Posizione dell’EUD su un incontro religioso in Italia

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Riportiamo in italiano la notizia pubblicata sul suo sito dalla Regione Intereuropea (Eud) della Chiesa avventista.

Il 12 giugno 2021 si è svolta in Italia una cerimonia tra i rappresentanti di diverse denominazioni religiose, presentata dagli organizzatori come celebrazione del decennale della costituzione del Consiglio delle chiese cristiane delle Marche e del ventennale della firma del documento Charta Oecumenica. L’intero evento è stato registrato e caricato su YouTube.

Molti membri della chiesa avventista all’interno e all’esterno del territorio dell’Eud hanno visto il video e sono diventati molto preoccupati quando si sono resi conto che tra gli invitati vi erano due pastori avventisti. Uno di loro è un ministro in pensione che è stato tra i fondatori di un gruppo di dialogo e amicizia (il Consiglio delle chiese cristiane delle Marche, ndt) formato dai rappresentanti delle diverse denominazioni presenti in quella parte d’Italia, le Marche.

Poiché alla celebrazione hanno partecipato due pastori avventisti, la Regione Intereuropea ha voluto conoscere le circostanze e le condizioni della loro presenza. Dopo una richiesta di chiarimento da parte dell’Eud, l’Unione italiana ha commentato l’evento con la dichiarazione riportata in fondo (Documento 1).

Di essa sottolineamo l’affermazione che “Con questa azione non si voleva assolutamente riconoscere la Carta ecumenica di Strasburgo. La Chiesa avventista in Italia non la riconosce, non crede e non si assoggetta a un tale ecumenismo, e non intende aderire al Consiglio ecumenico delle chiese (Cec)”. Allo stesso tempo, secondo il punto di vista dell’Unione, “restiamo sì aperti a ogni tipo di relazione interconfessionale solo però quando queste relazioni non mettano in discussione la nostra comprensione specifica della parola profetica di Daniele capitolo 7 e Apocalisse capitoli 13 e 17”.

Al fine di chiarire la posizione della nostra Chiesa sul dialogo con le altre confessioni religiose e sul movimento ecumenico, sentiamo il dovere di riaffermare i principi enunciati nel documento “Relazione con le altre confessioni religiose” (trovate la dichiarazione completa in fondo a questo articolo, Documento 2), votato dal Comitato esecutivo Eud a maggio 2020, in particolare i seguenti punti:
“1. La Chiesa avventista è favorevole al dialogo e a intrattenere rapporti cordiali di reciproco rispetto e comprensione con le altre confessioni religiose, a tutti i livelli della nostra organizzazione ecclesiale”.
“5. Tutti i rapporti umani devono essere subordinati ai principi e ai valori della Parola di Dio scritta, che rende testimonianza del Verbo di Dio incarnato, Gesù Cristo, il quale testimonia di Dio Padre e Dio Spirito Santo”.
“7. (…) non dobbiamo diventare membri di un’organizzazione i cui principi, credenze, obiettivi e missione sono in conflitto con i principi della Parola di Dio, i punti dottrinali della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. E non dobbiamo neanche entrare in nessuna trattativa o accordo che comprometta i nostri valori fondamentali”.
“8. L’esperienza ha dimostrato che il contesto del dialogo tra le chiese è un ambito eccellente per poterci relazionare con i dirigenti di altre denominazioni religiose, conoscere loro personalmente e gli insegnamenti delle comunità che rappresentano. Questo crea anche un ambiente adatto per farci conoscere, spiegando la fede e i punti di vista avventisti nelle diverse altre aree della vita e della missione della nostra chiesa. Una relazione amichevole e rispettosa può abbattere molti pregiudizi infondati e promuovere una proficua cooperazione in tanti settori di interesse comune”.
“9. D’altra parte, vi è il rischio reale che, nel cercare di raggiungere le persone di altre confessioni religiose, ci imbrigliamo in un sistema che ci impedisce di predicare il messaggio affidatoci da Dio. Essere membro di un’organizzazione ecumenica, ad esempio, implica l’accettazione di linee guida che sono in contraddizione con la nostra comprensione dell’unità della chiesa, dell’ecclesiologia e della missione. Pertanto, la Regione Intereuropea raccomanda vivamente che gli avventisti abbiano lo status di osservatori, consulenti o ospiti”.

Siamo profondamente rammaricati che due pastori avventisti abbiano partecipato alla suddetta celebrazione, destinata a commemorare il 20° anniversario della Charta Oecumenica, trasmettendo così l’idea di averla pienamente sostenuta con la loro presenza. Non approviamo e ci opponiamo a tale iniziativa. È nostro dovere essere chiari e coerenti con la posizione della Chiesa sui suoi rapporti con le altre istituzioni religiose, essendo aperti a un dialogo cordiale e fruttuoso, ma con riserva rispetto a qualsiasi impegno che metta in discussione la specificità del messaggio e della missione della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. Questa è la posizione che ci aspettiamo da quanti, a nome della Chiesa, si rivolgono ad altre istituzioni religiose e ai loro rappresentanti.

Regione Intereuropea
Chiesa Avventista del Settimo Giorno

 

Documento 1

Dichiarazione dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno 
21 luglio 2021

Cari fratelli e sorelle,
che la pace del Cielo possa accompagnare il vostro lavoro e la missione di proclamare il Suo ritorno.
Con la presente, in qualità di Presidente della Chiesa avventista in Italia, sento il bisogno di chiarire quanto, in alcune occasioni e luoghi, accade sul nostro territorio e che potrebbe essere mal interpretato.

Innanzitutto, commenti, foto, video, se non inseriti nel contesto possono indurre a malintesi e, quando si giunge a infangare il buon operato della chiesa attraverso manipolazioni mediatiche e mezze verità allora bisogna prendere posizione e anche dei provvedimenti.

A riguardo di quanto è successo recentemente ad Ancona, vi informo che dieci anni fa il pastore Abiusi Michele firmò l’atto di costituzione del Consiglio delle chiese cristiane delle Marche (regione del centro Italia) con l’intento di conoscere le altre organizzazioni religiose del territorio e di farsi conoscere da queste. Con questa azione non si voleva assolutamente riconoscere la Carta ecumenica di Strasburgo. La Chiesa avventista in Italia non la riconosce, non crede e non si assoggetta a un tale ecumenismo e non intende aderire al Consiglio ecumenico delle chiese (Cec).

Come dice il WP ed. 1998, p. 368, “Noi riconosciamo ogni organizzazione mondiale. Noi rispettiamo profondamente gli uomini e le donne cristiani di altre denominazioni, che si sforzano di conquistare delle anime a Cristo”. E ancora, il 12 novembre del 1991 il Comitato plenario della Eud ha approvato una raccomandazione sui rapporti con le altre chiese e comunità cristiane affermando:

“Anche se gli avventisti hanno delle serie obiezioni per quanto riguarda una loro adesione al Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), essi riconoscono l’utilità degli sforzi fatti in vista dell’unità dei cristiani e la necessità di stabilire buone relazioni con le altre chiese”.

Il corpo pastorale di ogni Unione è quindi incoraggiato a collaborare con altre organizzazioni confessionali, soprattutto in virtù della dichiarazione pubblicata nel dicembre del 1992 sulla Revue Adventiste in cui si sottolineava che:

“I pastori della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno dovrebbero entrare in contatto con ecclesiastici di altre chiese o comunità cristiane locali per sottolineare i punti confessionali comuni, senza trascurare gli aspetti divergenti. Le chiese locali cercheranno di intrattenere buone relazioni con le altre chiese cristiane, basate sulla tolleranza e il rispetto reciproci”.

Premesso quanto esposto, affermo che nell’evento del 12 giugno 2021 da parte avventista non c’è stata nessuna affermazione che prendesse una posizione contraria ai nostri principi teologici o di missione.

L’Unione italiana sottolinea l’importanza di questi momenti e, in base alla nostra comprensione della missione e a causa della nostra lealtà verso le Sacre Scritture, restiamo sì aperti a ogni tipo di relazione interconfessionale solo però quando queste relazioni non mettano in discussione la nostra comprensione specifica della parola profetica di Daniele capitolo 7 e Apocalisse capitoli 13 e 17.

Prendiamo le distanze da chi dovesse avere un atteggiamento diverso da quello qui brevemente esposto. E dichiariamo che in quanto Chiesa avventista in Italia prendiamo le distanze da qualsiasi affermazione che mini la nostra libertà di evangelizzazione o che ci conduca ad uniformarci a decisioni prese da altri sotto il cappello di una sola chiesa. Di tale chiesa non possiamo e non vogliamo riconoscere l’autorità sulle nostre scelte.

Il Presidente
Stefano Paris

 

Documento 2

Dichiarazione della Regione Intereuropea (Eud) sulla relazione con le altre confessioni religiose 
Votato a maggio 2020

Considerato che, di tanto in tanto, i membri di chiesa e i dirigenti di tutto il territorio dell’Eud contattano la Regione per informarsi sull’opportunità che pastori e leader avventisti – che occupano vari incarichi di responsabilità – partecipino ad attività e organizzazioni ecumeniche e interreligiose,
Considerato che, vista la complessità della questione, una risposta semplice e diretta, un sì o un no, nella maggior parte dei casi non risponde in modo soddisfacente alla domanda,
Considerato che, sulla base della Bibbia, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno ha prodotto vari documenti e dichiarazioni riguardanti il nostro rapporto con le altre chiese e confessioni religiose,
SI CHIEDE, di raccomandare vivamente a tutti gli enti e gli operai della Regione Intereuropea di attenersi ai seguenti principi e linee guida:
1. La Chiesa avventista è favorevole al dialogo e a intrattenere rapporti cordiali di reciproco rispetto e comprensione con le altre confessioni religiose, a tutti i livelli della nostra organizzazione ecclesiale.
2. Siamo pienamente convinti e difendiamo con forza la libertà di coscienza e la libertà religiosa quali diritti appartenenti a tutti gli esseri umani, non come qualcosa da rivendicare solo per noi, ma diritti da concedere a tutti, anche a chi la pensa in modo diverso da noi.
3. Tutti gli esseri umani sono creati a immagine di Dio e quindi meritano il nostro più profondo amore e rispetto. Nonostante le differenze, tuttavia, non dobbiamo rifuggire da coloro che non pensano, credono e non si comportano come noi.
4. Dialogo e comprensione reciproca non significano, però, essere d’accordo con gli altri solo per assicurare rapporti cordiali.
5. Tutti i rapporti umani devono essere subordinati ai principi e ai valori della Parola di Dio scritta, che rende testimonianza del Verbo di Dio incarnato, Gesù Cristo, il quale testimonia di Dio Padre e Dio Spirito Santo.
6. I nostri punti dottrinali sono stati attentamente e scrupolosamente costruiti sulle solide fondamenta della Bibbia. Queste dichiarazioni di fede definiscono la nostra identità come chiesa e dovrebbero essere sempre mantenute come nostro segno distintivo.
7. Pertanto, non dobbiamo diventare membri di un’organizzazione i cui principi, credenze, obiettivi e missione sono in conflitto con i principi della Parola di Dio, i punti dottrinali della Chiesa Avventista del Settimo Giorno,
E non dobbiamo neanche entrare in nessuna trattativa o accordo che comprometta i nostri valori fondamentali.
8. L’esperienza ha dimostrato che il contesto del dialogo tra le chiese è un ambito eccellente per poterci relazionare con i dirigenti di altre denominazioni religiose, conoscere loro personalmente e gli insegnamenti delle comunità che rappresentano. Questo crea anche un ambiente adatto per farci conoscere, spiegando la fede e i punti di vista avventisti nelle diverse altre aree della vita e della missione della nostra chiesa. Una relazione amichevole e rispettosa può abbattere molti pregiudizi infondati e promuovere una proficua cooperazione in tanti settori di interesse comune.
9. D’altra parte, vi è il rischio reale che, nel cercare di raggiungere le persone di altre confessioni religiose, ci imbrigliamo in un sistema che ci impedisce di predicare il messaggio affidatoci da Dio. Essere membro di un’organizzazione ecumenica, ad esempio, implica l’accettazione di linee guida che sono in contraddizione con la nostra comprensione dell’unità della chiesa, dell’ecclesiologia e della missione. Pertanto, la Regione Intereuropea raccomanda vivamente che gli avventisti abbiano lo status di osservatori, consulenti o ospiti.

Il mondo è maturo per ricevere il messaggio di speranza del prossimo ritorno di Gesù su questa terra. Dio ci ha chiamati, individualmente e come chiesa, ad annunciare questa buona notizia. Le relazioni interreligiose offrono un’ottima opportunità per condividerla. Se preghiamo sinceramente, Dio ci darà il suo amore, la sua forza e la sua saggezza per farlo. Mentre condividiamo, molti verranno e si uniranno a noi. Crediamo che questa sia la via per eccellenza per realizzare l’unità per la quale Gesù ha pregato in Giovanni 17.

 

Fonte: HopeMedia Italia

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