Cinque secondi. E tutto profuma di cielo, di erba bagnata e di felicità.
Pensaci. Quante volte ti sei goduto un’alba o un tramonto? Quante volte ti sei svegliato presto al mattino solo per vedere la terra respirare la nebbia? Quanti giorni ti sei preso il tempo per godere delle piccole cose: il soave profumo di un fiore, il suono del fiume che scorre veloce, il silenzio rumoroso della foresta? Quante volte hai vissuto di corsa, senza godere i momenti vissuti, con la fretta di arrivare a un altro momento, poi a un altro e un altro ancora?
La vita è troppo bella per viverla in velocità
Ci lamentiamo del freddo in inverno, del vento forte in primavera, del caldo in estate e della pioggia in autunno. Le stagioni devono essere divise in momenti. La vita deve essere divisa in momenti. Sono momenti in cui godere dell’odore inconfondibile della neve appena caduta, della natura che prende vita come “per miracolo, non per biologia”, delle mele estive, del mais bollito o cotto, delle prugne tardive, delle gite in cima alle montagne, del caldo, delle mele cotogne con la brina sopra, del succo d’uva appena fatto e di tanti sorrisi.
Quante volte ci siamo presi il tempo per ammirare l’alto volo degli uccelli, mescolando i nostri pensieri con loro, aspettando che scendessero dolcemente? Quanti momenti abbiamo trascorso in silenzio, sdraiati sull’erba verde, ascoltando la musica perfetta della natura, con tutto quello che questo implica? Quante volte abbiamo ritagliato cinque minuti della nostra vita solo per osservare l’attività delle api o delle formiche? Quante volte siamo rimasti sorpresi dalla rapidità del cambiamento intorno a noi? Se rallentiamo, anche i nostri momenti rallenteranno.
Quante volte ho vissuto?
Dobbiamo trovare il tempo per vivere i momenti in cui possiamo mettere da parte i pensieri negativi e concentrarci su ciò che possiamo fare per gli altri. Quante volte abbiamo pianto per noi stessi, mentre fingevamo di piangere per gli altri? E quante volte abbiamo preteso che il successo fosse la felicità, dimenticando però di essere felici quando avevamo successo? Quante volte ci siamo fermati a rispondere alle domande dei nostri figli? Quante volte ci siamo fermati a rispondere alle nostre stesse domande? E se non ci siamo fermati, perché?
Quante volte abbiamo cercato la perfezione? E se l’abbiamo cercata, senza però sapere dove cercarla, non abbiamo forse sprecato troppi momenti preziosi? E se la perfezione fosse relativa? E se fossimo perfetti l’uno per l’altro, ma non potessimo essere perfetti per tutti gli altri?
Cercando risposte, ho trovato numerose domande e ho riportato alcuni pensieri sul mio diario: “Oggi ho guardato le nuvole per ore. È bello quando c’è silenzio in giro, senza scadenze e chiamate perse. Un po’ di normalità in mezzo a una vita che è diventata sempre più anormale. È per questo che siamo stati creati? Dobbiamo correre velocemente, saltando da un momento all’altro (senza nemmeno fermarci) per arrivare il più in alto possibile? Ci vogliono anni per raggiungere l’apice della mia carriera, mentre sono riuscito a raggiungere la cima sopra le nuvole, solo con uno sguardo. Come puoi non amare tutto ciò che ti circonda? Come si fa a non trovare il tempo per amare? E parlando di amore… lo sento, lo esprimo, certo, ma lo dimostro? Quando ci riuscirò? Ho fretta di attraversare i momenti. Ora mi sono preso il mio tempo. Vivo questo momento, consapevole di tutto ciò che è stato creato ed esiste intorno a me e consapevole che amo i miei amici, la mia famiglia e Dio. Mi prendo del tempo per vivere ed essere felice. Nel trovare domande, ho cominciato a trovare anche delle risposte e mi sento soddisfatto. Finalmente, sono riuscito a scoprire me stesso!”.
Di Codrut Sararu
Fonte: https://st.network/analysis/top/how-i-discovered-my-questions-while-searching-for-answers.html
Traduzione: Tiziana Calà
