Lo ha ricordato l’Oms il 10 settembre, nella Giornata mondiale per la prevenzione.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il suicidio è una delle principali cause di morte nel mondo. Ogni anno, circa 800.000 persone perdono la vita in questo modo. La preoccupazione per la salute mentale è sempre più evidente e la cura è sempre più pubblicizzata e dibattuta. Tuttavia, il suicidio rimane un fenomeno globale e di salute pubblica, come è stato evidenziato due giorni fa, in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio.
“In Italia, secondo l’elaborazione del servizio di Statistica dell’Istituto Superiore di Sanità sulla base dell’indagine Istat sulle cause di morte, tra i residenti di età 15 anni ed oltre, nel biennio 2020-2021, si sono suicidate 7.422 persone (3.645 nel 2020 e 3.777 nel 2021) e, tra queste, gli uomini rappresentano il 78,5%, con il pensionamento che sembra essere un evento critico” riporta il sito msdsalute.it
Oltre alla Giornata, durante l’intero mese si svolgono iniziative di sensibilizzazione e accoglienza delle persone. Settembre Giallo è attualmente una delle più grandi campagne al mondo per de-stigmatizzare la salute mentale e combattere la discriminazione.
Su questa linea si pone il tema “Cambiare la narrazione sul suicidio”, scelto dall’Oms per il triennio 2024-2026. Sottolinea l’importanza di sensibilizzare la popolazione sulla riduzione dello stigma, e di incoraggiare conversazioni aperte per prevenire il suicidio. È necessario passare da una cultura del silenzio e dello stigma a una di apertura, comprensione e supporto, ribadisce l’Oms.
Per offrire un aiuto nella prevenzione, Notizie Avventiste sudamericana (Asn) ha rivolto alcune domande a Pablo Canalis, medico specializzato in psichiatria e medicina familiare e comunitaria. L’intervista vuole analizzare i fattori che possono contribuire all’aumento dei casi di suicidio, dare indicazioni su come identificare le persone con tendenze suicide e capire il ruolo cruciale della società nel creare una rete di sostegno per coloro che ne hanno bisogno.
Asn: Quali segnali presentano le persone che hanno tendenze suicide?
Pablo Canalis: Cominciano a chiedere molte cose sulla morte, a interessarsi come non mai di questo argomento, a porre domande del tipo: “Cosa succede dopo la morte? Si sente qualcosa quando si muore? Dio perdona coloro che muoiono perché soffrono molto? Mancherò molto se non ci sarò più? Sono davvero necessario nel mio lavoro o nella mia famiglia?”
Cominciano a comprare oggetti con cui potrebbero farsi male, come coltelli, corde, armi, veleni, oppure chiedono se in casa ci sono alcune di queste cose. Si informano sugli orari di treni, metropolitane e autobus, o sugli orari in cui potrebbero essere lasciati soli e poter portare a termine il loro piano. Cominciano a dire addio ai propri cari, a scrivere lettere, a inviare strani messaggi, ad apprezzare gli atteggiamenti delle persone con cui non comunicano da molto tempo o a cercare di risolvere vecchi conflitti tra familiari, come se volessero sistemare ogni cosa.
Asn: Quali cambiamenti nel comportamento possono essere indicatori di depressione o di pensieri suicidi?
P. C.: Cambiamenti nell’igiene – Improvvisamente, persone che prima si vestivano molto bene, erano sempre curate e ben presentabili, non hanno più interesse alla cura personale, in un modo che attira l’attenzione. Isolamento sociale – Non vogliono vedere nessuno, hanno grande difficoltà a interagire con persone con le quali prima non avevano problemi. Evitano luoghi illuminati, preferiscono luoghi bui, silenziosi e solitari. Non provano piacere nel fare cose che prima svolgevano con grande piacere. Mancanza di scopo nella vita, mancanza di speranza, pensieri negativi costanti, difficoltà costante a vedere un futuro promettente. Nessuna motivazione, nessuna forza per fare le cose semplici della vita.
Asn: Esistono fattori fisici o condizioni fisiologiche che predispongono un certo gruppo di persone ad avere maggiori probabilità di cadere in depressione o di pensare al suicidio?
P. C.: Gli studi mostrano un dato interessante sulle differenze tra il numero di suicidi di uomini e donne. Solitamente, le donne sono più timorose e si è visto che fanno più tentativi di suicidio ma ma hanno meno successo nel porre fine alla propria vita, perché tendono a usare mezzi meno efficaci o crudeli. Gli uomini hanno la tendenza a provarci meno spesso ma a raggiungere più rapidamente il loro obiettivo, perché sono più aggressivi nella scelta di come porre fine alla propria esistenza.
Le malattie mentali, come la depressione, la schizofrenia, alcuni tipi di disturbi della personalità, il bipolarismo, i disturbi d’ansia gravi, sono alcune delle condizioni che possono portare all’ideazione suicidaria. L’abuso di sostanze psicoattive, come alcol, droghe e persino l’abuso di antidepressivi, possono essere fattori di rischio per il suicidio. Anche la mancanza di resilienza e la difficoltà a far fronte alle perdite, ad esempio di un lavoro o di una persona cara, possono essere importanti fattori di rischio.
Asn: In che modo il consumo di alcol e droghe influenza la propensione al suicidio?
P. C.: Vi sono due fattori. Uno è la grande tendenza a usare alcolici o droghe come metodo per fuggire dai problemi. Scappare non risolve il problema, non risolverlo significa aumentarlo e si arriva a un punto in cui il problema diventa così grave da non poter più essere risolto. Un altro fattore è l’effetto diretto di queste sostanze sulla mente della persona. Ad esempio, l’alcol può alterare l’umore e rendere la persona più depressa, più impulsiva e meno razionale, esponendola al rischio di suicidio. Un altro esempio è la marijuana che può portare a deliri di persecuzione, che a loro volta possono portare la persona alla disperazione e a volersi uccidere prima che “qualcuno” le faccia qualcosa o ferisca un suo familiare. L’uso di droghe può portare una persona a indebitarsi con individui pericolosi e, non potendo pagare i debiti, diventa disperata e tenta di togliersi la vita.
Gli adolescenti diventano sempre meno resilienti, trovano molto più difficile affrontare alcune sfide, si sentono frustrati in fretta e non vogliono lottare per obiettivi che vedono lontani, una realtà questa che è in contrasto con ciò che invece vedono sui social media, dove viene venduta una vita meravigliosa, di rapido successo.
Asn: Diversi studi associano la vitamina D alla produzione di serotonina e, poiché nella depressione si riscontra un basso livello di questo neurotrasmettitore, bassi livelli di vitamina D sono legati alla depressione. Ci sono fattori esterni o ambientali, come la mancanza di sole o il clima, che alterano il funzionamento del corpo e aumentano il rischio di soffrire di disturbi mentali che possono causare tendenze suicide?
P. C.: Nei Paesi con lunghi periodi di assenza di luce solare naturale (Paesi nordici, Russia, Canada, Argentina meridionale e Cile meridionale), si ricorre alle lampade UV per mantenere i livelli di vitamina D ed è necessario assumere anche degli integratori. Inoltre, ci sono tipologie di lavoro in cui l’esposizione ai raggi solari è scarsa perché le persone iniziano a lavorare presto e lasciano gli uffici molto tardi, senza avere il tempo di esporsi al sole. Cerchiamo costantemente di proteggerci dai raggi solari per timore di sviluppare il cancro alla pelle, ma non teniamo conto di quanto sia necessario nella misura adeguata, perché, come ogni cosa nella vita, l’equilibrio è la base.
Asn: L’alimentazione e le abitudini di una persona influenzano la prevenzione dei disturbi mentali, che sono una delle cause di suicidio, e la cura della salute mentale?
P. C.: Una dieta inadeguata, povera di alimenti ricchi di triptofano (un precursore della serotonina e della melatonina) può essere un fattore di rischio per la depressione, in quanto la serotonina è uno dei neurotrasmettitori più importanti nel controllo dell’umore e dell’ansia. Alcuni degli alimenti ricchi di triptofano sono le castagne, le noci, le mandorle, le banane, il cacao, il kiwi, l’ananas, i latticini, i cereali, il miele, i funghi e altri ancora. Anche le diete povere di vitamina B12 possono essere fattori di rischio per la depressione, perché aiuta anche a ridurre la serotonina. Per questo motivo i vegetariani o i vegani devono reintegrare le fonti di vitamina B12 nel loro organismo.
Conclusione
Il dialogo sul suicidio deve essere costante e con la necessaria attenzione al benessere di tutti i soggetti coinvolti. Le sfide e le urgenti necessità su questo tema vengono tradizionalmente affrontate, a livello globale, durante tutto il mese di settembre in vari ambiti, dalla società ai governi.
Abbiamo visto che alcuni atteggiamenti (come un’alimentazione corretta), abitudini e conversazioni possono essere pratiche fondamentali per aiutare le persone in difficoltà emotiva. Tuttavia, non si deve escludere l’assistenza professionale quando è necessario.
Fonte: HopeMedia Italia