Australia: capi religiosi denunciano le recenti manifestazioni di razzismo nel Paese

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Il past. Jorge Munoz tra i firmatari di una dichiarazione congiunta contro i pregiudizi legati al coronavirus.

 

Il presidente della chiesa avventista del settimo giorno in Australia, past. Jorge Munoz, è tra i sei firmatari della dichiarazione congiunta che denuncia e condanna le manifestazioni di razzismo contro le persone asiatiche verificatesi nel Paese a causa del coronavirus. Hanno sottoscritto il documento anche il dott. Michael Stead, vescovo anglicano di South Sydney; Peter Wertheim, co-amministratore delegato del Consiglio esecutivo degli ebrei australiani; l’imam Shadi Alsuleiman, presidente del consiglio nazionale degli imam australiani; Hussein Faraj, dell’United Shia Islamic Foundation; e il dott. Con Kafataris, presidente dell’Alleanza cristiana australiana.

Nella dichiarazione i capi religiosi affermano:
“La rapida diffusione del Covid-19, virus potenzialmente mortale, ha giustificatamente e profondamente turbato le persone in tutto il mondo. A ragione la gente ha preso precauzioni sensate per evitare di contrarre il virus. La copertura mediatica ha aumentato la nostra consapevolezza sui pericoli del virus e sui comportamenti da adottare per proteggere noi stessi e i nostri cari.

Allo stesso tempo, la linea di demarcazione tra pubblica vigilanza e reazione eccessiva a volte si confondono. Mentre gli operatori sanitari e molti altri hanno mostrato grande dedizione e responsabilità nel tentativo di contenere la diffusione del virus, una minoranza di persone ha agito in modo contrario, cedendo alla paura irrazionale e al pregiudizio.

Le peggiori manifestazioni di quest’ultimo comprendono l’abuso verbale, “othering” (diversità in senso negativo) e molestie nei confronti di australiani di origine asiatica o presunta asiatica, solo perché tali, indipendentemente dal fatto che siano stati o meno all’estero di recente o presentino sintomi. Assurdamente questo comportamento è stato rivolto anche a medici e altri operatori sanitari di aspetto asiatico, ognuno dei quali potrebbe essere necessario per superare questa crisi.

L’insensato atteggiamento di cercare un capro espiatorio in persone innocenti è codardo e ignobile. Viola gli insegnamenti etici più fondamentali di ciascuna delle nostre rispettive religioni, che costituiscono le basi del nostro sistema legislativo e costituzionale, e delle idee tipicamente australiane di tolleranza, rispetto ed equa opportunità per tutti.

Plaudiamo al Primo Ministro e al leader dell’opposizione per la condanna di xenofobia e razzismo, e per aver espresso simpatia e solidarietà nei confronti degli australiani di origine cinese. Appoggiamo il richiamo alla ragione fatta dal Race Discrimination Commissioner (Commissario responsabile della discriminazione razziale)”.

La dichiarazione dei leader religiosi in Australia termina con un appello ai credenti a unirsi in preghiera perché l’emergenza coronovirus termini presto, a dare l’esempio “esprimendosi contro il pregiudizio razziale ogni volta che lo vedono”, a essere solidali con le persone e le famiglie colpite dalla discriminazione.

“Invitiamo gli australiani, persone di fede e non” conclude il documento “a lavorare insieme in modo solidale per ridurre al minimo l’impatto del virus nella misura in cui ciò rientra nelle nostre competenze”.

 

Fonte: Il messaggero Avventista

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