È morto Little Richard, avventista e controverso padre del rock

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Parlava di Gesù nelle sue ultime apparizioni pubbliche

 

Richard Wayne Penniman, avventista e musicista, meglio conosciuto con il nome di “Little Richard”, si è spento il 9 maggio a 87 anni. Controverso per il suo ruolo nel creare musica rock’n’roll negli anni ’50, lo studente della Oakwood University aveva conservato, alla fine, la sua fede avventista e ad essa era ritornato pubblicamente negli ultimi anni di vita.

Da tempo circolava la voce del cattivo stato di salute di Little Richard dopo l’intervento chirurgico all’anca nel 2009. Nel 2017 lui stesso aveva detto al pubblico del canale televisivo 3Abn di essere confinato su una sedia a rotelle “da 20 anni”. Ammalato di cancro alle ossa, il musicista è deceduto nella sua casa in Tennessee, circondato dalla famiglia.

“L’immagine di un Penniman sulla sedia a rotelle” osserva Mark A. Kellner dalle pagine di Adventist Review “era in netto contrasto con l’esecutore ipercinetico che portò la cosiddetta ‘musica nera’ a un pubblico americano più ampio, durante gli anni del boom, un decennio dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Figlio della Grande depressione, cresciuto in una famiglia con 12 bambini, Penniman prese la sua esperienza di canto in chiesa e la tradusse in uno studio di registrazione e sul palcoscenico”.

L’articolo di nbcnews.com ricorda che “a partire dalla canzone Tutti Frutti, Little Richard lanciò successi come Long Tall SallyRip It UpLucilleJenny Jenny e Good Golly, Miss Molly, che lo resero uno dei cantanti più famosi al mondo, tanto da essere riconosciuto quale fondatore del rock ‘n’ roll”.

Sembra che Penniman abbia lottato contro i suoi demoni personali per gran parte della sua vita, aggiunge Kellner. A un certo punto lasciò il rock per iscriversi a quella che oggi è la Oakwood University di Huntsville, in Alabama, un’istituzione della chiesa avventista del settimo giorno. Si era sposato, ma un arresto nel 1962, nel bagno degli uomini di una stazione degli autobus a Los Angeles, pose fine al suo matrimonio e interruppe la sua nascente carriera di cantante di musica gospel.

Per un po’ tornò sulla scena del rock e aveva una band allora poco conosciuta, i Beatles, ad aprire i suoi concerti. Anche in quei giorni mantenne l’interesse per lo studio della Bibbia. Come soleva ricordare Penniman, nel backstage dei concerti leggeva le Scritture insieme con John Lennon. In seguito, Little Richard raccontò nelle chiese avventiste di distribuire diverse copie del libro Steps to Christ (in italiano La via migliore, Ed. Adv), di Ellen G. White, durante i suoi concerti e, personalmente, a rocker del calibro di Paul McCartney.

A volte la stampa lo definiva “ministro di culto avventista consacrato”, ma non è chiaro se lo sia stato davvero. L’impegno di fede di Penniman era evidente a molti di coloro che lo videro partecipare ai servizi di culto o agli eventi speciali come la campagna “Your Bible Speaks” (La tua Bibbia parla) tenuta nel 1981 a Oakland, in California, con l’evangelista avventista G. H. Rainey.

Ma forse, la sua testimonianza più sentita arrivò nel 2017 quando, senza acconciatura cotonata né viso truccato, seduto su una sedia a rotelle davanti all’assemblea riunita per l’evento autunnale di 3Abn, Penniman – decisamente non più Little Richard in quel momento, osserva Kellner – trascorse circa un’ora a incoraggiare le persone a “cedere” a Gesù Cristo.

“Tutto ciò che posso dire in tempi come questi e che abbiamo bisogno di un Salvatore. In tempi come questi abbiamo bisogno di un’ancora. Abbiamo bisogno di Gesù. Non c’è mai stato un tempo nella nostra vita come quello di oggi, in cui abbiamo tanto bisogno di Dio. Senza di lui siamo spacciati. Senza di lui, non c’è niente” aveva esordito Penniman.

Poi aveva aggiunto: “Vi dirò una cosa, fratelli e sorelle: mettetevi in ginocchio e parlate con Gesù. Non fate trascorrere un’altra notte, un altro giorno, senza prendere un impegno con Dio. Il mondo si prepara alla fine. Gesù si prepara a spazzare via le nuvole. Vi invito a consacrare la vostra vita a Gesù”.

 

 

Fonte: Il Messaggero Avventista

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