Stringere legami

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Non è così difficile

“Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati)” – Efesini 2:4-5.

Ricordo ancora la prima volta che ho incontrato Gladys, mentre ero uscita a correre una mattina presto.

Ero sicura di vedere un’apparizione: una figura tutta bianca, in contrasto con il cielo azzurro del mattino; piccola e fragile, il suo corpo era così piegato dalla cifosi che da lontano era difficile individuare la sua piccola testa bianca, ripiegata sul petto.

Ho iniziato ad abituarmi all’unicità di Gladys, quando uscivo per andare a correre nel mio quartiere. Né la curvatura della sua colonna vertebrale né la sua età avanzata sembravano trattenerla. Percorreva lunghe distanze a quello che io pensavo fosse un ritmo impressionante, specie se confrontandolo al mio “trotto”.

Le nostre strade continuavano a incontrarsi e Gladys divenne una figura familiare, quasi necessaria. Ero sempre felice di vederla. Anche se i nostri occhi non si sono mai incontrati, la salutavo, le facevo cenno con la mano e le auguravo una buona giornata, nel tentativo di cercare un contatto con lei. Volevo credere che l’apparente inimicizia di Gladys avesse più che altro a che fare con la sua postura che con altro. Quanto deve essere stato difficile alzare la testa per restituire un sorriso o un saluto a una sconosciuta.

Dicevo sempre a Dio: “Signore, sai che non sono una brava missionaria”.

Qualcosa da condividere

Una mattina, mentre superavo Gladys, ho sentito questa incontenibile voglia di parlarle dell’amore di Dio per lei. Ho pensato a quanto solitaria e triste doveva sentirsi sotto il peso della sua disabilità. Non potevo lasciare passare l’ispirazione di condividere l’amore di Dio, tenendo per me la gloriosa notizia di un Dio empatico che ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque creda in lui abbia vita eterna.

Non rimaneva tanto tempo a Gladys, né a me, né, più in generale, a tutto il mondo. Così un giorno, invece di salutarla o di sorriderle come mio solito, mi sono fermata, incontrando per la prima volta la “vera” Gladys.

Gladys era il nome che avevo dato a quella donna della quale non mi ero mai veramente interessata. Il suo vero nome era Betty e, come tutti noi, anche lei a volte si sentiva sola e spaventata. I suoi piccoli occhi azzurri brillavano mentre le parlavo di Gesù e di quanto lui l’amasse.

Dopo il nostro dialogo, Betty sembrava una persona diversa. Ogni volta che mi vedeva da lontano, alzava la testa (il più possibile) solo per salutarmi.

Condividere la grazia

Siamo chiamati a essere una fonte di benedizione per gli altri. Siamo chiamati a entrare nel cuore di coloro che credono che l’amore li abbia abbandonati. I cristiani sono chiamati a condividere l’amore di Dio con le parole, ma anche con i fatti. Ci vuole sia la teoria che la pratica per condividere l’amore di Dio, proprio come ha fatto Gesù Cristo.

“Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8). Questa è la forma più pura dell’amore: l’amore per grazia. Allo stesso modo, il nostro amore per gli altri deve essere gentile, puro e sincero, perché è così che Dio ci ama. Dio ci chiede di amare gli altri con grazia, proprio come ci ama a sua volta.

Dicevo sempre a Dio: “Signore, sai che non sono una brava missionaria. Non so dare studi biblici. Come posso raggiungere questa società indifferente, a volte perfino antagonista?”.

“Basta seguire il mio esempio”, dice Cristo. “Non sono semplicemente alla ricerca di persone da convertire, sto cercando dei cuori”.

“Andate dunque e fate miei discepoli”, disse Gesù (Matteo 28:19). E ci stava invitando ad andare a fare dei discepoli proprio nel bel mezzo della nostra vita, pur con mille impegni: bastava una parola gentile, un orecchio pronto all’ascolto, un abbraccio, un sorriso, una buona azione e un sincero interesse nell’aiutare gli altri.

Troppo spesso limitiamo l’evangelizzazione in base ai progetti, dimenticandoci delle persone. La buona notizia che dobbiamo condividere è che l’amore di Dio, come lo ha dimostrato Cristo, è più che sufficiente per farci abitare con lui nel suo regno.

“O Dio, com’è preziosa la tua benevolenza!” (Salmo 36:7).

Olga Valdivia è una scrittrice freelance e un’assistente legale. Insieme al marito Miguel, ha tre figli e tre nipoti.

Di Olga Valdivia

Fonte: https://www.adventistreview.org/1901-56

Tradotto da Tiziana Calà

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