disperazione
Quando arriveranno i momenti difficili (cosa che purtroppo accade sempre), avremo due opzioni: aggrapparci a Dio o fronteggiarlo. Personalmente, trovo impossibile da fronteggiare e sai perché? Perché alla fine, Dio è tutto ciò che mi resta. L’unica cosa che rimarrà inamovibile quando tutto il resto andrà in pezzi. Matrimoni falliti; sfratti; morte di familiari e amici; malattie croniche o terminali… Terremoti nella vita che scuotono il nostro piccolo mondo e fanno crollare le nostre speranze. Ci spezzano dentro. Ci seppelliscono, ci annegano… Situazioni dalle quali sentiamo di non poter uscire. Almeno non da soli.
E tutto in questo mondo ha una data di scadenza. Tutto può fallire. Assolutamente tutto, tranne la Roccia dei secoli. Tutto, tranne il nostro Dio inamovibile.
“Infatti, chi è Dio all’infuori del Signore? Chi è Rocca all’infuori del nostro Dio?” (2 Samuele 22:32 e Salmi 18:31).
“Dio è la mia salvezza e la mia gloria; la mia forte rocca e il mio rifugio sono in Dio” (Salmo 62:7).
“Sii per me una rocca in cui trovo scampo, una fortezza dove io possa sempre rifugiarmi! Tu hai dato ordine di salvarmi, perché sei il mio baluardo e la mia fortezza” (Salmo 71:3).
“Confidate per sempre nel Signore, perché il Signore, sì il Signore, è la roccia dei secoli” (Isaia 26:4).
“Ma il Signore è il mio riparo, e il mio Dio è la rocca in cui mi rifugio” (Salmi 94:22).
Il nostro rifugio è Dio (Salmi 46)
E in mezzo alla disperazione, in mezzo alla sofferenza, al dolore, all’angoscia… ricorda sempre che:
“Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà. Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare, se le sue acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo tremare i monti. C’è un fiume, i cui ruscelli rallegrano la città di Dio, il luogo santo della dimora dell’Altissimo. Dio si trova in essa: non potrà vacillare. Dio la soccorrerà al primo chiarore del mattino. Le nazioni rumoreggiano, i regni vacillano; egli fa udire la sua voce, la terra si scioglie. Il Signore degli eserciti è con noi, il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio. Venite, guardate le opere del Signore, egli fa sulla terra cose stupende. Fa cessare le guerre fino all’estremità della terra; rompe gli archi, spezza le lance, brucia i carri da guerra. ‘Fermatevi’, dice, ‘e riconoscete che io sono Dio. Io sarò glorificato fra le nazioni, sarò glorificato sulla terra’. Il Signore degli eserciti è con noi; il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio” (Salmi 46).
Confida in Dio
Forse i nostri terremoti personali ci offrono un margine superiore di tempo… ma anche l’agonia prolungata è terribile. In questa vita, quando tutto crolla intorno a te, alza lo sguardo e guarda il cielo. Ecco il tuo Creatore; il tuo Salvatore; l’essere che ti Ama di più (sì, così, con la maiuscola) dell’universo.
“Alzo gli occhi verso i monti… Da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto vien dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra” (Salmi 121:1-2).
Quando le relazioni che pensavi fossero eterne crollano ai tuoi piedi; quando le finestre dei tuoi sogni si rompono; quando ti sembra che il mondo ti stia cadendo addosso… Resisti un po’. Solo un po’ di più. Guarda in alto, il tuo salvataggio è vicino. Aggrappati a Dio, abbi speranza, fiducia.
“Sarai fiducioso perché avrai speranza; ti guarderai bene attorno e ti coricherai sicuro” (Giobbe 11:18).
Mentre arrivano o passano tempeste e terremoti, vivi confidando in Dio (e per fidarti devi lavorare ogni giorno sul tuo rapporto personale con lui). Dalla sua mano potente puoi elevarti da qualsiasi cosa. Non c’è cataclisma abbastanza forte da distruggerti, se la tua vita è costruita sulla Roccia dei secoli. Confida in Dio.
E nell’attesa che Cristo ritorni per sradicare il male e la sofferenza una volta per tutte, usa il tuo prezioso tempo qui per aiutare gli altri. Vedrai che quando ci prendiamo cura degli altri, la nostra sofferenza personale diminuisce. Dicono che una gioia condivisa è doppia gioia, e un dolore condiviso è mezzo dolore. Quello che è certo è che la solidarietà e l’amore ti aiuteranno a crescere come persona e ad affrontare meglio le tue miserie, dalla mano del Signore.
Cerchiamo di essere empatici di fronte alle tragedie come quelle che migliaia di persone nel mondo vivono a causa della mancanza di cibo, dei disastri naturali o delle guerre. Il Signore ci aiuti a vivere con una speranza operosa e solidale, come quella di Gesù.
Fonte: HopeMedia Italia