Paura di nuotare

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Superare la paura e abbracciare i propri talenti

Quest’anno ho deciso di imparare a nuotare. Sì, l’ho detto. Ho venticinque anni e non so nuotare. Personalmente, lo trovo piuttosto imbarazzante visto che vengo dalla Florida. Infatti, sono cresciuto a 15 minuti dalla spiaggia. E per di più, ho una piscina nel giardino. In altre parole, l’ambiente circostante richiedeva assolutamente che io imparassi a nuotare.

C’era solo una cosa che mi tratteneva, la paura. Uno dei motivi principali per cui avevo paura di nuotare era perché, in più di un’occasione, avevo rischiato di annegare. E onestamente, quegli episodi avevano instillato in me così tanta paura, che ancora adesso faccio davvero fatica. Ma se volevo imparare a nuotare avrei dovuto affrontare questa mia paura, lasciandomela alle spalle. Infatti, quando ho iniziato a prendere lezioni di nuoto, il mio istruttore mi ha detto che finché avrei permesso che la paura riempisse la mia mente e controllasse le mie azioni, non avrei mai imparato a nuotare.

Alcuni di voi potrebbero non capire quello di cui sto parlando, alcuni potrebbero aver cominciato a nuotare non appena usciti dal grembo materno. Ma la paura è difficile da sconfiggere; ci impedisce, in qualche modo, di diventare a pieno ciò per cui siamo stati creati. Questo perché secondo un articolo di Psychology Today del Dr. Matthew B. James, “la paura soffoca, invece di sviluppare chi siamo”.

E penso che questo concetto era proprio quello che l’apostolo Paolo voleva comunicare al giovane Timoteo.

Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d’amore e di autocontrollo. (2 Timoteo 1:6-7).

Questi versetti fanno parte di una lettera che Paolo scrive a Timoteo, sapendo di essere arrivato alla fine della sua vita. Paolo condivide questa saggezza sulla paura perché vuole preparare Timoteo a prendere il suo “mantello”, pronto a portare avanti il ministero nella città di Efeso. Ciò che è importante notare in questi versetti è che Paolo dice a Timoteo che ha un dono spirituale che deve “ravvivare”. In altre parole, Dio gli ha dato il dono spirituale, ma è lui a essere responsabile di come amministrarlo e di come farlo crescere.

Questo dono è ciò che lo aiuterà a realizzare lo scopo e il piano di Dio per la sua vita. Ma Paolo sa che c’è una cosa che ha il potenziale di spegnere questo entusiasmo: la paura. Paolo sa che se Timoteo sta per ravvivare il dono dentro di lui, sa che gli serve coraggio.

Non è chiaro se Timoteo fosse un giovane che si spaventava e si lasciava intimidire facilmente. Ma nelle varie lettere che Paolo scrive a Timoteo, gli ricorda per più di venticinque volte di essere audace. Questo perché Paolo capisce che la paura e la timidezza possono impedirci di usare i doni che Dio ci dà. Così Paolo cerca di far capire a Timoteo che se sta pensando di accettare questa chiamata, gli serve il coraggio. Senza di esso, non possiamo realizzare lo scopo di Dio per la nostra vita.

 

Penso che ci siano tre modi per vivere una vita audace, alimentata dalla libertà piuttosto che dalla paura:

  1. Identificare le proprie paure

La prima cosa che dobbiamo fare è identificare le nostre paure ed esserne consapevoli. Sun Tzu nel suo trattato “L’arte della guerra” scrisse: “Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia”. Sun Tzu sta cercando di dire che le nostre più grandi vittorie si ottengono conoscendo i nostri nemici, ma soprattutto conoscendo noi stessi; al contrario, le nostre più grandi sconfitte derivano dal non conoscere le nostre debolezze e paure.

Ci sono molti articoli e studi che vi possono aiutare a identificare e riconoscere i doni spirituali. Ma quando è stata l’ultima volta che hai davvero pensato alle tue paure? Quando è stata l’ultima volta che hai guardato la paura in faccia invece di scappare, cercando di evitarla? La paura può manifestarsi in modi diversi, a seconda delle persone. Come si manifesta nella tua vita? Hai paura delle critiche? Della disapprovazione? Del rifiuto da parte degli altri? Del fallimento? Del successo? Qualunque sia la tua paura, prima di poterla superare devi identificarla, darle un nome, per poi affrontarla a testa alta.

Trovo utile scrivere delle mie paure, parlare delle storie nascoste dietro a ognuna di esse. Potresti trovare utile anche parlare con un consulente o un terapeuta autorizzato per arrivare alla causa della tua paura. Non si tratta di un processo facile o divertente ma senza dubbio è necessario nell’ottica di liberarsi da questa paura e vivere in piena libertà.

  1. Coltivare il tuo dono

Se hai veramente intenzione di mettere da parte la paura e camminare con coraggio e libertà, vivendo e mettendo a frutto i doni che ti sono stati dati, allora riuscirai anche a coltivare in maniera concreta i tuoi talenti. Questo è quello che Timoteo definisce come “ravvivare il dono di Dio”. Per evitare la paura, spesso utilizziamo la procrastinazione, la pigrizia e alcuni comportamenti di auto-sabotaggio. Il tuo dono può essere piccolo per adesso, ma ha il potenziale di influenzare tanti altri se lo coltivi e lo metti a frutto. Quindi coltiva il tuo dono, investi in esso, cerca delle persone che potrebbero darti dei buoni consigli a riguardo, partecipa a convegni e seminari, leggi dei libri sull’argomento, fai tutto il necessario per alimentare quella fiamma, per ravvivare il dono di Dio.

  1. Non aver paura di utilizzare il tuo dono

E infine, se hai intenzione di superare la paura e di camminare coraggiosamente, abbracciando la libertà e il piano che Dio ha per la tua vita, allora non devi aver paura di utilizzare il tuo dono. La paura spesso ci tiene in panchina, lontano dai veri obiettivi e possibilità. E invece di usare i nostri doni con coraggio, la paura ci fa sentire piccoli, svalutando il nostro dono rispetto a quello degli altri. Spesso, razionalizziamo questo comportamento con la scusa dell’essere umili quando in realtà siamo solo insicuri.

 

Se tu saltassi senza paura, tuffandoti nell’oceano della fede, allora vedresti che Dio ti dà l’opportunità di usare il tuo dono.

Il mio consiglio è che quando queste opportunità arriveranno, accettatele con fiducia, sapendo che usare il proprio dono spirituale non solo aiuta gli altri, ma permette di rendere gloria al Signore.

La paura cerca sempre di dominarci, di dirci che non siamo abbastanza bravi, che dovremmo smettere, lasciare quello che stiamo facendo a qualcuno di migliore di noi. Ricordiamoci però che la paura non è un sentimento che ci viene da Dio; viene dall’avversario e non dobbiamo cadere nella sua trappola. Secondo 2 Timoteo 1:7, Dio ci dà la forza, l’amore e l’autocontrollo per vincere la paura, in modo che egli possa usarci come suoi strumenti, insieme ai doni che ci ha dato. È tempo di accettare il Suo amore e la Sua forza, lasciando da parte tutte le paure che abbiamo.

Infatti, invece di pensare alla paura come a un cartello di “Divieto d’accesso”, che cosa succederebbe se la considerassimo come un cartello di “Direzione da seguire”? Che cosa succederebbe se cominciassimo a vedere la paura come un segno che ci stiamo avvicinando sempre più alla vita a cui Dio ci ha chiamati? Credo che se cominciassimo a vedere la paura in questo modo, allora niente ci impedirebbe più di vivere la vita piena e libera che il Signore desidera per noi.

 

Di Vladimir Jean-Pierre

Fonte: https://bit.ly/2OTMtv5

Traduzione: Tiziana Calà

Omaggio a François Perrin
Una rinascita spirituale attraverso la missione

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