LA POLIGAMIA, CONIUGI IN CARRIERA E TEMI RIGUARDANTI LA CULTURA AFRICANA ALLA CONFERENZA TENUTASI IN KENYA

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Le tre divisioni avventiste africane si sono riunite per affrontare tematiche complesse.

Per la prima volta per il dipartimento dei Ministeri della Famiglia della Chiesa Avventista del 7° Giorno, le tre divisioni africane si sono riunite dal 1 al 3 marzo 2018 per discutere tematiche difficili ma allo stesso tempo importanti riguardanti il matrimonio e la famiglia.

La conferenza avventista panafricana sulle relazioni delle dinamiche familiari è stata organizzata da Willie ed Elaine Oliver, i direttori del dipartimento dei Ministeri della Famiglia della chiesa mondiale, insieme con i dipartimenti dei Ministeri della Famiglia dell’Africa Centro-Orientale (ECD), dell’Africa Centro-Occidentale (WAD) e della Divisione del Sud-Africa e dell’Oceano Indiano (SID).

La conferenza è stata organizzata per più motivi; innanzitutto per parlare della relazione tra le culture e le tradizioni ben radicate nel territorio africano e delle prospettive bibliche che riguardano le famiglie. “Assomigliamo sempre più al mondo invece di distinguerci come il sale e la luce di esso”, ha spiegato Willie Oliver ad Adventist Review. “Questa è un’opportunità per rallentare e rifocalizzarci sul messaggio biblico indirizzato alle famiglie”.

“Questa conferenza è importante perché la cultura ricopre un ruolo fondamentale per tutti noi, a prescindere dalla nostra provenienza”, ha aggiunto Elaine Oliver. “La cultura di solito determina le nostre azioni, i nostri comportamenti, il nostro prendere decisioni e il modo in cui viviamo le nostre vite. Più nello specifico, stiamo affrontando il tema del matrimonio e della famiglia; in questo preciso momento storico, questa è una tematica fondamentale, decisiva; la nostra cultura deve rappresentare la cultura della cristianità”.

L’Africa dice “Karibu“!

La conferenza, ospitata nel campus dell’università avventista africana (AUA), ha dato il via a dei memorabili saluti. I coniugi Oliver hanno salutato i partecipanti in swahili, dicendo loro “karibu“, che vuol dire “benvenuti”; Blasious Ruguri, il presidente della ECD e rettore della AUA, ha incoraggiato i partecipanti a “sentire il calore, l’amore e la bellezza della Divisione dell’Africa Centro-Orientale!”.

Delbert Baker, il vice-rettore della AUA, ha esteso il proprio benvenuto a tutti i partecipanti. “Nei prossimi due giorni avremo l’opportunità di imparare, allargare le nostre vedute e relazionarci gli uni con gli altri”, ha detto Baker. “Crediamo che attraverso la grazia di Dio, sentiremo concetti e parleremo di principi che riguardano la famiglia che ci stimoleranno”. Ted Wilson, il presidente della Chiesa Avventista a livello mondiale, e sua moglie Nancy, hanno salutato i partecipanti con un video, incoraggiandoli a “non permettere a culture e tradizioni contemporanee di cambiare l’eredità africana volta a proteggere la famiglia”.

Il matrimonio, la famiglia e le Scritture

Il discorso di apertura è stato fatto da Ron Du Preez, un pastore, ricercatore e professore associato in numerose università avventiste, inclusa la AUA. Du Preez ha parlato dell’importanza delle Scritture in relazione ai problemi contemporanei all’interno della famiglia. “Mentre alcuni ritengono che le Scritture siano irrilevanti quando si parla di matrimonio e di famiglia, come se fossero al di sotto della scienza, della cultura, dei sentimenti, culturalmente condizionate e confondibili, altri pensano che la Bibbia rappresenti il volere del Dio Creatore”, ha spiegato Du Preez.

Du Preez ha iniziato il suo discorso facendo riferimento a una recente relazione riportata sul Time magazine, che sottolineava i vantaggi del matrimonio. Questi benefici includevano “una migliore salute, un maggiore benessere, delle migliori vite coniugali, una fine più felice, un minor numero di malattie mentali e una più bassa incidenza di suicidi”. Ha poi sottolineato come il matrimonio e la famiglia siano “sotto assedio”. A riguardo, citando un autore, ha proseguito dicendo che “alla fine, come esseri umani, che ce ne rendiamo conto oppure no, siamo coinvolti in un conflitto spirituale cosmico che pone Dio contro Satana; il matrimonio e la famiglia sono un’arena in cui combattere le lotte spirituali e culturali”.

Du Preez ha poi illustrato come una profonda conoscenza delle Scritture possa portare nuove idee per affrontare le sfide che riguardano la famiglia e il matrimonio. Ha concluso ponendo la domanda generale della conferenza: “Quale dovrebbe essere il nostro standard? Quello della scienza o quello delle divine Scritture?”.

Le famiglie cristiane in Africa

Un’altra tematica importante è quella di definire le caratteristiche di base delle famiglie, insieme alla descrizione dell’importanza delle famiglie africane e delle sfide che queste si trovano a dover affrontare. Il seminario è stato presentato da Sampson Nwaomah, decano dell’università teologica della AUA, insieme alla moglie Angela Nwaomah, segretaria della AUA.

Sampson Nwaomah ha iniziato a sottolineare come in Africa l’unità sociale di base sia la famiglia allargata o la collettività, al contrario dell’individualismo occidentale. Ha enfatizzato come la famiglia africana abbia la responsabilità di tramandare le norme tradizionali, i valori, i principi, le conoscenze e le capacità pratiche. Per questo, “in Africa, le famiglie rivestono dei ruoli importanti nello sviluppo, nella maturazione e nel nutrimento dell’identità personale e della coesione della società”.

Tuttavia, ha continuato Nwaomah, “le famiglie cristiane contemporanee in Africa restano comunque collocate all’interno di una società più grande ed esistono all’interno delle tensioni riguardanti il tema della fedeltà biblica e dei compromessi con la società”. C’è un chiaro accordo sul fatto che la famiglia cristiana in Africa sia una in cui “i principi della vita familiare sono consapevolmente guidati e modificati dai principi biblici”. Ma allo stesso tempo, le famiglie africane si trovano a essere confrontate con una serie di pressioni culturali e di norme.

Nwaomah ne ha condivise alcune, tra cui l’emigrazione. Spesso, un coniuge si trasferisce in un’altra città alla ricerca di stabilità finanziaria, mentre l’altro rimane nell’area rurale. Questo, secondo il suo parere, tende a portare a un “crollo della comunicazione, a infedeltà, violenza domestica e divorzio”.

Un aspetto culturale al tempo stesso sia positivo che negativo è l’essere legati in maniera stretta al concetto di Ubuntu, l’esistenza collettiva. La comunità apprezza molto certe norme, compresa la fertilità. “In una cultura dove i bambini sono molto stimati… la pressione sulle coppie con problemi [di fertilità] ha portato al divorzio o a più matrimoni e ha anche provocato alcuni casi di violenza domestica”.

Tuttavia, Nwaomah ha sostenuto il ruolo ben preciso delle famiglie cristiane. “In un’era dove i principi familiari sono messi alla prova e vengono compromessi dai mali della società”, Nwaomah ha concluso dicendo che “le famiglie cristiane in Africa possono ancora rappresentare l’ideale divino delle famiglie e trasmettere questo amore a una generazione e a un mondo sofferente”.

Angela Nwaomah ha sottolineato l’importante ruolo della conferenza nel comprendere meglio queste dinamiche. “Questa conferenza è arrivata in Africa appena in tempo”, ha detto poco dopo ad Adventist Review. “La famiglia costituisce il nucleo della società e gioca un ruolo importante all’interno della chiesa e della società”.

La poligamia, le Scritture e il matrimonio

Du Preez ha poi presentato il tema della poligamia, una tradizione culturale diventata ormai una norma in alcuni parti del territorio africano; una realtà contro cui la Chiesa si è trovata a lottare.

Du Preez ha affermato che le Scritture presentano la monogamia come il piano originale e ideale di Dio. A partire dalla Genesi, ha detto che “nel corso dei secoli, i commentatori biblici che hanno creduto alla storicità del racconto della Genesi concordano sul fatto che [Genesi 1-2] mostri come la monogamia fosse la volontà del Signore per l’umanità, per rappresentare il modello per tutti i matrimoni futuri”. Du Preez ha anche indicato alcuni estratti della sorella White, cofondatrice della Chiesa Avventista, che sostenevano il matrimonio monogamo presentato dalle Scritture.

Riferendosi ai noti personaggi biblici che avevano più di una moglie, Du Preez ha affermato che quella loro scelta ha sempre portato a problemi familiari, e che “nelle Scritture, quando il Signore chiamava qualcuno al servizio, quella persona era o single o monogama” e che solo dopo cadeva nella trappola della poligamia.

Il momento dedicato alle domande e alle risposte sull’argomento è stato considerevole. Numerosi partecipanti hanno condiviso “la realtà locale… là dove si trovano le persone”, per indicare come sia difficile affrontare questo aspetto culturale così profondamente radicato nel suolo africano. Le sfide includono uomini con più mogli che desiderano essere battezzati come cristiani avventisti. Sorgono delle domande etiche, come l’impatto sulle mogli che sono state “abbandonate” e che, secondo coloro che hanno più familiarità con questo scenario, potrebbero essere allontanate, emarginate dalla società e in molti casi addirittura costrette a non sposarsi più.

“Questa è una delle tematiche più importanti che ci troviamo a dover affrontare”, ha detto Willie Oliver riconoscendo la portata della discussione che ha seguito la presentazione. “Dobbiamo convocare un incontro sul tema della poligamia”, ha suggerito. “Spero che ci aggrapperemo alla verità delle Scritture e che continueremo a studiarle”.

Le religioni tradizionali africane

Collegate con tutte queste tematiche ci sono la storia e l’influenza delle religioni tradizionali africane (ATR). Jongimpi Papu, segretario della Cape Conference in Sud Africa, ha introdotto la sua presentazione sul tema dicendo: “in Africa, la cultura è molto religiosa, ha numerosi presupposti religiosi”.

Papu ha enfatizzato che gli africani “nascono nella religione” e che tendono ad avere “una cosmologia iper spiritualizzata”, che unisce in maniera stretta la loro cultura con la pratica religiosa. Papu ha spiegato che il risultato è che quando la cultura di una persona africana è messa in discussione o criticata, la persona la prende sul personale, capendo che “tutto quello che riguarda l’Africa è sbagliato”

Tra le convinzioni più forti all’interno della ATR c’è il ruolo centrale degli antenati ormai defunti, che sono considerati “vivi” e “più vicini all’uomo rispetto alle divinità”. Se la famiglia è l’unità sociale più importante nel mondo africano, gli antenati sono forse i componenti familiari con più rilevanza. “Gli antenati sono i guardiani delle questioni familiari, delle tradizioni e dell’etica”, ha affermato Papu. “La più grande influenza di un uomo deriva dai propri antenati e [secondo l’ATR] le persone sono sempre in presenza degli antenati”.

Questo, insieme ad altre credenze religiose-culturali, coinvolge numerosi aspetti della vita del popolo africano. “La cultura africana è radicata in me”, ha detto uno dei partecipanti, “anche se non pratico l’ATR”.

L’apice della presentazione di Papu è stato un appello a considerare alcuni aspetti culturali come opportunità preziose. Ha fatto una netta distinzione tra le norme culturali appropriate per i cristiani e quelle che non lo sono, affermando che “il fatto che sia naturale non vuol dire necessariamente che sia giusto”. Allo stesso tempo, Papu si è impegnato a usare il linguaggio culturale per riuscire a raggiungere davvero le persone. “Possiamo parlare prendendo a esempio le categorie africane mentre cerchiamo di spiegare i principi biblici”, ha spiegato.

Godwin K. Lekundayo, il presidente dell’Unione del nord della Tanzania, si è detto d’accordo. “A livello di missione, dobbiamo anche cercare di capire gli elementi culturali che non sono in linea con le Scritture”, ha detto all’Adventist Review, “e utilizzare questi elementi come ponte per raggiungere le persone nel loro contesto reale”.

 

Coniugi in carriera in Africa

Sempre in relazione alla realtà di emigrazione africana c’è il tema dei matrimoni in cui sia il marito che la moglie portano avanti una carriera. Kagelo e Boitumelo Rakwena, direttori dei Ministeri della Famiglia del SID, hanno affermato che fin dal 1985 il trend è in aumento, portando con sé sia vantaggi che svantaggi.

Tra i vantaggi, i matrimoni in cui entrambi i coniugi hanno una carriera tendono a contribuire alla nascita di matrimoni egualitari, dove la moglie trascorre meno tempo a fare le faccende domestiche e dove l’uomo è incoraggiato a fare di più. “Sapevate che i cuochi migliori al mondo sono uomini?”, ha chiesto Kagelo Rakwena. “Cucinano per il mondo interno ma non per le proprie famiglie”.

Questi matrimoni hanno anche il potenziale di raggiungere livelli più alti di soddisfazione coniugale, benessere o crescita personale e in molti casi i matrimoni duplici aumentano “il potenziale economico della famiglia”, secondo gli studi citati dai Rakwena.

Gli svantaggi invece includono il fatto che nella realtà il dividersi in maniera equa le faccende domestiche non capita spesso. “Nella maggior parte dei casi, dove sia l’uomo che la donna hanno una carriera da portare avanti, è la moglie ad avere due lavori a tempo pieno, quello esterno e quello a casa “, ha spiegato Kagelo Rakwena. Inoltre ci potrebbero essere anche delle tensioni provocate dallo stress del lavoro che causano stanchezza, facendo diminuire l’intimità familiare e causando tensione coniugale.

Alla fine, i matrimoni dove entrambi i coniugi portano avanti la propria carriera tendono ad avere come conseguenza un minor tempo trascorso con la famiglia allargata, portando a “vite indipendenti o tendenze individualistiche” e incoraggiando le coppie a “creare delle proprie soluzioni ai problemi come la cura dei figli”, hanno continuato i Rakwena.

Una conferenza importante

Le divisioni africane sono consapevoli dell’importanza del momento. “Questa conferenza è significativa perché rappresenta la prima volta che ci siamo trovati tutti insieme come continente per discutere su queste tematiche difficili”, ha detto Ruguri ad Adventist Review. “E una delle cose che stiamo scoprendo è che condividendo sia le benedizioni che le sfide delle nostre famiglie africane, ci rendiamo conto di essere molto più simili tra di noi di quello che avremmo mai pensato”.

Elie Weick-Dido, presidente della Divisione dell’Africa Centro-Occidentale, ha espresso i suoi pensieri durante un’intervista. “Questo tipo di conferenze non sono così frequenti in Africa. Ma se le nostre tre divisioni si riuniscono per affrontare tematiche riguardanti la famiglia e il matrimonio, possiamo imparare tanto”.

Di Costin Jordache, direttore delle Comunicazioni e redattore di Adventist Review

Fonte: http://www.adventistreview.org/church-news/story5936-polygamy-dual-career-marriages-and-african-culture-among-topics-at-groundbreaking-conference

Foto: Adventist Review / Adventist World

Tradotto da Tiziana Calà

UN FULMINE SI ABBATTE SU UNA CHIESA AVVENTISTA IN RUANDA
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