L’essenza del tempo

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L’abbiamo sentito tutti… per non parlare delle tante volte in cui l’abbiamo detto noi stessi… “Non ho tempo”.

Le mie stesse parole mi riecheggiano mentre scrivo.

A volte le cose importanti e quelle meno importanti si contendono la nostra attenzione e il nostro tempo, e possiamo distrarci da ciò che va fatto davvero.

La nostra vita a volte può assomigliare a un numero da circo: facciamo fatica a concentrarci sulle cose importanti.

Quella lettera non scritta (sì, c’è ancora chi scrive lettere) o, per essere più tecnologici, quella mail che dovevate inviare la settimana scorsa. La telefonata a un amico malato, quel compito incompiuto che implora di essere portato a termine prima della temuta scadenza che si avvicina rapidamente… e la lista sarebbe ancora lunga.

Il giorno della foto scolastica dei bambini che avevate dimenticato… i grembiuli stropicciati… ancora nell’asciugatrice.

Lasciamo perdere lo stirare, non c’è tempo, basta indossarli così come sono… oh cielo, bisogna ancora preparare il pranzo!

L’elenco continua, ancora e ancora. Sono sicura che, senza alcuno sforzo di immaginazione, potrete aggiungere alcuni dei vostri scenari personali riguardanti il tempo o la mancanza di esso.

Tra le altre descrizioni, il dizionario descrive il tempo come un’opportunità.

È un buon momento per chiederci: quante volte abbiamo perso un’opportunità?

O forse non ci siamo nemmeno accorti di averla avuta.

L’opportunità di aiutare a guarire un cuore spezzato, di fare il passo più lungo della gamba per dare una mano… anche quando pensiamo di non avere un secondo da perdere nella nostra agenda piena di impegni.

Abbiamo ignorato l’opportunità di “dire una parola a tempo debito”, come ci ricorda Isaia 50:4, perché siamo di fretta?

Una perla di saggezza che avevo letto tempo fa, mi si addice ancora oggi: non inciampare nelle cose che sono alle tue spalle.

Alcune cose vanno affrontate, certo, ma altre, come i rimpianti e le occasioni mancate, possono divorarci se ci concentriamo continuamente su di esse e permettiamo loro di consumarci.

Le “cose non fatte” possono certamente farci inciampare, ma se non possiamo cambiare la situazione, dobbiamo andare avanti.

La preghiera della serenità costituisce un saggio consiglio:

“Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza”.

L’inesorabile marcia del tempo a volte pesa su tutti noi… a volte per una buona ragione.

La storia del re Agrippa ne è un esempio.

Dopo aver testimoniato la sua fede a Gerusalemme, l’apostolo Paolo viene inviato a Felice, il governatore di Cesarea, il quale, non trovando alcuna colpa in lui, lo lascia in catene per placare le accuse dei Giudei, decisi a ucciderlo.

Sotto forte pressione, Paolo viene mandato dal governatore Felice al governatore Festo, al re Agrippa, dove Paolo racconta la sua miracolosa esperienza di conversione davanti a un pubblico ostile.

La storia è riportata in Atti 25 e 26.

Mi chiedo spesso se il re Agrippa si sia mai pentito della sua decisione di chiudere le orecchie all’appello di Paolo a pentirsi e a liberarlo in Cristo.

Un’occasione mancata per conoscere il Creatore dell’universo. Un Sovrano molto più grande dello stesso re terreno.

Uno di cui Paolo parlava con tanta eloquenza e passione.

Uno per il quale Paolo era disposto a morire.

Purtroppo per il re Agrippa… il momento non era opportuno: “Con così poco vorresti persuadermi […]?”.

Parole toccanti, ma con una certa ambivalenza.

Il re Agrippa ha mai riflettuto sul suo incontro con Paolo e ha rimpianto l’occasione mancata? Solo l’eternità ce lo dirà.

Molti nella nostra società frenetica e povera di tempo lottano con le relazioni interpersonali.

Non trovano (e non troviamo) il tempo per conoscere la vera persona con cui ci rapportiamo.

Appuntamenti veloci? Proprio così.

Di certo non abbiamo permesso a noi stessi di diventare così impegnati, eppure sembra che sia così.

Come mai la vita è diventata così inconsistente, così superficiale?

La nostra società usa e getta non solo i beni di consumo, ma purtroppo anche le persone, spesso quelle più vulnerabili.

Ciò pone una domanda che fa riflettere: perché siamo così poveri di tempo, visti tutti i dispositivi di cui disponiamo che dovrebbero aiutarci in questo?

Forse abbiamo lasciato indietro Dio?

Nella nostra incessante ricerca di gestire il nostro tempo, alcuni hanno dimenticato l’Autore del tempo stesso, il Dio dell’universo.

Per coloro che ignorano le lancette del tempo, siate certi che questo non aspetta nessuno.

Il cosiddetto “Orologio dell’apocalisse” che si trova all’università di Chicago negli Stati Uniti, ci ricorda anche da un punto di vista laico che siamo pericolosamente vicini alla mezzanotte… 90 secondi in effetti, e il conto alla rovescia continua!

Che la storia del re Agrippa non sia la nostra: ci sarà mai un momento conveniente per scegliere una relazione personale con Dio?

No, se il nemico di questo mondo continua a lavorare.

Ora questo può sembrare una contraddizione, in un altro senso non abbiamo tempo… non abbiamo tempo da perdere in distrazioni che ci allontanano dal compito affidato a ciascuno di noi di raggiungere un mondo in difficoltà.

La nostra casa terrena è in rotta di collisione con il suo Creatore. L’avvertimento di Paolo in 2 Corinzi 6:2 è un richiamo tempestivo per tutti noi. “Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!”. Non ci sarà concesso il domani o un tempo più “conveniente”.

Ora è tutto ciò che possiamo avere: non è troppo tardi per fare un’inversione di rotta nella vita, ma un giorno, presto, lo sarà. Anche Ebrei 4:7 costituisce un buon ammonimento, insieme ad Amos 8:11-12.

Non scambiate le cose di questa vita con l’eternità, per quanto possano sembrare allettanti.

Il tempo parla a tutti noi… ma lo ascoltiamo?

 

 

Di Lyn Scarr, frequenta la chiesa di Ocean Shores, nel Nuovo Galles del Sud.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2023/02/06/the-essence-of-time/

Traduzione: Tiziana Calà

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