Resistere alla tirannia del telefono.
Domanda: Con tre figli adolescenti impegnati in molteplici attività in chiesa e a scuola e un marito molto impegnato e sempre in movimento, ci sembra che il nostro tempo di connessione familiare sfumi continuamente. Il più grande problema per il nostro tempo insieme è un telefono che squilla e a cui si risponde. Cosa possiamo fare per risolvere questo dilemma?
Risposta: Nel nostro mondo iperconnesso, l’atto apparentemente innocente di rispondere al telefono durante il tempo trascorso in famiglia ha profonde implicazioni che riguardano la saggezza biblica, i modelli sociologici e il benessere psicologico. La costrizione a rispondere a ogni squillo rappresenta un’intrusione moderna negli spazi sacri che merita un attento esame.
Il concetto di “tempo sacro” e di presenza intenzionale risuona profondamente con gli insegnamenti della Scrittura. Il comandamento del sabato non riguarda solo il riposo, ma anche la creazione di uno spazio protetto per la comunione con Dio e con la famiglia. Quando Gesù si ritirava in luoghi tranquilli o metteva da parte del tempo da trascorrere con i suoi discepoli, dimostrava il valore dell’attenzione assoluta per costruire relazioni significative. Le moderne interruzioni telefoniche sono parallele ai “mercanti nel tempio” (cfr. Matteo 21:12-13), dove gli interessi commerciali invadevano lo spazio sacro. Proprio come Gesù sgombrò il tempio per ripristinare il suo scopo sacro, le famiglie devono proteggere il loro tempo dalla costante intrusione digitale.
Le ricerche indicano che le frequenti interruzioni telefoniche durante le interazioni familiari contribuiscono a quella che i sociologi chiamano “frammentazione del tempo”, ovvero la suddivisione dell’impegno sociale sostenuto in segmenti scollegati. Questa frammentazione indebolisce i legami familiari e interrompe lo sviluppo di quello che il sociologo Robert Putnam chiama “capitale sociale”, ovvero le reti di relazioni che tengono insieme le comunità. I bambini imparano le norme sociali osservando i genitori e quando gli adulti danno costantemente la priorità alle telefonate rispetto all’interazione faccia a faccia, insegnano implicitamente che le connessioni digitali eclissano la presenza personale.
L’impatto della costante disponibilità del telefono è più profondo di quanto molti si rendano conto. Studi di psicologia cognitiva dimostrano che anche brevi interruzioni possono interrompere in modo significativo l’attenzione e la connessione emotiva. Il fenomeno “dell’attenzione parziale continua” emerge quando le persone cercano di rimanere perennemente disponibili alle comunicazioni digitali, portando a un aumento dei livelli di stress e a una diminuzione della capacità di formare legami emotivi profondi. I bambini, in particolare, interpretano la risposta al telefono di un genitore durante il tempo trascorso in famiglia come un segnale della loro importanza relativa nella vita del genitore.
Inoltre, il ciclo di risposta alle notifiche, guidato dalla dopamina, crea una forma di condizionamento comportamentale che rende sempre più difficile resistere alle chiamate. Questa risposta fisiologica può trasformarsi in quello che gli psicologi definiscono “tecnostress”, un’afflizione moderna in cui gli individui si sentono obbligati a rispondere immediatamente alle comunicazioni digitali, anche a costo di interazioni più significative di persona.
La soluzione sta nello stabilire confini chiari e nel praticare quella che si potrebbe definire la “resistenza sacra”, ossia la scelta intenzionale di lasciare che le chiamate rimangano senza risposta durante i momenti dedicati alla famiglia. Questa pratica non consiste nel rifiutare la tecnologia o le persone dall’altra parte della chiamata, ma piuttosto nel recuperare il controllo su quando e come ci impegniamo con essa. Le famiglie possono stabilire spazi rituali durante i pasti, i momenti di devozione o le attività ricreative in cui i telefoni vengono deliberatamente messi da parte.
L’atto di ignorare un telefono che squilla durante il tempo trascorso in famiglia è una dichiarazione delle vere priorità. Afferma che la presenza fisica dei propri cari ha la precedenza sulle potenziali connessioni digitali. Questo crea spazio per conversazioni profonde e ininterrotte che creano legami duraturi e sicurezza emotiva. Questa scelta onora il principio biblico della gestione del tempo, riconosce l’importanza sociologica di un’interazione familiare mirata e promuove il benessere psicologico attraverso una connessione umana autentica.
Sappiate che voi e la vostra famiglia rimarrete nelle nostre preghiere mentre cercate un maggiore equilibrio nel modo in cui impiegate il tempo per massimizzare il legame e la coesione familiare.
Di Willie ed Elaine Oliver; direttori del Dipartimento dei Ministeri della Famiglia della Conferenza Generale della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno
Fonte: https://adventistreview.og/perspectives/columnists/the-sacred-space-of-family-time/
Traduzione: Tiziana Calà