Nicodemo

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Nicodemo era un teologo molto considerato ai tempi di Gesù perché era membro del Sinedrio, organismo che rappresentava la massima autorità religiosa e giuridica a Gerusalemme. Una notte Nicodemo decise di parlare con Gesù.

Le opinioni su questo nuovo Maestro erano contrastanti e alcuni, anche fra i farisei, lo consideravano un profeta, un uomo di Dio. I segni che accompagnavano i suoi straordinari insegnamenti ne erano la prova. Se Gesù era un profeta, allora poteva rispondere alle preoccupazioni del popolo: quando verrà il Messia? Quando inizierà il nuovo regno?

Nicodemo aveva bisogno di sapere! Scelse di parlare con il Maestro di notte per avere il tempo per un dialogo intimo e tranquillo. Gesù sorprese il fariseo rispondendogli, prima che formulasse una qualunque domanda: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3). E subito dopo aggiunse, per chiarire il suo pensiero: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Giovanni 3:5).

Nicodemo voleva sapere quando sarebbe giunto il regno e Gesù gli disse che avrebbe potuto vederlo, anzi poteva addirittura entrarvi. Non doveva aspettare neppure un giorno! Poteva vederlo subito e farne parte a pieno titolo. Il regno era già attuale. Era presente davanti a lui. Gesù era la prova della realtà del regno.

Quando Giovanni il Battista mandò, dalla prigione, dei messaggeri per chiedere a Gesù di chiarire i suoi dubbi,  il vangelo così descrive la risposta di Gesù: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella” (Luca 7:22).

Cosa si poteva attendere di più dal Messia? Il regno era realtà con Gesù.

Ma purtroppo Nicodemo non riusciva a vederlo. E come lui molti altri. Perché?

La ragione è semplice: i giudei aspettavano un Messia diverso da Gesù. I capi della nazione volevano un re-guerriero che li liberasse dall’oppressione romana e fondasse un regno su questa terra. Gesù, invece, lodava la fede di un centurione, non si opponeva al pagamento delle tasse al potere di Roma, disarmò Pietro quando questi voleva difenderlo con la spada e dichiarava che il suo regno non era di questo mondo.

I capi giudei attendevano un Messia di stirpe nobile, con almeno un dottorato in teologia che vivesse con i grandi. Gesù, invece, era di umili origini, crebbe nel povero villaggio di Nazaret, lodava i poveri, mangiava a casa di coloro che erano considerati peccatori, le prostitute e i senza tetto lo seguivano. Si permetteva di parlare contro il tempio, contro le tradizioni dei padri. Aveva cacciato coloro che avevano trasformato la “casa del Padre” in un “covo di ladroni” grazie ad un sistema di compra-vendita di animali da offrire in sacrificio per ottenere il perdono di Dio. E poi perdonava tutti senza chiedere in cambio né opere meritorie, né denaro; infine non condannava nessuno, neppure l’adultera, mettendo in crisi il sistema e la religione.

No, questo Gesù non poteva essere il Messia! Non corrispondeva alle aspettative, alle speranze, alle tradizioni. Ecco perché gran parte dei capi e del popolo non potevano accettare Gesù! I preconcetti avevano condizionato il pensiero delle persone a tal punto da non vedere e da non capire ciò che accadeva alla luce del sole.

Solo se si riesce a rinunciare ai preconcetti e alle tradizioni si può vedere Gesù per quello che è veramente. Senza più schemi precostituiti, liberi da idee preconfezionate, potremo avvicinarci al Gesù dei Vangeli e capire finalmente il suo messaggio, il suo amore, il suo perdono e la sua grazia infiniti e gratuiti.

Purtroppo ancora oggi il cristianesimo è intriso di tante tradizioni e di dogmi indiscutibili. La maggioranza delle persone vengono inserite alla nascita, con il battesimo, in un progetto religioso senza averlo né scelto né discusso e del quale non dovranno dubitare mai. Quando infine questi credenti saranno obbligati a confrontarsi con altre espressioni di fede, le rifiuteranno automaticamente solo perché non corrispondono al programma memorizzato.

Anche se scopriste qualcosa di meraviglioso e di liberatorio, non potreste accettarlo a causa dei condizionamenti accumulati durante tutta la vita. È stato questo il dramma dei giudei: rifiutarono il messaggio di Cristo, non perché fosse falso ma perché non corrispondeva ai dogmi e alle tradizioni inculcate da secoli.

Gesù disse allora a Nicodemo che c’era solo una condizione per entrare nel regno: “Nascere di nuovo, di acqua e di Spirito”. Gesù invitò Nicodemo a cancellare i suoi schemi mentali e religiosi e ad ascoltare il suo messaggio di salvezza. Questa è l’esperienza della rinascita.

Nascere di acqua e di Spirito. Con queste parole Gesù invitò Nicodemo al battesimo. Ma si tratta del vero battesimo, quello che include il cambiamento, la scelta, la responsabilità personale.

Molte persone hanno dovuto dimenticare le tradizioni nelle quali sono nate e cresciute. Volevano sapere, dalle vere fonti della Sacra Bibbia, ciò che Gesù ha insegnato e sentire da Lui quello che voleva dire.

Hanno iniziato così l’esperienza più straordinaria che ha sconvolto positivamente la loro vita.

 

Da Michele Abiusi
Fonte: news.avventisti.it/nicodemo

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