La vita è breve, una piccola frazione nel continuum del tempo. Questo la rende quindi futile, vuota e inutile?
Negli ultimi 10 anni i miei capelli sono diventati grigi, un processo che sembra iniziare a 50 anni, togliendoci ogni sogno di restare giovani man mano che i 60 si avvicinano.
A dirla tutta, nel mio caso a 50 anni erano rimasti ben pochi capelli che potevano diventare grigi: la maggior parte della mia chioma mi aveva già abbandonato da tempo. Naturalmente, da un punto di vista scientifico, i capelli non diventano affatto grigi. I capelli o sono pigmentati o non lo sono. Quando un follicolo pilifero decide che ha fornito un colore abbastanza brillante, una ciocca di capelli è abbastanza bianca. Ma siccome questo non avviene in modo uniforme su tutta la testa, si ha l’illusione di diventare grigi. Il bianco è per i più vecchi mentre io sto appena entrando nei 60.
Purtroppo, il colore dei capelli non è l’unico segno di invecchiamento. Potremmo parlare delle articolazioni che non riescono più a fare tutti i movimenti, del peso che si tende a prendere, della pelle che non è più tesa e degli occhi che non riescono a vedere niente oltre al metro di distanza. E il fatto è che non mi piace più il cambiamento.
Tutto questo non doveva succedere a me. Erano gli altri a dover invecchiare: gli incauti, gli scoraggiati, quelli che avevano l’età dei miei genitori. Io invece sarei sempre rimasto giovane.
Ma nonostante la mia resistenza mentale, l’invecchiamento è arrivato inevitabilmente. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, ho cominciato ad accettare la mia mortalità, la mia inevitabile accelerazione verso la vecchiaia.
In Ecclesiaste 1:2 troviamo: “Vanità delle vanità, dice l’Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità”.
Anche il salmista, nel Salmo 89:47, rifletteva sulla brevità della vita: “Ricordati quant’è breve la mia vita, e per quale vanità hai creato tutti i figli degli uomini!”
Quindi, la vita è breve. Una piccola frazione nel continuum del tempo. Questo la rende quindi futile, vuota e inutile?
La Bibbia parla spesso del significato della vita e del suo scopo, al contrario del pensiero moderno, secondo cui siamo arrivati su questo pianeta per caso, frutto di millenni di miglioramenti biologici e senza nessun imperativo morale.
L’apostolo Paolo si oppone a tutti coloro che credono che la vita umana sia senza scopo e senza senso. In Efesini 2:10 dice: “Infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cisto Gesù per fare le opere buone”.
In una frase, Paolo respinge l’idea postmoderna, edonistica, che noi esistiamo senza scopo o per realizzare il nostro piacere. La Bibbia dice chiaramente che siamo creati a immagine di Dio e come tali abbiamo uno scopo divino che dovrebbe collegare tutte le nostre azioni, vocazioni e relazioni.
L’attenzione di Dio per la vita umana, perfino per la mia, in questo mio invecchiare e ingrigirmi, è immensurabile. Forse è il momento di pensare meno al fatto che stiamo invecchiando, concentrandosi di più sul metterci al servizio.
Di Doug Burns, un contabile che vive a Bundaberg, nel Queensland.
Fonte: https://bit.ly/31MgPlU
Traduzione: Tiziana Calà