Messaggi dall’alto

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Un giorno, i discepoli di Gesù, che lo seguivano dappertutto, osservando ogni sua parola e azione, gli chiesero di insegnare loro a pregare.

 

Si potrebbe pensare che sarebbe stato ovvio per loro pregare come faceva lui, ma a quanto pare non era così. La preghiera è un’abilità e, sebbene sia meglio impararla “sul campo”, per iniziare è necessario un’infarinatura di base. Ed è quello che ha fatto Gesù: insegnò loro a pregare ed è questa preghiera, riportata in Luca capitolo 11, che conosciamo come “Padre Nostro”.

E noi, come possiamo iniziare?

 

Una relazione con Dio

Come primo passo, ricordate che la preghiera è come aprire il cuore a un amico, “scaricare” le preoccupazioni e gli affanni e condividere le cose belle che accadono nella vostra vita. La preghiera è una conversazione profonda e significativa con Dio.

Naturalmente, Dio sa già cosa vi preoccupa e potrebbe aver messo in moto una soluzione alle vostre preoccupazioni ancor prima che glielo chiediate. Ma è importante che siate voi a “chiamarlo”, non per il suo bene, ma per il vostro. C’è un aspetto della preghiera di cui molte persone che pregano con fervore forse non si rendono conto: la preghiera non fa scendere Dio verso di noi. Questo lo ha fatto quando ci ha mandato suo Figlio, Gesù. Al contrario, la preghiera ci eleva a Dio. Ecco perché, quando Gesù era qui, ha insegnato ai suoi discepoli a pregare.

Se non conoscete il suo modello di preghiera, potete leggerlo in Matteo 6:9-13 e in Luca 11:2-4. In questi brani, ci viene indicato di presentare le nostre necessità quotidiane e persino i nostri desideri. Possiamo anche condividere le nostre gioie, i nostri dolori e le nostre preoccupazioni, aspettandoci una risposta. Tenete presente, però, che come i genitori sanno che alcune cose che i loro figli chiedono non sono buone per loro, lo stesso vale per Dio. Il Signore risponderà alle vostre richieste, ma non necessariamente nella maniera in cui l’avete chiesto.

 

Il nostro bisogno di pregare

Oltre ad alcune vere e proprie preghiere pronunciate da Gesù, i Vangeli (i libri biblici di Matteo, Marco, Luca e Giovanni) includono numerosi resoconti di quando Gesù pregava. E c’è una buona ragione: egli era separato da suo Padre, a motivo della distanza tra il cielo e la terra. Aveva bisogno di pregare spesso! Per lo stesso motivo, anche noi abbiamo bisogno di pregare.

La Bibbia afferma chiaramente che egli è stato tentato come noi (cfr. Ebrei 4:15) e si identifica con le nostre necessità (cfr. Ebrei 2:17). Quando si fermò al pozzo di Giacobbe e chiese da bere a una donna samaritana (cfr. Giovanni 4:4-37), aveva veramente sete. Non aveva vantaggi soprannaturali rispetto a qualsiasi altro essere umano. Perciò ha dovuto chiedere a suo Padre ciò di cui aveva bisogno, proprio come facciamo noi, per essere pronto a compiere la sua missione sulla terra. In questo (e non solo) rappresenta il nostro esempio da seguire.

Siamo peccatori. Gesù, invece, era l’unico senza peccato. La sua natura si è allontanata dal male che lo circondava, ma ha sopportato lotte ed esperienze dolorose nel mondo, proprio come noi. La sua umanità ha reso la preghiera una necessità e un privilegio per lui. Se Gesù sentiva che la preghiera era una necessità, per noi dovrebbe esserlo ancora di più.

Proprio come un padre orgoglioso è più che felice di dare generosamente ai suoi figli, così il nostro Padre celeste desidera provvedere a noi, ai nostri bisogni. Nonostante la nostra condizione di peccatori, in quanto suoi figli è nostro privilegio e suo piacere riversare su di noi il suo amore sconfinato.

Se ci rendessimo conto di quanto Dio vuole darci, sicuramente pregheremmo più spesso! Egli è disposto e capace, e risponderà a chiunque si rivolga sinceramente a lui in preghiera.

È incredibile che noi esseri umani indifesi, oggetto delle tentazioni del diavolo, non chiediamo aiuto a Dio più spesso. Egli ci ama così tanto ed è così pronto a darci più di quanto possiamo immaginare, eppure preghiamo così poco e non ci avvaliamo della sua potenza.

 

La chiave per vincere

Satana ha un campo di battaglia tra coloro che trascurano la preghiera. La preghiera è la nostra unica difesa contro le sue tentazioni e, senza le nostre preghiere, egli vince. Non dobbiamo quindi essere riluttanti nel pregare, soprattutto sapendo che anche un’umile preghiera aprirà le porte del cielo, dandoci accesso a tutto ciò che ha da offrire. Senza l’aiuto del cielo non possiamo sperare di resistere alle tentazioni del diavolo o di discernere i suoi inganni. Ecco perché la Bibbia ci dice “non cessate mai di pregare” (1 Tessalonicesi 5:17).

Dio vuole che la preghiera sia del tutto naturale per noi. È felice quando preghiamo ovunque ci troviamo e ogni volta che possiamo, sia nell’intimità della nostra casa sia sul posto di lavoro. E non dobbiamo limitarci a chiedergli le cose di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo anche lodarlo, esprimendo il nostro apprezzamento per ciò che fa per noi, giorno dopo giorno.

Ricordate anche che non dobbiamo per forza parlare a Dio ad alta voce. Egli ama le nostre preghiere silenziose, che rendono inefficaci gli attacchi di Satana contro di noi.

 

Condizioni per la preghiera

Ci sono alcune condizioni che, se adempiute, potranno farci sperare in una risposta di Dio alle nostre preghiere.

 

Il nostro bisogno. Il primo è che abbiamo un bisogno che richiede l’intervento di Dio. Egli ha promesso: “Io infatti spanderò le acque sul suolo assetato e i ruscelli sull’arida terra” (Isaia 44:3). Chi desidera trovare Dio, la sua grazia e la sua giustizia, ha la garanzia che le sue preghiere saranno esaudite. Gesù disse: “Chiedete e vi sarà dato” (Matteo 7:7). E ancora: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?” (Romani 8:32).

Rendere puro il nostro cuore. Dovrebbe essere ovvio che se nel nostro cuore albergano desideri peccaminosi e ci aggrappiamo ai nostri peccati più cari, Dio non può ascoltarci. Tuttavia, quando ci pentiamo e confessiamo i nostri peccati, queste preghiere vengono sempre accettate. Quando i torti conosciuti vengono riparati, possiamo credere che Dio esaudirà le nostre richieste. Non si tratta di un modo per acquisire meriti o favori presso Dio. Sarà sempre il valore di Gesù a salvarci. Tuttavia, abbiamo un lavoro personale da fare per soddisfare le condizioni di accettazione.

Credere che Dio risponderà. Un altro aspetto della preghiera a cui Dio risponde è la fede. “Poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6). Gesù disse ai suoi discepoli: “Tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete” (Marco 11:24). Quando per fede lo prendiamo in parola, egli ci risponderà. La nostra fede può essere piccola, ma così come un solo granello è sufficiente a far crescere una pianta, così la nostra fede limitata può portare risposte meravigliose alle nostre preghiere.

 

Niente di troppo grande

Quindi, pregate con fiducia e con un cuore puro. Deponete davanti a Dio i vostri desideri, le vostre gioie, i vostri dolori, le vostre preoccupazioni e le vostre paure. Non temete di sovraccaricarlo, non succederà. Egli non si stancherà mai delle vostre richieste. Colui che conta i capelli del vostro capo non è indifferente alle vostre necessità. Al contrario, è “pieno di compassione e misericordioso” (Giacomo 5:11). Il suo cuore d’amore è toccato dai vostri dolori e dalle vostre espressioni di preghiera. Potete portargli tutto ciò che vi preoccupa, nonostante le sue responsabilità nei confronti del resto dell’universo.

Non c’è capitolo della nostra esperienza umana troppo oscuro perché Dio lo legga. Non c’è perplessità troppo difficile da sciogliere. Nulla accade ai suoi figli, nessuna angoscia li tormenta, senza che Dio ne sia a conoscenza e si interessi immediatamente alle loro necessità. Il rapporto tra Dio e ciascuno dei suoi figli è così speciale, come se non ci fosse un’altra anima sulla terra con cui condividere il suo tempo.

 

Quindi, prendetevi del tempo, prendetevi del tempo per pregare.

 

 

Di Lee Dunstan, redattore presso Signs of the Times Australia

Fonte: https://st.network/analysis/top/messages-from-above.html

Traduzione: Tiziana Calà

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