Mia figlia è ormai abbastanza grande da poter tenere conversazioni, fare domande e meravigliarsi del mondo che la circonda. Qualche settimana prima di scrivere questo articolo, abbiamo avuto una conversazione straordinaria poco prima di andare a letto, che è assolutamente uno dei momenti più belli per me come genitore. Ora cercherò di riportare il tutto al meglio della mia memoria. Purtroppo, sono molto più bravo a ricordare l’atmosfera di una conversazione che i dettagli specifici (basta chiedere a mia moglie). Ma farò del mio meglio.
Sebbene l’ora di andare a dormire possa essere frustrante (soprattutto se si trascina troppo a lungo), è un piacere speciale mettere a letto mia figlia. Facciamo sempre una preghiera insieme prima di farla addormentare. A volte è reticente a pregare insieme, perché sa che dopo la incoraggerò a dormire.
Quella sera in particolare, mentre mi sdraiavo accanto a lei, mi ha detto: “Parliamo di Dio”. Se non fossi stato già sdraiato, sarei crollato a terra dallo stupore. Sebbene avesse già chiesto di pregare in passato e avesse anche provato a raccontare una storia durante il lotu (il nostro momento di culto familiare) non aveva mai iniziato una conversazione del genere.
“Di cosa vuoi parlare? Hai qualche domanda su Dio?”.
Cercavo di scoprire cosa l’avesse spinta a farmi questa domanda.
“Dov’è Dio?”.
Wow, una domanda importante. Come si fa a spiegare i concetti di spazio, tempo ed esistenza a una bambina di tre anni?
Ero ancora un po’ scosso, ma ho messo insieme una risposta che comprendeva qualcosa sul cielo e sul fatto che non potevamo ancora andarci, ma che Dio avrebbe presto portato il cielo da noi e ci avrebbe portato con sé.
“Può venire a casa mia?”.
“Beh, è già con noi, possiamo parlargli attraverso la preghiera in qualsiasi momento. Sai che la nonna Joy e il nonno abitano così lontano, ma possiamo chiamarli o videochiamarli con FaceTime ogni volta che vogliamo. La preghiera è così. Ogni volta che vogliamo parlare con Dio, possiamo semplicemente pregare… anche se non riusciamo a vederlo o ci sembra che sia lontano”.
“Oh”, ha detto.
Ha riflettuto per un momento. “Voglio giocare con Dio. Possiamo andare a casa di Dio?”. Il più bel complimento che una bambina di tre anni possa fare è quello di voler giocare con te.
“Adesso non possiamo, ma speriamo di vederlo molto presto”.
La sera dopo mi ha fatto la stessa domanda. “Parliamo di Dio?”.
“Ok, di cosa vuoi parlare?”. Abbiamo parlato di Gesù e di quanto ci ama. Le ho raccontato di quanto abbiamo pregato e aspettato per averla e di come lei fosse un dono di Dio. Ho parlato del mio lavoro, di quello che faccio e di come posso parlare e scrivere di Dio.
Ora, ogni sera, quando andiamo a letto, mia figlia dice: “Parliamo”. Ormai abituata alle mie domande, a volte mi dice già di cosa vuole parlare. “Parliamo di Dio, del tuo lavoro, delle stelle o delle stelle cadenti”.
Possiamo imparare molto dai bambini. Dalla loro ricerca di conoscenza, dal loro desiderio innocente di stare alla presenza di Dio e di giocare. So che Gesù, quando tornerà, accoglierà a sé i bambini piccoli e ci saranno risate e gioia.
Alcuni giorni mi sento come se stessi rovinando tutto come genitore. Non voglio trasmettere il mio stress, le mie cattive abitudini o i miei difetti. Ma confido che Dio vegli sui miei figli e spero disperatamente che crescano con un amore per Dio e per gli altri profondamente radicato nel loro cuore.
Non so cosa ci riserverà il futuro, ma per ora apprezzo molto il nostro piccolo rituale della buonanotte. So che queste conversazioni non dureranno per sempre. Spero che potremo sempre parlare di ogni genere di cose, ma so che man mano che la vita cambia e lei cresce, queste opportunità potrebbero ridursi. Quindi le sto “conservando nel mio cuore”. Mostriamo ai nostri figli quanto sono preziosi per noi e per Dio.
Di Jarrod Stackelroth
Traduzione: Tiziana Calà
