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Come si scopre l’intenzione dell’autore biblico e quanto è importante per interpretare correttamente la Bibbia?

 

Una delle sfide più grandi per il lettore della Sacra Scrittura è quella di scoprire quale fosse l’intenzione dell’autore quando ha trasmesso un messaggio di Dio. Se non si riesce a individuare l’intenzione dell’autore, si corre il rischio, da un punto di vista spirituale e teologico, di adottare conclusioni che non rappresentano il messaggio di Dio. Il percorso che il lettore deve seguire per scoprire l’intenzione dell’autore non può essere seguito in modo caotico. Sono necessari alcuni passi concreti e molto precisi.

 

Analisi contestuale

Il primo passo di questo percorso è l’analisi contestuale. Questo passo comporta diverse fasi importanti.

 

Il contesto letterario immediato

Come nessuna parola ha significato di per sé, ma solo in relazione ad altre parole, così nessun versetto ha significato al di fuori della sua relazione con altri versetti nell’immediato contesto letterario. Uno degli errori più comuni che un lettore commette è quello di estrapolare il versetto o di prenderlo fuori dal suo contesto. L’estrapolazione è un grave ostacolo per scoprire l’intenzione dello scrittore al momento della scrittura.

Per esempio, in 1 Tessalonicesi 5:21, l’apostolo Paolo scrive: “ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene”. Cosa intende l’apostolo con l’espressione “ogni cosa”? È biblicamente corretto mettere alla prova ogni cosa, indipendentemente dalla loro natura, buona o cattiva? Lo stretto contesto letterario ci aiuta molto. Il versetto precedente dice: “Non disprezzate le profezie”. Questo è il consiglio di Paolo a una chiesa che credeva che il ministero profetico fosse terminato e che ogni manifestazione profetica fosse pericolosa. In questo contesto, la frase “esaminate ogni cosa” ha senso. In altre parole, Paolo afferma che dobbiamo esaminare tutte le profezie e tenere ciò che è buono.

 

Il contesto letterario più ampio

Anche il contesto più ampio del versetto è utile. Riprendendo lo stesso esempio del brano di 1 Tessalonicesi, si può notare il carattere escatologico dei capitoli 4 e 5. Leggerli insieme al versetto citato sarà di grande aiuto.

 

Il contesto del libro

Il contesto del libro o del corpus paolino può aiutarci a comprendere meglio la teologia dell’apostolo Paolo sull’escatologia. I diversi contesti biblici forniscono un quadro più ampio e chiaro della teologia paolina.

 

Il contesto canonico

Il contesto canonico implica l’inquadrare il testo nella teologia dell’intera Scrittura. La Scrittura ci presenta un quadro completo dell’escatologia. I libri di Daniele e Apocalisse, i passi escatologici dei Vangeli e quelli delle epistole offrono una prospettiva molto più ampia e completano l’escatologia paolina.

 

L’analisi storica e culturale

L’analisi storico-culturale è uno dei temi più delicati della ricerca teologica. La Bibbia è un libro-caso (l’applicazione viene fatta solo al contesto temporale e geografico in cui l’autore ha scritto) o un testo-codice (l’applicazione sovratemporale di tutti i passi della Scrittura, indipendentemente dal tempo, dallo spazio e dai destinatari)?

 

Il contesto storico e culturale dell’autore

I consigli dell’apostolo Paolo sulla liturgia dell’epoca, sul rapporto tra uomo e donna e tra padrone e schiavo sono spesso applicati senza tener conto del contesto storico e culturale. Così, nella sua pratica, la Chiesa cristiana ha sostenuto la schiavitù con l’argomento “lo dice la Bibbia”. La mancanza di discernimento può portare a interpretazioni che non corrispondono all’intenzione dell’autore.

 

Il contesto ideologico, filosofico e teologico

È importante anche analizzare il contesto ideologico e teologico dell’epoca dell’autore. Tra le filosofie di tendenza all’epoca del Nuovo Testamento c’erano l’epicureismo, lo stoicismo, il docetismo, lo gnosticismo, ecc. Queste filosofie si basavano su elementi del pensiero greco e costituivano quindi una sfida per la Chiesa appena nata. Il prologo del Vangelo di Giovanni rappresenta una risposta alla sfida del docetismo, che nega l’umanità di Cristo. Con l’affermazione “la Parola è diventata carne” (Giovanni 1:14), l’apostolo non vuole solo trasmettere l’idea di identificare Gesù con noi, ma anche sfidare la prospettiva docetista secondo la quale la nascita, la vita e la morte di Gesù non erano reali ma apparenti (cfr. 1 Giovanni 4:1-3).

 

L’analisi teologica

Un ultimo passo importante per scoprire l’intenzione dell’autore è l’analisi del modo in cui un determinato versetto è stato visto nella storia del pensiero cristiano. Anche se gli interpreti cristiani non possono sostituirsi alla Scrittura, la loro prospettiva può aiutarci molto nella comprensione della stessa.

 

Lo Spirito Santo

La Bibbia è l’unico libro che si può leggere con l’aiuto dell’autore. Gesù ha promesso che lo Spirito Santo ci guiderà in tutta la verità (cfr. Giovanni 16:13). È privilegio di ogni lettore pregare per la presenza dello Spirito Santo, perché è lui l’autore ultimo della Sacra Scrittura.

 

 

Di Marius Mitrache

Fonte: https://st.network/religion/the-primary-message.html

Traduzione: Tiziana Calà

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