“Non è una strada facile”

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Il pastore Glenn Townend, di ritorno dalle sue avventure trekking, riflette sul passato di Kokoda e sulle sue sfide attuali.

Il giovane ministro di culto è rimasto in silenzio, cercando di controllare le sue emozioni mentre le lacrime gli rigavano le guance. Senior (il suo nome) è il pastore di Kagi e dei villaggi circostanti sulla pista di Kokoda, nella parte interna della Papua Nuova Guinea. Si trovava lì per accogliere me e altre 25 persone provenienti dall’Australia, Nuova Zelanda e Papua Nuova Guinea: ci trovavamo sulla pista di Kokoka con il progetto ADRA per la campagna “10,000 Toes” (che si occupa di diabete di tipo 2 nel Pacifico meridionale).

Dovevamo passare il sabato a Kagi. Senior è un Koiari, una delle tribù che vivono lungo la pista di Kokoda, ma in un altro villaggio, a oltre due giorni di cammino. Il suo discorso è stato pieno di parole importanti e significative: “Grazie per essere venuti sulle orme dei missionari pionieri che ci hanno portato il Vangelo, cambiando le nostre vite. Grazie per essere dei leader che vogliono ricordare il passato, senza dimenticare persone come noi o i luoghi più remoti di questa Divisione”. Il discorso andava avanti, ma io (insieme ad altri del gruppo) stavo cercando di non farmi vincere dalle emozioni; non ricordo alla perfezione tutto quello che ha detto in quel momento. Per fortuna, prima del mio intervento, c’era un canto di benvenuto con successivo lancio di fiori.

Da sinistra a destra: il pastore Glenn Townend (presidente della Divisione del Sud-Pacifico), Senior Koveve (ministro Kagi) e il pastore Samuel (direttore del distretto di Efogi, dell’Unione della Papua centrale).

Questa è stata solo una delle decine di cerimonie di benvenuto che abbiamo vissuto lungo il percorso. In ogni villaggio siamo stati accolti come ospiti d’onore. Oltre ai fiori, ci sono stati dati dei bilum (dei sacchetti di corde fatti a mano), cappelli cespuglio (intrecciati con corteccia e foglie) e cibo.

Alcuni abitanti del villaggio hanno fatto fino a quattro ore di strada a piedi solo per vederci, accoglierci e darci da mangiare. Abbiamo stretto la mano a tutti loro, a volte fino a 300 persone. L’ospitalità è stata davvero travolgente.

La nostra guida storica, l’ex pastore avventista Adrian Clack, ha percorso la pista 13 volte e ci ha detto di non aver mai sperimentato una simile ospitalità. Ci sono stati discorsi, canti (tra cui quello che preferivo: “Non è una strada facile”) e preghiere. Che ci fermassimo sotto degli alberi, su colline erbose o presso delle chiesette del villaggio, condividevo dei messaggi biblici per incoraggiare la fedeltà a Gesù e alla sua verità. Gad Koito, direttore di PNGUM Health, ha parlato di come vivere una vita sana, uno stile di vita che aiuterebbe a prevenire il diabete di tipo 2.

Prendersi un momento per riflettere.

La pista di Kokoda è ripida. Niente ti prepara davvero a continue salite su rocce e radici d’albero che salgono dritte o le discese scivolose caratterizzate da mille sfumature di rosso, marrone, grigio e nero, oltre a una buona quantità di fango. La giungla ai lati di questa via principale è fitta. Il mio rispetto per i primi missionari avventisti e per i soldati australiani che hanno attraversato questo sentiero molto prima di noi è cresciuto immensamente. Entrambi erano in guerra.

Quando gli avventisti del settimo giorno giunsero in Papua Nuova Guinea nel 1908, tutta l’area costiera e la maggior parte del paese era stata divisa dalle varie denominazioni principali. Non eravamo i benvenuti. Tuttavia Septimus Carr, il primo missionario avventista australiano, accettò la sfida di lavorare tra la tribù dei Koiari nella giungla di Sogeri, fondando una sede missionaria a Bisiatabu, a circa 50 km da Port Moresby. Le altre chiese non volevano lavorare con queste persone, che definivano come feroci combattenti, cannibali, adoratori degli spiriti dei propri antenati e che praticavano varie forme di stregoneria. Tutto questo implicava una guerra spirituale.

“C’È UNA NUOVA GUERRA SULLA PISTA DI KOKODA: È ANCORA SPIRITUALE, MA ORAMAI SI TRATTA DI UNA QUESTIONE DI STILE DI VITA”.

Peni Tavodi, missionario delle Figi, è stato il primo straniero ad attraversare la pista di Kokoda. Morto a causa del morso di un serpente, era riuscito a vedere un solo giovane, in otto anni che era stato sul territorio, che aveva accettato per fede Gesù.

Oltre alle figure di Peni e di Septimus, G.F. Jones ha percorso parte della pista, senza alcun aiuto esterno. Verso la metà degli anni ’20, i missionari australiani, i Locks, avevano fondato un punto missionario a Efogi. La maggior parte degli abitanti del villaggio sul lato di Port Moresby che dava sulla pista, i Kagi, erano diventati avventisti del settimo giorno, quando a un tratto, nel 1942, scoppiò la guerra tra australiani e giapponesi. Dopo la guerra, i missionari locali di Koiari portarono il messaggio del Vangelo al resto dei villaggi, arrivando fino a Kokoda.

C’è una nuova guerra sulla pista di Kokoda: è ancora spirituale, ma oramai si tratta di una questione di stile di vita. I 5000 australiani che percorrono la pista ogni anno vogliono che il cibo e le bevande occidentali vengano acquistati come snack. Gli alimenti occidentali sono uno dei principali fattori che contribuiscono alle malattie legate allo stile di vita, come il diabete di tipo 2. Preghiamo per gli avventisti che si avventureranno lungo la pista, che possano rimanere saldi e dare una forte testimonianza di fede e temperanza.

Il pastore Glenn Townend (col cappello arancione) e altri escursionisti lungo il percorso.

Di Glenn Townend

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2019/08/29/its-not-an-easy-road/

Traduzione: Tiziana Calà

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