“La tua fede ti guarirà”

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La sofferenza fa parte dell’esperienza umana quanto la morte e le tasse. Come fisioterapista, vedo ogni giorno in ambulatorio persone che cercano aiuto per il loro dolore. Anch’io ho avuto la mia personale lotta contro il dolore. Ho pregato, ma non sono riuscito a guarire. Ho gridato a Dio con angoscia chiedendo: “Dove sei?”.

Se anche voi avete sofferto, forse conoscete il dolore e la sofferenza che si provano quando si aspetta la guarigione. Sebbene per alcuni i miracoli avvengano, molti si sono rivolti a un medico dopo l’altro, sperando di trovare delle risposte, per poi rimanere delusi dopo che molte “cure” non hanno raggiunto l’obiettivo sperato. Una volta esaurita la medicina moderna e le terapie alternative, alcuni si rivolgono all’unico barlume di speranza che gli rimane… un miracolo divino. Pregano, partecipano a unzioni, vanno a ritiri di guarigione e, quando il dolore rimane, mettono in dubbio la loro fede.

Nonostante la realtà che il dolore e la sofferenza facciano parte dell’essere umano, non ho ancora visto qualcuno che ne sia venuto completamente a capo. C’è qualcosa nella sofferenza che non va bene. Forse l’unica conclusione logica è che siamo stati “fatti per un altro mondo”, come ipotizzava CS Lewis.

La Bibbia inizia raccontando di un mondo privo di dolore e sofferenza e finisce raccontando di un mondo privo di dolore e sofferenza. Noi siamo bloccati nel mezzo che, se conoscete la storia della Bibbia, o semplicemente se respirate e sanguinate, è piena di dolore e sofferenza. Ma sono qui per dirvi che c’è speranza, che c’è una luce in fondo al tunnel.

Gesù ha portato la guarigione dalla sofferenza ovunque sia andato, dichiarando alle persone: “La tua fede ti ha guarito” (cfr. Matteo 9:22; Marco 5:34; Luca 17:19). Credo nelle guarigioni miracolose, istantanee e insondabili di Gesù. E nonostante la mancanza di miracoli nella mia vita, credo che i miracoli si verifichino ancora oggi.

Nel pensiero corrente del XXI secolo, il concetto di guarigione per fede incontra un’opposizione zelante.

Questo scetticismo è duplice: la scienza tenta di spiegare completamente il regno soprannaturale e, dal punto di vista esperienziale, molti credenti hanno cercato i miracoli, per poi rimanere frustrati, arrabbiati e dubitare completamente della loro fede. Ma c’è un’altra possibilità che voglio proporre. La fede può portare a una guarigione lenta e scientificamente misurabile.

L’affermazione che la fede porta alla guarigione è difficile da sostenere con una scienza rigorosa in una comunità di scienziati senza fede. Lisa Miller è una scienziata che ha saputo nuotare controcorrente. La dottoressa Miller è nota per le sue ricerche sulla spiritualità e sulla depressione. I suoi studi dimostrano che la spiritualità è protettiva e curativa nei confronti di molti disturbi depressivi, il che fa pensare che la fede possa far guarire… non istantaneamente, ma lentamente, progressivamente, un po’ alla volta.

Dopo aver letto il suo libro “The Awakened Brain”, sono stato incuriosito dal modo in cui la sua ricerca si collegava al mio campo di fisioterapia, il dolore muscoloscheletrico. La ricerca suggerisce che il disagio psicologico gioca un ruolo nello sviluppo del dolore persistente e può essere ridotto affrontando i fattori che vi contribuiscono, come la depressione. Inoltre, il cuore gioioso è il cuore pieno di fede, il che mi ricorda l’antico testo che recita così: “un cuore allegro è un buon rimedio” (Proverbi 17:22).

Questo non significa che non si possa essere depressi in quanto persone di fede, ma semplicemente che è meno probabile che una persona di fede si senta “giù” grazie alla speranza insita nella fede cristiana.

Considerando la relazione tra depressione e dolore, la fede può portare alla guarigione anche dal dolore? Le ricerche mostrano che una persona su cinque soffre di dolore persistente. In Australia si tratta di 5,1 milioni di persone, una quantità enorme di sofferenza. Eppure, ci sono molti modi in cui la fede in Dio può portare alla guarigione dal dolore, modi che sono supportati dalla scienza moderna.

Il dolore è un utile meccanismo di protezione. Se mettete un dito su una piastra calda e la accendete, il dolore aumenterà con l’alzarsi della temperatura. Quando questa diventerà insopportabile, la reazione sarà quella di allontanare il dito dall’oggetto caldo per proteggerlo da eventuali danni. Va da sé che non dovete provare a farlo a casa. Se il sistema del dolore funziona come dovrebbe, il dito non riporterà danni, grazie al cuscinetto protettivo tra l’insorgenza del dolore e il danno ai tessuti. Ancora una volta, non provateci a casa.

Considerate il dolore come un sistema di allarme che ci avverte di un pericolo imminente. Purtroppo, nelle persone che soffrono di dolore persistente può diventare iperprotettivo, come un allarme antincendio che è così sensibile da suonare quando si sta scaldando solo un toast.

Una cosa che ci rende più sensibili al dolore è la paura. Se si ha paura, il corpo entra in una modalità di protezione accentuata e diventa più sensibile ai segnali di pericolo, producendo ancora più dolore. L’apostolo Giovanni dichiara che “l’amore perfetto caccia via la paura” (1 Giovanni 4:18). E se vi dicessi che la fede che coglie l’amore perfetto di Dio può portare alla guarigione dal dolore? Credo che questo possa accadere e che l’amore di Dio possa ricablare i percorsi neurali allontanando la paura e il dolore verso la speranza e l’amore. Potrebbe volerci più tempo di quanto immaginiamo, ma quando soffriamo, ogni progresso è una vittoria.

La fede modifica il nostro dolore. Le aspettative positive portano a un sollievo dal dolore (placebo) e quelle negative a un aumento del dolore (nocebo). Chi riceve una pillola di zucchero ottiene un sollievo dal dolore nonostante la pillola non contenga alcuna sostanza attiva antidolorifica, grazie alla convinzione che il dolore verrà alleviato. Allo stesso modo, se prima di sottoporsi a una puntura ci viene detto che farà male, proveremo più dolore che se ci venisse detto che sarà un pizzichino leggero. Questo dimostra che le nostre convinzioni e aspettative influenzano il dolore che proviamo.

Il dolore aumenta nella mancanza di speranza e credo che la fede in Gesù sia l’antidoto perfetto. La fede in Gesù porta la speranza che la trasformazione finale possa essere la nostra realtà ultima piuttosto che il dolore, la sofferenza e la morte. L’apostolo Paolo descrive che mentre siamo qui sulla terra “gemiamo, oppressi”, ma che un giorno ci saranno dati nuovi corpi dove il dolore non esisterà più (cfr. 2 Corinzi 5:1-5). Questa speranza, afferrata con fede, può portare alla guarigione dal dolore, sperimentata proprio nel qui e ora.

Quindi, per lo scettico che non crede nel regno soprannaturale o per il credente che non ha esperienze di guarigione soprannaturale, c’è un’altra opzione. La fede può portare alla guarigione, in modo lento e scientifico.

La guarigione per fede che ho descritto non è istantanea, ma è miracolosa. Se soffrite, potete essere certi che non è Dio l’autore del dolore e della sofferenza, bensì “un nemico [comunemente chiamato Satana] ha fatto questo” (Matteo 13:28). Se vi fidate di Dio, egli vi porterà la guarigione, forse attraverso un miracolo istantaneo o più spesso lentamente, poiché il suo amore opera all’interno delle leggi della natura.

Gesù è in grado di comprendere il nostro dolore: ha sofferto e si è sentito abbandonato da suo Padre mentre era appeso alla croce 2.000 anni fa. Ma Dio non lo ha abbandonato e la speranza non è morta: Gesù è risorto ed è vivo. Possiamo riporre la nostra fiducia in lui per ricevere misericordia e grazia che ci aiuteranno nei momenti di dolore.

Questa vita sarà piena di sofferenze in molte forme, ma il mio invito è di confidare nel Dio che porta la guarigione, se non in questa vita, in quella a venire dove non ci sarà più “dolore, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21:4).

 

 

Di Lachlan Townend, fisioterapista e operatore di pastorale giovanile presso la chiesa di Kingscliff. Nel tempo libero ama il surf, la pallacanestro, i viaggi, la lettura e la famiglia. Vive sulla Gold Coast con la moglie Emily e il cane Otis.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2023/06/16/your-faith-will-make-you-well/

Traduzione: Tiziana Calà

Sognavo di diventare insegnante, ma svegliandomi sono diventata una pastora
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