APARTHEID! Nato in Sudafrica all’ombra della Table Mountain, Andrew ha sperimentato la segregazione basata sul colore della sua pelle. Le persone nere non avevano i diritti, le libertà e le opportunità di cui godeva la comunità bianca. Fino all’età di 12 anni ha vissuto in un’area caratterizzata da alta criminalità, bande, violenza e rivolte politiche. È stato qui che Andrew ha intravisto per la prima volta Dio.
Questa è la sua storia.
La famiglia di mia madre proveniva dall’isola di Sant’Elena, al largo della costa occidentale dell’Africa. Papà era di origine anglo-olandese. Non ero classificato come nativo africano, ma come “di colore”, e quindi non ero accettato pienamente né dai bianchi né dai neri.
La mia famiglia era cattolica e frequentai la scuola primaria e il primo anno di liceo a Città del Capo, prima di emigrare in Australia. Come cattolici andavamo a messa, ma non aprivamo mai la Bibbia. Pertanto, non conoscevo molto della Bibbia, ma leggevo libri di storie per bambini. Imparai a conoscere il divino Figlio di Dio che guariva i malati e perdonava i peccatori. Imparai anche a conoscere i dieci comandamenti di Dio e fui avvertito dell’esistenza di un diavolo che tentava gli esseri umani di infrangerli.
Mia nonna insegnò a me e a mia sorella a pregare. Ogni mattina chiedevamo a Dio di proteggerci durante il giorno e la sera lo ringraziavamo per averci riportati a casa sani e salvi.
Una volta io e i miei amici fummo circondati da una banda di ragazzi più grandi. All’epoca avevo 11 anni e ricordo di aver pensato che non sarebbe finita bene. Il caso volle che riconobbi il capo della banda come appartenente al mio quartiere. Anche lui mi riconobbe, sebbene non ci conoscessimo di persona. Questo lo spinse a lasciarci andare, il che fu una sorpresa per tutti!
Quella sera, durante il mio momento di preghiera, mi chiesi se la nostra fuga fosse una coincidenza o se Dio avesse risposto alle mie preghiere.
Un’altra volta io e un mio amico venimmo derubati e qualcuno puntò un coltello alla gola del mio amico. Fu una situazione spaventosa. Cominciai a guardarmi intorno in cerca di aiuto, quando proprio in quel momento vidi mia madre, che di solito a quell’ora era al lavoro, camminare per la strada. Lei mi vide e si precipitò verso di noi, gridando in modo da far scappare i ladri.
Ancora una volta mi chiesi: “È stato un intervento di Dio?”. Sentivo che non si trattava di mere coincidenze.
Un terzo episodio avvenne quando stavo tornando a casa con la mia famiglia dopo una battuta di pesca. Il nostro veicolo si fermò quando orde di africani in protesta presero d’assalto le strade con un attacco a sorpresa. I sassi sfondarono il finestrino dell’auto e uno di essi mi colpì alla schiena mentre cercavo di ripararmi sotto il sedile. L’esercito arrivò appena in tempo per disperdere i rivoltosi.
Quella notte pregai con fiducia, ringraziando Dio per averci tratto in salvo.
Mi resi anche conto che se gli esseri umani avessero seguito Gesù e avessero ubbidito ai comandamenti di Dio, cose come l’apartheid, la violenza e il crimine non sarebbero più esistiti. Mi sembrava sciocco fare diversamente. Decisi quindi di riporre la mia fede in Dio.
Nel 1985 ci trasferimmo in Australia per sfuggire all’apartheid. Avevo 12 anni. Ci stabilimmo lì, continuando a frequentare la chiesa. Ma all’età di 16 anni le cose cominciarono a cambiare. Iniziai a bere alcolici con gli amici e con alcuni membri della mia famiglia.
In breve tempo, adottai uno stile di vita caratterizzato dal consumo di alcolici da parte di minorenni, feste e discoteche. Venni introdotto ad altre droghe come marijuana, LSD, cocaina e anfetamina. Nei 10 anni successivi favorii ingenuamente una dipendenza dalla marijuana che nascosi con successo alla famiglia e agli amici. Gli effetti dei miei abusi furono di vasta portata. Mi lasciai alle spalle una serie di relazioni e di prospettive di carriera infrante. Gli sforzi per cambiare erano di breve durata e spesso soffrivo di profondi attacchi di depressione.
E poi, nel mio stato di impotenza, cominciai a ricordarmi di Dio. Ma chi era veramente Dio? Era reale? Avevo bisogno di saperlo. L’osservazione della complessità della natura mi convinse dell’esistenza di un Dio Creatore. Poi confrontai vari insegnamenti come l’islam, l’induismo e il buddismo. Visitai molte chiese cristiane. Pregai Dio di condurmi alla verità.
La mia preghiera venne esaudita quando avevo 28 anni. Studiavo recitazione e lavoravo come “comparsa” in una grande produzione hollywoodiana chiamata Matrix Revolutions. Lì conobbi quattro amici che erano cristiani. Ricordo di essere stato attratto da loro. Sembravano avere una gioia e una pace interiori che io potevo solo sperare di avere. Parlavano di Dio e della chiesa come se fosse la cosa più naturale del mondo. Non avevano alcun interesse per le indulgenze dannose.
Ricordo di aver pensato: “Ho bisogno di quello che hanno loro”. Mi sentii ispirato a stare lontano dalle droghe per il resto del tempo trascorso insieme, cosa che era più facile a dirsi che a farsi. Il terzo giorno cedetti alla mia dipendenza. Non potevo sopportare il pensiero di affrontarli in uno stato di ubriachezza. Sbattei la testa contro il muro e gridai: “Perché? Perché? Perché, Dio?”. Purtroppo, abbandonai ogni speranza di cambiamento. Non sapevo che Dio aveva ascoltato il mio grido di aiuto. Ciò che accadde dopo fu straordinario. La mia testa si schiarì immediatamente. Non riuscivo a capire come, ma ero felicissimo al pensiero di tornare al lavoro. In seguito avrei capito che era stata opera di Dio.
Per il resto della settimana parlai e mi divertii con i miei nuovi amici. Condivisi persino il mio desiderio di cambiare vita con una di loro, di nome Fiona. La sera della fine delle riprese accompagnai Fiona al parcheggio. Prima di andarsene, mi disse: “Andrew, mi vergogno un po’ a chiedertelo, ma ti dispiacerebbe se pregassi per te?”. Non sapeva che avevo già perso le speranze. Dopo aver riflettuto sull’offerta, alla fine le risposi: “Fiona, qualsiasi cosa possa aiutare”. Lei pregò nel nome di Gesù e poco dopo se ne andò.
Quello che successe dopo può essere descritto solo come un miracolo. La temperatura nel parcheggio sembrò aumentare. Cominciai a sudare. Mentre ero lì da solo, un’ondata indescrivibile di amore mi assalì; ancora e ancora, si intensificò a ogni ondata fino a inondare tutto il mio essere. Ero stupefatto!
Mentre mi aggrappavo alla ragione, mi trovai improvvisamente di fronte alla consapevolezza della presenza di Dio. Non potevo vederlo, ma non potevo sbagliare su chi fosse! Il suo amore era travolgente.
Tremando, dissi: “Dio, non sapevo che fossi così reale”.
“Ci sono sempre stato”, mi rispose.
La mia mente si riempì rapidamente di pensieri su tutto ciò che Dio aveva visto. Ero mortificato! Confessai con vergogna: “Hai visto tutto quello che ho fatto, Dio”.
Senza esitare, rispose: “Ti perdono”.
Ero sbalordito! “Come puoi perdonarmi?” mormorai.
Di nuovo, senza esitare, rispose: “Perché ti amo”.
Quelle parole mi spezzarono; caddi sul pavimento del parcheggio e piansi in modo incontrollato. Prima piansi di pentimento; poi piansi di gioia perché ero alla presenza di colui che mi amava e mi aveva perdonato. Quando finalmente mi rialzai, ero quello che la Bibbia chiama “nato di nuovo”. Avevo una nuova prospettiva di vita. Mi sentivo come se Dio avesse toccato la mia vita e mi avesse reso completo. Ero pieno di pace e non avevo bisogno di nient’altro.
Tornai a casa per raccontare alla mia compagna, Kim, quello che era successo. Sapevo di doverlo dire anche ad altri. In seguito io e Kim ci siamo sposati e abbiamo avuto tre bellissimi bambini.
Solo due settimane dopo l’episodio del parcheggio, visitai una bancarella di beneficenza locale. Un volontario mi chiese se credevo in Dio. Con sorpresa risposi: “Sto iniziando a crederci”. Mi diede un libro gratuito intitolato “Il gran conflitto”, dell’autrice Ellen White. Lessi e rilessi quel libro per i due anni successivi. L’autrice sembrava dotata di talento e raccontava la vita di Gesù Cristo con incredibile minuzia e verosimiglianza. Indicava le profezie bibliche che preannunciavano la morte, la vita e la risurrezione di Gesù. Spiegava come funzionava il piano per liberare gli uomini dalla maledizione del peccato e della morte.
Due anni dopo ricevemmo un invito nella cassetta delle lettere e io e Kim partecipammo a una serie di conferenze sulla Bibbia. L’oratore presentò argomenti sorprendenti, tra cui “chi ha cambiato il sabato di Dio?” e “perché così tante chiese diverse?”. In quell’occasione abbiamo conosciuto la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.
Che gioia è stata battezzarsi nel 2005 e unirsi alla chiesa del rimanente di Dio. Nel 2009 ho risposto alla chiamata di Dio al ministero pastorale.
Il re Davide scrisse: “Ho cercato il Signore, ed egli m’ha risposto; m’ha liberato da tutto ciò che m’incuteva terrore” (Salmo 34:4). Questo è stato certamente vero nel mio caso… e so che è vero anche per voi.
Andrew Russell è attualmente il pastore della chiesa avventista del settimo giorno di Hoxton Park a Sydney.
Di Sandra Lehn, responsabile delle comunicazioni presso la chiesa di Hoxton Park.
Fonte: https://record.adventistchurch.com/2024/07/18/encounter-with-god-in-a-car-park/
Traduzione: Tiziana Calà