Non è realistico iniziare un matrimonio pensando che durerà per sempre. Vero o falso?

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La promessa di vivere con la persona amata “finché morte non ci separi” ha perso gradualmente il proprio significato. Oggi viene considerato irrealistico sposarsi con l’idea che la relazione durerà per sempre.

 

I sostenitori di questa idea ritengono che l’amore sia volubile e che non duri abbastanza a lungo per costituire la base di un matrimonio capace di durare tutta la vita. Secondo un sondaggio condotto su 5.000 coppie britanniche, l’amore dura in media due anni, sei mesi e venticinque giorni. Dopo questo periodo, i partner smettono di cercare di compiacersi a vicenda: il 60% delle donne smette di vestirsi bene per i propri mariti, il 70% degli uomini ammette di aver rinunciato a cercare di essere ordinati e di aver iniziato a lasciare i panni sporchi in giro per casa e il 60% delle coppie non ha più avuto momenti romantici.

I ricercatori dell’Università italiana di Pavia hanno rivelato una conclusione ancora più scoraggiante: l’amore romantico dura solo un anno e ciò è dovuto a una sostanza chimica del cervello responsabile dell’innamoramento. Il livello di ossitocina, chiamato anche ormone dell’amore, giunge al culmine all’inizio di una relazione, ma diminuisce nel tempo. A livello comportamentale, l’ossitocina riduce la paura e aumenta la fiducia. Nelle madri, determina l’istinto materno. È proprio questa la chiave, affermano i ricercatori italiani: biologicamente, l’attaccamento al partner è simile all’istinto materno, che rende alcune coppie più durature e altre meno.

 

I quattro pilastri del matrimonio a breve termine

Un’analisi qualitativa degli studi sociologici condotti sull’argomento evidenzia quattro ragioni principali per cui, ad esempio, in Australia la durata media del matrimonio moderno è di soli 8,7 anni.

La prima ragione è l’idealizzazione del matrimonio, che porta ad avere aspettative irrealistiche. Entrambi i partner si aspettano di trovare nell’altro il partner perfetto che porterà la felicità, un’aspettativa che finisce in delusione e scoraggiamento. “Ora non si tratta solo di amore e romanticismo, ma anche di auto-realizzazione e crescita personale”, afferma Pamela Smock, docente di sociologia all’Università del Michigan.

Il secondo fattore è l’atteggiamento verso la fedeltà coniugale, considerata un concetto piuttosto antiquato. L’infedeltà non è più seguita dall’esclusione sociale, il che ha portato a un aumento della varietà di modi (come marriedsecrets.com) in cui le persone sposate possono avere relazioni con altre persone sposate, in maniera deliberata e premeditata.

Il terzo pilastro è il fatto che anche il divorzio sta diventando sempre più accettato e percepito come normale. Se in passato le coppie sposate infelici nascondevano le proprie lamentele e rimanevano sposate per non essere ostracizzate dalla società, oggi le coppie vedono il divorzio come una soluzione molto più semplice di fronte alle loro “differenze inconciliabili”.

L’abbandono dello stigma legato al divorzio ha dato origine a un atteggiamento lassista nei confronti dell’avere e crescere figli fuori dal matrimonio, che rappresenta il quarto pilastro del matrimonio a breve termine. Grazie ai programmi sociali che sostengono le madri single, oggi è più facile per le donne crescere i propri figli da sole o adottare bambini senza avere intenzione di sposarsi.

 

Cosa fa la differenza?

Scrivendo sul tema dell’amore, lo psichiatra americano Scott Peck ha affermato che il vero amore è un atto di volontà che trascende il sentimento d’amore. E le neuroscienze lo confermano. L’amore di breve durata è in realtà lo stato di innamoramento, che rappresenta solamente la prima fase di una relazione.

Lo psichiatra americano Robert A. Johnson ha identificato tre fasi attraverso le quali una relazione passa dai primi giorni fino alla sua maturità: la fase del romanticismo (la fase in cui vengono rilasciati ormoni come l’ossitocina, il testosterone e il cortisolo), la fase del conflitto (la fase in cui i partner devono risolvere le proprie differenze; viene percepita come una fase in cui i due non sono più innamorati) e la fase dell’intimità emotiva, affettiva e fisica. Quest’ultima è la fase del vero amore: le interazioni tra i due non sono più basate sugli ormoni, ma su una scelta consapevole e razionale di mantenere la relazione.

Se nel 1900 i matrimoni duravano in media 18 anni fino alla morte di uno dei partner, oggi il numero di coloro che festeggiano 50 anni di matrimonio è in aumento. Circa il 5% delle coppie raggiunge le nozze d’oro. Anche se piccola, la percentuale testimonia che il matrimonio “finché morte non ci separi” non è un’illusione.

“La mia vita è stata bellissima”, ha dichiarato Wihelmenia Jones alla sua cerimonia di rinnovo dei voti con Leroy. “Anche i momenti difficili fanno parte dell’esperienza di apprendimento”, ha detto, sottolineando che se potesse ricominciare da capo, sceglierebbe di nuovo suo marito.

Quando è governato dal vero amore, il matrimonio può essere più di una relazione che dura tutta la vita. Alcuni lo conserverebbero per più vite.

 

 

Di Denisa Stamate

Fonte: https://st.network/analysis/top/it-is-unrealistic-to-start-a-marriage-thinking-it-will-last-forever-true-or-false.html

Traduzione: Tiziana Calà

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