Qual è il significato della vita?

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Quando rifletto sull’affermazione: “La vita ha un significato potenziale in qualsiasi condizione, anche nelle più miserabili”, mi viene in mente la storia di una donna; questa storia mi ha colpito nel profondo, insegnandomi due stati esistenziali: l’avere e l’essere.

 

Era sola. Non aveva più nessuno. Viveva in una “casa” di 1,2 x 3 metri e aveva un letto, una bombola a gas, una stufa e un piccolo armadio… niente luce elettrica, niente riscaldamento. Nemmeno il sole si preoccupava di illuminare e riscaldare la sua vita, visto che la “casa” non incrociava la sua strada. Viveva con un sussidio di soli 30 euro al mese, ma viveva la sua vita con dignità, senza lamentarsi, senza allungare la mano per mendicare, soddisfatta della sua condizione e senza voler salire un gradino più in alto. Mi regalava un sorriso ogni volta che aprivo la porta del suo piccolo palazzo.

Il nichilismo sostiene che nulla ha senso, una prospettiva che anche i naturalisti hanno adottato, attribuendo ogni possibile “senso della vita” alle leggi della fisica e agli innumerevoli momenti di caso che influenzano la nostra esistenza. Vale ancora la pena cercare di dare un senso alla vita se le leggi della fisica ci minano?

La ricerca del significato della vita è una forza motivante fondamentale; così ha scritto Viktor Frankl nel suo libro “Alla ricerca di un significato della vita”. Nei campi di concentramento di Auschwitz e Dachau, Frankl perse i suoi genitori, suo fratello, sua moglie, i suoi beni e la sua salute. Ma mentre aspettava, ora dopo ora, il proprio sterminio, non rinunciò nemmeno per un secondo alla convinzione che la vita valesse la pena di essere vissuta e che questa avesse un senso. I suoi lettori avrebbero visto la prova di quanto da lui dichiarato nella sua stessa biografia.

Frankl, che amava citare le parole di Nietzsche (“Chi ha un perché per vivere, può sopportare quasi ogni come”), credeva che l’esistenza umana fosse tragicamente influenzata da tre tipi di esperienza: la sofferenza, la colpa e la morte.

Erano questi tre elementi, non le leggi della fisica, a minare l’esistenza del significato, ma Frankl era convinto che le persone potessero superare queste tre forze e dire “Sì” alla vita, nonostante tutto. In che modo?

Trasformando la sofferenza in conquista e realizzazione umana.

Permettendo al senso di colpa di spronarci, cogliendo la possibilità di cambiare in meglio.

Estraendo dall’effimero della vita una ragione per agire in modo responsabile.

“Per quanto riguarda la causa dell’insignificante, si potrebbe dire, anche se in modo molto semplificato, che le persone hanno abbastanza di cui vivere, ma non abbastanza per vivere”. Mancano di motivazione. Proprio come non si ride solo perché qualcuno ti grida “Ridi!”, ma si ride quando qualcuno racconta una barzelletta o fa qualcosa di divertente, così non si può trovare un senso nella vita se non si ha la motivazione per farlo.

Un’altra ragione per la mancanza di significato nella vita è una preoccupazione esclusiva incentrata sulla propria persona. Se per tutta la vita ti concentri solo su te stesso, alla fine scoprirai che tutto è privo di significato. Ma se la tua preoccupazione principale è il servizio nei confronti del prossimo, allora la tua vita ti apparirà come un dono meraviglioso, dove tutto ha un significato. L’amore è un fuoco che dà forma al vero significato della vita.

Due cose mi hanno colpita in positivo, facendomi ringraziare il Signore di aver conosciuto la donna di cui ho parlato all’inizio: la sua contentezza per il “niente” che aveva e il fatto che era libera da qualsiasi risentimento o lamentela per quello che le era successo in passato. Io mi vergognavo, sopraffatto da una sensazione di vuoto e di turbamento interiore. Mi sentivo povero rispetto a lei. Lei non aveva quello che avevo io, ma questo non era fondamentale. Non avevo quello che aveva lei, che era fondamentale.

L’apostolo Paolo, che ha dedicato il più grande inno all’amore, alla fine ha concluso che ciò che sarà più prezioso e rimarrà per l’eternità è l’amore, perché Dio è amore.

La biografia di Paolo è anche una prova delle sue affermazioni. Dopo aver incontrato Gesù, ha trovato la motivazione necessaria per dare pieno significato alla sua vita. Ha fatto eco alle parole di Cristo che riassumono il paradosso dell’esistenza umana: “Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà” (Matteo 16:25). Con la sua vita, Paolo ha scritto la continuazione di queste parole: “Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno” (Filippesi 1:21).

Quello che Paolo dice può essere detto solo da una persona che ha trovato il vero scopo dell’esistenza, il vero significato della vita. “Ma se il vivere nella carne porta frutto all’opera mia, non saprei che cosa preferire. Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall’altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi” (Filippesi 1:22-24). Tra il suo bene e il bene dei Filippesi, Paolo ha scelto il bene dei Filippesi. Solo chi ha incontrato Dio e lo conosce può fare una tale scelta. Questo è il vero significato della vita.

 

 

Di Ilie Ghegoiu

Fonte: https://st.network/analysis/top/does-life-have-a-meaning-or-not.html

Traduzione: Tiziana Calà

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