Dal 27 al 29 settembre 2019, quasi 60 partecipanti della Nordic ‘Adventist Communication Academy’ si sono diretti al liceo avventista di Vejlefjord, in Danimarca, per ascoltare quello che non veniva detto, imparare quello che ancora non conoscevano e fare rete su territori inesplorati.
La comunicazione digitale del Vangelo era un tema centrale, insieme al porre enfasi per far sì che i nostri amici al di fuori della chiesa capiscano realmente ciò che gli avventisti stanno cercando di dire. Questo ha portato al tema molto pratico, ma intrigante: “Stai ascoltando quello che non sto dicendo?”. Il fine settimana è il risultato della collaborazione tra i dipartimenti delle comunicazioni delle unioni danesi, norvegesi, svedesi e finlandesi.
“I nostri pionieri erano presenti sulla piattaforma mediatica di quel tempo: il libro stampato”, ha dichiarato Jan-Gunnar Wold, direttore del Dipartimento delle Comunicazioni dell’Unione Danese. “Dobbiamo impegnarci con le varie piattaforme digitali di oggi, per seguire l’esempio dei nostri pionieri”, ha aggiunto.
In termini molto pratici, Mathias Wehrsdorf, esperto di informatica e di social media dell’Unione Danese, ha condiviso due presentazioni sull’uso dei social media, su come pubblicizzare al meglio, su come analizzare le statistiche e su come formare un pubblico, che sia a livello personale, di chiesa locale o amministrativo.
Come dimostrazione pratica, Glen Somerville ha presentato il lavoro sui media della chiesa in Finlandia, dimostrando che la Finlandia è più di una semplice sauna calda. La sua presentazione includeva uno sguardo su come l’appena nato Hope Channel Finland ha sviluppato un sito capace di attirare le persone sui loro dispositivi mobili.
Partecipando per la prima volta a un simile evento, Somerville era particolarmente entusiasta di vedere una migliore collaborazione web tra i paesi nordici, come mezzo per utilizzare al meglio le risorse della Chiesa.
David Cederström ha condiviso come la produzione di podcast in Svezia possa raggiungere sia i membri della chiesa che il pubblico in generale. I collaboratori, dotati di linee guida, registrano i messaggi principalmente a casa propria, mentre la chiesa pubblica ogni settimana un nuovo messaggio.
“È arrivato il momento in cui noi, come chiesa, dovremmo considerare la possibilità di smettere di nascondere la nostra identità”, ha detto Tor Tjeransen, direttore del Dipartimento delle Comunicazioni dell’Unione Norvegese. Ha poi anche presentato la volontà norvegese a pubblicizzare le varie attività ecclesiastiche come ‘Adventist Education’, ‘Adventist Health’, ‘Adventist Media’ e così via.
Tjeransen ha anche sottolineato l’importanza nel fare attenzione al copyright del materiale utilizzato per le nostre attività, poiché solo i ricchi possono permettersi di utilizzare immagini e grafica rubate per inserirle nelle produzioni ecclesiastiche (e scontare poi la pena). Un partecipante dell’evento ha confessato come la loro organizzazione fosse stata multata, dopo la scoperta che un medico che avevano registrato per un loro programma non aveva il copyright per tre immagini da lui utilizzate anni prima.
Uno dei principali oratori, Daryl Gungadoo, di Adventist Review, non è riuscito a partecipare di persona, in quanto presente a un’altra conferenza a Berlino, in Germania. La distanza non l’ha però fermato: per mezzo di un video, ha condiviso delle tecnologie all’avanguardia e altre idee su come le neuroscienze possono aiutarci a indirizzare al meglio il nostro messaggio, per massimizzare l’impatto e aiutare ad attrarre le persone a Cristo. Ha affermato che queste conoscenze vengono utilizzate con successo nella società laica, aggiungendo che noi, come cristiani, dovremmo cercare di essere altrettanto efficaci nella nostra comunicazione.
Lehnart Falk è un pastore in pensione della Danimarca, nonché grande comunicatore. Durante il suo messaggio del sabato mattina, ha sottolineato come l’apostolo Paolo abbia trasmesso il Vangelo attraverso una comprensione molto chiara della cultura in cui lavorava. “Non si può fare affidamento solo su ciò che viene detto, poiché il messaggio che la gente ascolta si trova anche nelle cose che si trasmettono, pur senza che nessuno le esprima”, ha affermato, prima di invitare i partecipanti a essere più interessati alle persone che ai soli metodi di comunicazione.
Pur puntando sempre a standard elevati, e notando che molti comunicatori sono anche dei perfezionisti, Victor Hulbert, direttore del Dipartimento delle Comunicazioni della Divisione Transeuropea, ha sottolineato che la storia e il contenuto sono più importanti. “Non aspettate di avere l’attrezzatura migliore e lo studio più bello”, ha detto. “Se disponete solo del vostro telefono, iniziate a utilizzare quello, insieme ad altre semplici attrezzature, per raccontare la vostra storia, migliorandola poi in base al tempo e al budget a vostra disposizione”. Ha anche sottolineato la necessità di concentrarsi sulle tematiche attuali. “Considerate i vari anniversari degli eventi o gli avvenimenti locali: che cosa pensano gli avventisti dell’argomento? Abbiamo una storia da raccontare?”.
Pur puntando al meglio e facendo vedere alcuni filmati prodotti professionalmente che raccontano la storia della nostra chiesa, come ‘Reformation Journey’ o il documentario della prima guerra mondiale ‘A Matter of Conscience’, video che hanno avuto un impatto su decine di migliaia di vite, Hulbert ha anche mostrato diversi esempi di registrazioni fatte con un cellulare, che sono comunque riuscite a raggiungere un grande pubblico.
“Troppo spesso aspettiamo di avere la migliore attrezzatura prima di iniziare a registrare. Ricordate però che la vostra storia sarà sempre più importante della macchina fotografica”, ha dichiarato.
Le persone presenti il venerdì sera sono poi rimaste affascinate da un video delle sue nipoti, girato in maniera spontanea durante una passeggiata nei boschi. Premendo rapidamente il pulsante di registrazione sul suo telefono, li ha catturati mentre cambiavano le parole di un famoso canto per bambini, trasformandolo in: “Vieni oggi, vieni a giocare, vieni nel mio cuore Signore Gesù”.
Questo è il cuore della comunicazione digitale: presentare Gesù Cristo in modo attraente, affinché le altre persone desiderino che Gesù rimanga anche nel loro cuore.
Fonte: https://bit.ly/2urWTtt
Traduzione: Tiziana Calà