NELL’OSPEDALE DI SONGA, IN CONGO, È ARRIVATA LA PRIMA AMBULANZA

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I progetti di ADRA Italia e di altre onlus italiane migliorano i servizi di questo presidio ospedaliero della savana.

Notizie Avventiste – L’ospedale di Songa, in Congo, ha finalmente un’ambulanza. Si tratta in realtà di un fuoristrada che servirà per il trasporto degli ammalati. È un grande passo avanti, per questo presidio ospedaliero della savana, realizzato grazie ai finanziamenti di ADRA Italia, alle donazioni raccolte con il libro “Una settimana con Gesù” di Angelo Orsucci (edito da Reach Italia), e ai contributi di singoli donatori.

“Nel vedere la foto dell’auto a Songa mi sono commosso”, afferma Matteo Calà sul sito di ADRA Italia, “è stato come aver ricevuto un immenso e inaspettato dono personale. La stessa gioia la popolazione l’ha manifestata con canti e danze come un dono arrivato per ognuno di loro singolarmente”.

M. Calà, membro della chiesa cristiana avventista di Lesina, in Puglia, ha vissuto un periodo della sua vita, negli anni ’80, come volontario nel piccolo presidio ospedaliero congolese. È lì che ha lasciato parte del suo cuore. Tornato in Italia ha realizzato il progetto “Una stella per Songa”, per raccogliere fondi per l’ospedale di questa zona poverissima, che manca spesso anche dell’essenziale.

“In maniera disperata e con i pochi mezzi che ha a disposizione, [l’ospedale] cerca di salvare vite umane”, racconta M. Calà, “Senza luce, senza acqua corrente, senza strumenti di diagnostica, il dottore solo dai sintomi deve fare la diagnosi; senza farmaci, con le bici bisogna andare nella cittadina a comprarli a 90 km”.

Grazie ad ADRA Italia e a “Una stella per Songa”, alcune cose sono cambiate. Sono state acquistate delle moto usate anche “a trasportare i malati, i bambini malnutriti, le donne in procinto di partorire con complicanze da parto da distanze fino a oltre 60 km, per le piste dissestate nella savana”.

Ora, con il fuoristrada-ambulanza il trasporto è migliorato.

“Ci scrivono da Songa: anche le pietre hanno lodato Dio”, aggiunge M. Calà, “È così che ogni progetto che abbiamo realizzato per ‘l’ospedale’ è stato vissuto dalla gente, ne va di mezzo la loro sopravvivenza. I più festosi sono stati i bambini, hanno una consapevolezza della vita, della malattia e della morte che dovrebbe essere solo degli adulti non della loro giovane e spensierata età. È stato chiesto a un bambino del Congo che cos’è l’amore. L’amore? È quando tuo fratello sta male e tu gli vai a comprare le medicine”.

“Lo chiamano ‘ospedale’ ma è molto di più”, conclude Calà, “una speranza di vita, un’ancora di salvezza, uno spiraglio di luce per la grande comunità della savana. È il cuore pulsante che tiene in vita Songa e i villaggi che lo circondano; è speranza, quella speranza che era stata sostituita dalla disperazione quando rischiava di chiudere.

È la gioia degli adulti nel vedere che da molto lontano qualcuno condivide le loro difficoltà e si preoccupa della sorte dei loro piccoli… Per tutti noi che abbiamo collaborato alla realizzazione, è amore, quello che ci abbiamo messo affinché tutto questo divenisse realtà concreta. Il nostro prossimo obiettivo la radiologia”.

(Fonte: AdDRAnews, adraitalia.org) via news.avventisti.it

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