LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA FAVOREVOLE AL CONTROLLO DELLE PRATICHE DISCRIMINATORIE NEGLI ANNUNCI DI LAVORO DEGLI ORGANISMI RELIGIOSI

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La Corte di giustizia europea ha stabilito che le organizzazioni religiose, che pubblicizzano posti di lavoro, possono essere esaminate dai tribunali europei per discriminazione religiosa. Questa sentenza contrasta con le salvaguardie storiche che hanno dato autonomia alle istituzioni religiose nelle loro pratiche di assunzione.

Secondo la sentenza della Corte di giustizia, le chiese possono esigere lealtà confessionale solo se la descrizione del lavoro rende il requisito “significativo, legale e giustificato”. I tribunali europei possono ora decidere, caso per caso, se gli organismi religiosi che offrono occupazione hanno applicato appropriatamente la loro etica religiosa ai candidati al posto di lavoro.

La sentenza storica arriva dopo un caso controverso presentato da Vera Egenberger, esperta anti-discriminazione che sosteneva di non essere stata assunta alla Diakonie, agenzia di sviluppo appartenente alla chiesa protestante tedesca Ekd, perché non professava la fede richiesta. Il contratto di lavoro a tempo determinato riguardava la stesura di una relazione parallela a quella dello Stato tedesco sulla convenzione internazionale delle Nazioni Unite sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale. Per V. Egenberger, il rifiuto a darle il lavoro contrastava con la carta dei diritti dell’Unione europea e la sua direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione.

Diakonie ha risposto affermando di poter trattare i candidati ai posti di lavoro in modo diverso a causa delle eccezioni consentite dalla direttiva UE e dal trattato UE che forniscono garanzie alle chiese e alle organizzazioni religiose. Il tribunale del lavoro di Berlino ha stabilito che V. Egenberger ha subito una discriminazione e le ha assegnato un quinto dei 10.000 euro di risarcimento per danni che la donna aveva chiesto. Il caso è stato quindi portato al tribunale federale del lavoro di Erfurt, che a sua volta lo ha presentato alla Corte di giustizia europea.

Harald Mueller, direttore dell’Istituto per la libertà religiosa presso l’Università avventista di Friedensau, in Germania, ha commentato la decisione della Corte di stringere la regolamentazione delle pratiche di assunzione delle istituzioni religiose, riporta Adventist Today. Secondo il suo parere, la sentenza ha reso più probabili futuri limiti alla libertà religiosa e ha violato le libertà che la Corte costituzionale federale della Germania offre alle istituzioni religiose.

“Ci sono diversi elementi di cui tenere in conto”, ha evidenziato Tiziano Rimoldi, decano della Facoltà avventista di teologia di Firenze ed esperto di diritto, a Notizie Avventiste.

“1. La decisione della Corte ha innanzitutto stabilito che il controllo derivante dalla normativa europea antidiscriminazione non può arrestarsi soltanto perché una organizzazione è religiosa e quindi il giudice ha sempre il diritto di esaminare se non vi sia stata discriminazione in base a tale normativa, che peraltro prevede delle esimenti per le organizzazioni caratterizzate ideologicamente (quindi anche le confessioni religiose e le organizzazioni da queste dipendenti o ad esse collegate).

2. La decisione della Corte europea non mi sembra dica nulla su come si è risolto il caso, dato che ha rinviato alla giurisdizione tedesca di risolverlo. Secondo me il giudice tedesco revocherà il risarcimento, considerando che per quel lavoro era giustificato avere un evangelico.

3. La Chiesa evangelica tedesca e i suoi servizi godono di uno statuto speciale (“corporazioni”), che non è attribuito a quelle che vengono chiamate le “Chiese libere”, come la Chiesa avventista. La Chiesa evangelica ha tutta una serie di privilegi e agevolazioni: insegnamento della religione a scuola, lo Stato raccoglie dai contribuenti una tassa ecclesiastica a suo favore, le sue facoltà di teologia sono inserite nelle università pubbliche, ci sono servizi di cappellania nelle “comunità separate” (ospedali, carceri, ecc.) pagati dallo Stato. Questo statuto consente di avere propri ordinamenti interni che hanno quasi valore di legge. Si tratta di corporazioni che in alcuni settori del sociale rivaleggiano per incidenza con gli apparati dello Stato. Questi privilegi rendono molto più plausibile un sindacato dello Stato nelle vicende interne di queste corporazioni: hai qualcosa in più, dai qualcosa in più.

4. La decisione iniziale ha avuto luogo a Berlino, uno delle città più secolarizzate della Germania. In altre zone della Germania è plausibile pensare che la richiesta di risarcimento sarebbe stata respinta in prima istanza”.

Fonte: Notizie Avventiste – news.avventisti.it

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