Dio risponde alle preghiere di indù, buddisti e musulmani?

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Al convegno Gyc del 2020, un pastore avventista condivide la visione biblica su un argomento spesso trascurato.

 

Il pastore avventista e leader dei giovani, Anil Kanda, ha affermato che Dio ascolta le preghiere sincere di chiunque invochi una potenza superiore anche se non la conosce. L’intervento di Kanda, intitolato «Gli altri figli di Abramo» (Abraham’s Other Children), si è tenuto il 2 gennaio, nella giornata di apertura del convegno «Generation. Youth. Christ (GYC)» 2020, a Louisville, nel Kentucky (Usa).

Kanda si è basato sui testi biblici e sulle parole di Ellen G. White riguardo all’idea che Dio lavora continuamente oltre i confini della fede per rivelarsi alle persone che lo cercano. «In tutto il mondo, persone sincere pregano una potenza superiore e le chiedono aiuto», ha affermato il pastore, «Dio ascolta e risponde alle preghiere sincere di quelle persone».

Kanda, che ha origini indiane e un background familiare sikh, ha spiegato che la promessa di Dio ad Abramo garantisce le benedizioni divine su tutti i popoli. Secondo la Bibbia, Dio disse ad Abramo: «moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare… Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza» (Gn 22:17-18). È una promessa che solleva alcune importanti questioni, e durante la sua presentazione Kanda ne ha affrontato alcune.

 

Un’inversione della chiamata
Il relatore ha ricordato ai presenti che viviamo su un pianeta con una popolazione di 7,8 miliardi di persone; di esse, la maggior parte non è cristiana, e la maggioranza di coloro che sono etichettati come tali aderiscono a credenze che non sono in armonia con la Scrittura. Quindi, secondo Kanda, la domanda è: «In che modo Dio opera per salvare le nazioni? Come dovrebbero gli avventisti comprendere la cura divina verso i gruppi di persone che ancora non lo conoscono? In che modo Dio lavora con loro? Dov’è il Salvatore di queste persone?». C’è un Dio che provvede a perdonarli?

Basandosi sul libro di Giona, Kanda ha mostrato come la chiamata del profeta «inverte efficacemente la sequenza della chiamata di Abramo». Inoltre, inverte, in un certo senso, la narrazione del diluvio biblico. «In Giona, i giusti sono sott’acqua e gli ingiusti sopra l’acqua», ha spiegato in riferimento al tempo trascorso dal profeta nel grosso pesce prima di accettare l’appello di Dio ad andare a predicare alle altre nazioni.

«La maggior parte del popolo di Dio è ancora a Babilonia», ha continuato riferendosi al luogo simbolo degli insegnamenti non biblici. «Dio vuole salvarli ed è pronto a rispondere a tutti coloro che invocano una potenza superiore». Ha citato diversi testi biblici, tra cui: «La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo» (Giovanni 1:9).

Ha anche citato Ellen G. White che, nel libro La speranza dell’uomo, scrive: «Vi sono pagani che nella loro ignoranza adorano il Signore sebbene degli strumenti umani non abbiano mai trasmesso loro la conoscenza del suo messaggio, e saranno salvati. Se non conoscono la legge scritta di Dio, hanno udito la sua voce nella natura e l’hanno seguita. La loro condotta attesta che lo Spirito Santo ha toccato i loro cuori e testimonia che sono figli di Dio».

Quindi, «Dio è più disposto a rispondere alle preghiere accorate di buddisti, indù e musulmani che pregano sinceri, di quanto non sia disposto a rispondere alle preghiere buddiste, indù e musulmane», ha affermato.

 

L’universalismo non è la risposta
Il pastore ha spiegato che accettare il fatto che Dio ascolta tutti non significa abbracciare l’universalismo o la convinzione che alla fine tutti saranno salvati, qualunque cosa accada. «L’universalismo non è biblico perché elimina la libertà di scelta e la giustizia di Dio, riduce la convinzione degli altri e rende il vangelo irrilevante».

Ciò che la Bibbia e gli scritti ispirati mostrano, invece, è che Dio si rivela a tutti coloro che si aprono a lui, perché «ha uguale cura per tutte le persone che ha creato», ha aggiunto Kanda, citando di nuovo Ellen G. White. In tal senso, «Dio offre luce a tutti e questi devono rispondere. E ne hanno tutti l’opportunità». Ciò non sminuisce l’esperienza individuale della persona trasformata, «la luce che Dio dà è ancora un sentiero stretto, e ciascuno deve portare la sua croce secondo ciò che il Signore rivela».

 

Il modo di Abramo
Per Kanda, la chiave va trovata nel riesaminare il modo in cui Abramo contattava e si relazionava con gli abitanti di Canaan. Ha elencato diversi elementi individuati nella storia del patriarca in Genesi.
«Abramo aveva una famiglia ben organizzata, i suoi traffici commerciali erano onesti, non era noto per l’autocelebrazione e strinse amicizie e alleanze», ha spiegato Kanda, fornendo esempi per ogni caratteristica. Ha evidenziato anche il modo in cui Abramo si prendeva cura delle persone, intercedeva per gli altri, era ospitale e allestiva altari di preghiera ovunque andasse. «Le persone sapevano di potersi fidare di Abramo e lo ammiravano».

Ha poi citato diversi esempi biblici, come Ittai il Ghitteo e altri che non provenivano da Israele ma erano nativi di Gat, secondo 2 Samuele 15, e quindi legati a Golia.
«Alcuni degli uomini più fedeli a Davide erano filistei convertiti», ha ricordato Kanda ai suoi ascoltatori, «e gli sono rimasti fedeli anche quando la maggior parte della sua gente lo aveva abbandonato». Faremmo molto bene a seguire gli esempi di Abramo, di Davide e di altri, ha continuato Kanda che ha dato consigli su come relazionarsi con le persone di fede non cristiana.

«Ci sono due modi in cui le persone comunemente chiamate “pagani” possono capire Dio. Mostrando loro l’immagine di Dio  Creatore e anche di qualcuno che ascolta le nostre richieste di aiuto. Tramite la formazione si convertono nel cammino del discepolato».

Dobbiamo lavorare insieme con un Dio che si rivolge a ogni individuo. «Ricorda che Dio sa come trattare tutte le persone ancora non raggiunte [dal vangelo]», ha concluso Kanda. «E Dio li ascolta».

 

 

Fonte: https://bit.ly/31NET9w

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