Oltre i nostri orizzonti

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Una conferenza sulla missione ha aperto il Consiglio annuale della Chiesa avventista mondiale

 

“Cari delegati, il nostro obiettivo principale è darvi ispirazione, formazione e lanciarvi la sfida di lavorare in modo integrato per diffondere il messaggio dei tre angeli (di Apocalisse 14 ndr) al mondo intero”. Con queste parole, Erton Köhler, segretario esecutivo della Chiesa avventista mondiale, ha dato il via alla conferenza “Lead”. I dirigenti della denominazione globale sono invitati ad agire, a ridistribuire le loro risorse, a spostare la loro attenzione e a impegnarsi a lavorare in aree e tra gruppi di persone che devono ancora ricevere il messaggio evangelico di salvezza.

La conferenza ha aperto il Consiglio annuale dell’esecutivo della Chiesa, in corso in questi giorni presso la sede centrale di Silver Spring, negli Stati Uniti.

 

Raggiungere l’irraggiungibile 
Due terzi della popolazione mondiale è per il 95% non raggiunta dal messaggio del vangelo. Si tratta di 69 nazioni, 5,3 miliardi di persone, 8.868 gruppi etnici, 3.343 lingue.

Su questi dati ha posto l’accento il past. Rick McEdward, presidente dell’Unione avventista Medio Oriente e Africa del nord (Mena), durante la meditazione del mattino. Ha quindi invitato i dirigenti della Chiesa nei vari Paesi del mondo a riesaminare il loro impegno a collaborare con Dio per annunciare il vangelo eterno a “ogni nazione, tribù, lingua e popolo” (Apocalisse 14:6). Ha poi sottolineato il mandato di essere testimoni di Dio e condividere il messaggio della salvezza tra le nazioni (cfr. 1 Cronache 16:23). In questo ultimo periodo della storia della terra, McEdward ha sottolineato l’importanza di “concentrare la nostra missione dove la missione non è ancora presente”. Ha quindi concluso con una citazione di Ellen G. White:

“Mi rivolgo a tutti coloro che credono nella verità, a tutti coloro che possono aiutarci in qualsiasi modo. Dateci il vostro aiuto per far avanzare l’opera proprio ora… Conoscete già qualcosa di ciò che è già stato realizzato nei diversi percorsi del nostro lavoro. Ci siamo mossi per fede e abbiamo fatto grandi progressi, perché abbiamo visto ciò che doveva essere realizzato, ciò che Dio ci chiamava a compiere, e non abbiamo osato esitare. Ma non abbiamo attuato neanche la metà di ciò che andrebbe fatto. Non siamo ancora in posizione di vantaggio. Vi è un grande lavoro davanti a noi. Intorno a noi ci sono persone che bramano luce e verità. Come possiamo raggiungerle?” – Australasian Union Conference Record, 1 gennaio 1900, par. 3.

 

 

Sfide e opportunità 
Secolarismo e post-cristianesimo sono tra le principali sfide che la Chiesa deve affrontare oggi. Queste due ideologie stanno rivoluzionando la nostra società e il mondo in cui viviamo. Kleber D. Gonçalves, direttore del Global Mission Center for the Secular and Post-Christian Mission, ha presentato alcune statistiche.

1,1 miliardi di persone, o 1 persona su 7 nel mondo, si definiscono atee, postmoderne o post-cristiane, e costituiscono il terzo più grande gruppo “religioso”. Negli ultimi 15 anni, il cristianesimo è cresciuto dell’1% all’anno e il gruppo di “non religiosi” è aumentato con un ritmo simile. La generazione più giovane, quella tra i 16 ei 25 anni, è quella che si definisce la meno religiosa di tutte. Nella maggior parte del mondo occidentale, più del 50% dei giovani afferma di non credere nella religione. Questo aumento del post-cristianesimo, del postmodernismo e del secolarismo ha portato a una maggiore sfiducia nei confronti delle istituzioni religiose, a una fede nel relativismo e al dare più importanza alla scelta personale.

Nonostante la situazione le opportunità abbondano. Come avventisti del settimo giorno, abbiamo il privilegio di poter testimoniare alle persone anche tramite il nostro messaggio sulla salute. Nel mondo di oggi, dove malattia e infermità sono diffuse, le persone cercano un modo per stare bene più a lungo possibile. Abbiamo l’opportunità unica di condividere il messaggio di salute che Dio ci ha dato; anche il sabato è un gradito invito a riposare nella frenetica società odierna, e a concentrarsi sui valori della famiglia, sulla comunità e su Dio, ha evidenziato Gonçalves. Ha poi chiuso il suo intervento invitando a portare agli altri la speranza che Dio ha promesso, non solo per il futuro ma anche per il presente.

 

 

Un messaggio, molti approcci 
L’importanza di personalizzare l’impegno evangelistico per raggiungere persone di culture diverse è stato centrale nell’intervento di Jamie Eckert, consulente e scrittrice. Bisogna incontrare le persone dove si trovano e condividere il messaggio avventista nella sua interezza. I passi da fare comprendono l’identificazione del gruppo nel territorio in cui si trova, studiare in preghiera le sue convinzioni e obiezioni al cristianesimo, iniziare a costruire un approccio basato su un’impalcatura che comprenda l’intero messaggio del vangelo. In questo modo si seguiranno le orme di Gesù, ha assicurato Eckert. Gesù incontrava le persone dove si trovavano ed era sensibile alle loro diverse convinzioni, mentre cercava di abbattere le barriere che impedivano la ricezione del suo messaggio.

 

Andare avanti 
L’opera da compiere è ancora grande. Le varie regioni della Chiesa hanno condiviso i progetti evangelisti innovativi realizzati nei loro territori. Sono state incoraggianti anche le storie di missione dei primi pionieri che, con immensi sacrifici, hanno dedicato la loro vita alla diffusione nel vangelo nelle “ultime parti della terra”.

Alla fine, Hensley Moorooven, sottosegretario della denominazione mondiale, ha chiesto ai presenti di raggrupparsi e prendere del tempo per pensare, pianificare ed elaborare strategie e idee concrete su come usare “ginocchia, mani, e tasche” (cioè preghiera, azione e finanze, ndt) per sostenere le loro chiese locali. “Non è più il tempo di lavorare come al solito, ma di operare per una missione straordinaria” è stato il suo appello.

I dirigenti che guidano le chiese in tutto il mondo sono stati chiamati a impegnarsi e dare tutto per la missione, a diventare collaboratori e non solo riceventi, a essere audaci e cooperare con Dio nel condurre la sua missione negli ultimi tempi e a chiedere la potenza dello Spirito Santo mentre proseguono con fede sotto il motto del quinquennio: “I will go – Eccomi manda me”.

 

 

Cos’è il Consiglio annuale 
Ogni cinque anni si svolge l’Assemblea mondiale (o Sessione della Conferenza Generale) della Chiesa avventista. Ma cosa succede durante il lustro che separa una sessione dall’altra? In questo periodo di tempo, il Comitato esecutivo della Chiesa mondiale si riunisce due volte l’anno, nell’incontro primaverile di aprile e nel Consiglio annuale di ottobre, per deliberare sulle questioni che riguardano il funzionamento della denominazione. Quest’anno, il Consiglio annuale si tiene dal 6 al 12 ottobre presso la sede centrale di Silver Spring, nel Maryland. In questi incontri, il Comitato esecutivo discute i temi importanti sulla gestione della Chiesa, le nuove iniziative a livello mondiale ed esamina i rapporti dei vari dipartimenti. Inoltre, è un’occasione unica per pregare e adorare insieme.

Il Comitato esecutivo è il secondo organo di governo della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. Il primo è proprio l’Assemblea mondiale. I delegati che compongono il Comitato esecutivo sono i direttori, gli officer e i dirigenti della Chiesa a livello mondiale (Conferenza Generale), regionale e di Unione. Al Comitato partecipano anche laici, pastori e altri invitati.

 

Fonte: HopeMedia Italia

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